Troppi iscritti al Pd: i dubbi di Occupy
Il partito è in crollo di consensi ma ufficialmente c'è un boom del tesseramento: i giovani si interrogano su questa stranezza.
Il Pd in calo di consensi? Per niente. A Torino volano i tesseramenti. Più tremila in un mese. Un record.
Occupy Pd punta l'obiettivo sul congresso prossimo venturo. E fa le pulci alle correnti che gestiscono il partito. A Torino, nella provincia di uno dei possibili candidati, Sergio Chiamparino, le adesioni ai Democratici smentiscono il calo nei sondaggi e la (presunta, a questo punto) rivolta della base.
«Riceviamo da diverse realtà locali preoccupanti segnalazioni rispetto ad un incremento sostanziale e repentino (quanto apparentemente ingiustificato per il Pd di questo periodo) di veri e propri "pacchetti" di tessere recapitati dal centro verso i diversi Circoli della provincia» spiega Diego Sarno, tra i promotori di Occupy.
A cosa si deve questo improvviso attaccamento al partito? A Torino il vento del congresso spira già impetuoso. Il segretario regionale Gianfranco Morgando e la segretaria provinciale Paola Bragantini si sono dimessi, in segno di protesta per l'esclusione dei Democratici piemontesi dalla squadra di viceministri e sottosegretari. Il congresso provinciale lo decideranno gli iscritti, in quello regionale, come nel nazionale, chi ha la tessera in tasca avrà un peso nel decidere gli organismi dirigenti.
I ragazzi di Occupy Pd chiedono spiegazioni - «Ci piacerebbe molto che i nuovi tesserati siano tutti desiderosi di partecipare al rinnovamento del Pd, che noi per primi vogliamo. Ma abbiamo qualche dubbio» spiega Sarno, che incalza anche su un altro capitolo dolente: quello dei 101 franchi "traditori" che hanno bocciato Prodi alla presidenza della Repubblica. Alla manifestazione nazionale di Occupy Pd a Bologna, il 15 giugno, Sarno proporrà di avere un incontro ufficiale con il segretario Guglielmo Epifani. «Congresso trasparente e aperto e partecipazione al governo: sono questi i temi che vogliamo sottoporgli» dice Sarno.
«Dei franchi tiratori- aggiunge- quando ne vogliamo parlare? Sono loro che ci hanno portato alle larghe intese».
Il tema resta caldo anche per una vasta fetta dei parlamentari. Sandro Gozi è pronto a sostenere «Ogni iniziativa dei nostri militanti. C'è una petizione online, c'è un sentimento diffuso della base. Non possiamo far finta di niente: il problema esiste e non si può immaginare di andare avanti come se nulla fosse. Esiste a livello di partito e di gruppo parlamentare. Èstato tradito il vincolo di lealtà interno e rispetto ai nostri elettori». Anche la richiesta di Gozi è indirizzata al leader nazionale: «Epifani consenta di aprire una discussione all'interno del Pd. Lo stesso facciano i capigruppo: vogliamo sapere chi sono i 101 e quali motivazioni li hanno ispirati».
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