Un libro che mi piace ricordare Enrico Berlinguer, Conversazioni con Berlinguer, Roma, Editori riuniti, 1984. Diverse interviste rilasciate da Berlinguer
Alla Camera il convegno per i 25 anni dalla morte del leader comunista Il presidente della Camera: "Questione morale resti valore condiviso" Fini ricorda Enrico Berlinguer "Quanta ammirazione per lui"
ROMA - Certo erano "altri tempi e altri uomini". E per questo il rimpianto, oggi, sarebbe un sentimento fuori posto. Ma "l'ammirazione" per quegli uomini, invece, deve trovare spazio anche ai giorni nostri. Gianfranco Fini, un passato nell'Msi fino allo scranno più alto di Montecitorio, ricorda così Enrico Berlinguer a 25 anni dalla sua morte improvvisa. "Capì il rischio di una degenerazione del sistema politico e ponendo la questione morale pose in realtà il problema della democrazia e delle sue basi di consenso e di legittimazione che si sgretolano se viene meno il nesso tra etica e politica" dice Fini ricordando il leader comunista.
Questione morale e "diversità comunista". Un binomio che Berlinguer tenne sempre vivo. Anche se oggi Fini crede che, quel rigoroso rivendicare il rispetto delle regole, in quella sobrietà come metodo di lotta politica e di comportamento, andasse oltre la tradizione della sinistra italiana. Fosse insomma patrimonio condiviso. "Nel richiamo al nesso tra etica e politica si esprime un più generale spirito repubblicano - continua Fini - E' quello stesso spirito che anche oggi deve rimanere come valore condiviso tra i diversi schieramenti politici".
Ricorda lo 'strappo' da Mosca, Fini, chiedendosi però perché Berlinguer non ruppe definitivamente con il comunismo, "non impresse una svolta ancora più profonda e radicale alla linea del suo partito, come un'altra generazione di dirigenti comunisti avrebbe fatto all'inizio degli anni Novanta".
Poi il presidente della Camera scende nel privato. E ricorda quando l'allora segretario dell'Msi Giorgio Almirante si recò alla camera ardente di Berlinguer. Solo, circondato da milioni di persone, di comunisti e non solo, che in quei giorni si strinsero attorno alla bare del segretario. "Fu riconosciuto - ricorda Fini - e furono avvertiti i dirigenti del partito. Scese Giancarlo Pajetta e gli disse di accomodarsi. Quando nel pomeriggio chiesi ad Almirante perché fosse andato da solo, mi rispose: 'Da solo, perché non dovevo temere nulla, perché oltre il rogo non v'è ira nemica...' e poi mi confidò di essere rimasto colpito dal fatto che Berlinguer avesse voluto portare fino in fondo il suo comizio a Padova, fino all'estremo sacrificio". Quelle immagini di un uomo che, colpito dal malore, tenacemente continua a parlare. Mentre la piazza lo implora di smettere. Qualche tempo dopo toccò a Pajetta rendere omaggio davanti alla bara di Almirante. Altri uomini di altri tempi. Che lasciano, però, insegnamenti ancora attuali. (10 giugno 2009)
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 10/06/2009, 19:48
da pagheca
caro Gab,
fai bene a ricordarlo. A me sono tornate le lacrime agli occhi a vedere questo filmato. A guardarlo appare evidente che quello che manca oggi e' soprattutto la serieta'.
FAIL (the browser should render some flash content, not this).
pagheca
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 9:48
da franz
Lo vidi un giorno prima che morisse. Ero in macchina, in autostrada e la sua mi sorpasso', diretta immagino a padova. Guardai a sinistra, come faccio spesso quando qualcuno mi sorpassa abbastanza velocemente dopo avermi chiesto la strada coi fari (visto che anche io a quei tempi non scherzavo) e lo vidi seduto dietro, a destra. Lo riconobbi ed immagino che sulla mia faccia si sia dipinta una espressione mista a stupore e chissà cosa. Gli sguardi si incrociarono e mi fece un sorrisino, penso come risposta automatica alla mia sorpresa. La velocità ha reso breve quel momento ma mi è rimasto impresso nei ricordi, soprattutto quando il giorno dopo lessi la brutta notizia.
Non è l'unico ricordo che ho, ovviamente. Di lui mi è rimasta impressa la grande qualità di far discutere e pensare su temi profondi. Cio che manca oggi totalmente. La capacità di lettura della società e della sua evoluzione, dei suoi cambiamenti. Idem. La capacità di fare proposte, coerenti con l'analisi di cui sopra, che diventano il centro del dibattito non solo dentro il partito, ma nella società (penso ad esempio al compromesso storico). Idem. Il coraggio di certe affermazioni (come ad esempio il preferire l'ombrello protettivo della Nato a quello del patto di Varsavia). E anche qui oggi è il deserto.
Dopo di lui, nessuno. Il deserto. E questa per me é la sua forse unica colpa. Perché per un leader non saper preparare il gruppo dirigente che potrà sostituirlo è un difetto non da poco.
Franz
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 11:52
da pierodm
Dopo quel PCI il deserto - popolato di predoni e di sciacalli, però.
Per me, semplicemente, Berlinguer è il prototipo del leader di sinistra: un politico vero, di grande carisma intellettuale ma con una figura commovente per umanità e semplicità, coraggioso senza arroganza. Nonostante i suoi tanti, gravi, difetti, quel PCI sapeva produrre personaggi di questo genere, o - se si preferisce - permetteva che emergessero.
Ma, come mia abitudine, non posso fare a meno di ricondurre quel clima politico ad un clima più generale, in cui i grandi personaggi riuscivano ad esistere e ad essere un riferimento, nonostante tutto - nonostante cioè la società italiana non fosse nemmeno allora particolarmente splendida per livello culturale o morale. Io sono convinto che persone come Enrico Berlinguer, in se stesse, esitono anche oggi. Ma probabilmente non c'è più lo spazio vitale per farli emergere. Forse gente come lui sarebbe perfino derisa o spernacchiata, fulminata prima ancora di prendere consistenza politica, affogata nella lucida pazzia dei "tempi televisivi", seppellita sotto il peso delle etichette: moralista, ideologo, romantico, intransigente ...
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 11:54
da pinopic1
Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalli, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 12:07
da ranvit
pierodm ha scritto:Dopo quel PCI il deserto - popolato di predoni e di sciacalli, però.
Per me, semplicemente, Berlinguer è il prototipo del leader di sinistra: un politico vero, di grande carisma intellettuale ma con una figura commovente per umanità e semplicità, coraggioso senza arroganza. Nonostante i suoi tanti, gravi, difetti, quel PCI sapeva produrre personaggi di questo genere, o - se si preferisce - permetteva che emergessero.
Ma, come mia abitudine, non posso fare a meno di ricondurre quel clima politico ad un clima più generale, in cui i grandi personaggi riuscivano ad esistere e ad essere un riferimento, nonostante tutto - nonostante cioè la società italiana non fosse nemmeno allora particolarmente splendida per livello culturale o morale. Io sono convinto che persone come Enrico Berlinguer, in se stesse, esitono anche oggi. Ma probabilmente non c'è più lo spazio vitale per farli emergere. Forse gente come lui sarebbe perfino derisa o spernacchiata, fulminata prima ancora di prendere consistenza politica, affogata nella lucida pazzia dei "tempi televisivi", seppellita sotto il peso delle etichette: moralista, ideologo, romantico, intransigente ...
In realtà all'epoca un po' in tutti i partiti c'erano figure di grande spessore. Ritengo fosse dovuto al parto di una generazione drammaticamente selezionata dalle vicende dei decenni precedenti e dalla spinta fortissima del superamento di secoli di arretratezza economica e civile. Comunque non sarei cosi' tragico, per quanto condivida molto della critica ai tempi di oggi, in merito alla possibilità che emergano personaggi politici comparabili con quelli passati. Certo dovranno avere capacità diverse e piu' adatte ai tempi ed ai ritmi di oggi! E' solo questione di tempo.....i grandi uomini non nascono tutti i giorni!
Vittorio
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 14:40
da franz
ranvit ha scritto: In realtà all'epoca un po' in tutti i partiti c'erano figure di grande spessore. Ritengo fosse dovuto al parto di una generazione drammaticamente selezionata dalle vicende dei decenni precedenti e dalla spinta fortissima del superamento di secoli di arretratezza economica e civile.
Già .... ed oggi, dopo la generazione che citi, c'è quella della Nutella ...
ranvit ha scritto: Comunque non sarei cosi' tragico, per quanto condivida molto della critica ai tempi di oggi, in merito alla possibilità che emergano personaggi politici comparabili con quelli passati. Certo dovranno avere capacità diverse e piu' adatte ai tempi ed ai ritmi di oggi! E' solo questione di tempo.....i grandi uomini non nascono tutti i giorni!
Già ma negli anni 50 avevamo un milione di bambini ogni anno, che crescevano a senza pannolini, senza nutella, senza TV. A partire dagli anni '70 oltre alla TV (con rin-tin-tin, zorro, il mago zurlì e furia cavallo del west) ed alla Nutella, noi abbiamo la metà dei nati annuali. Solo mezzo milione ogni anno. Il che dimezza o riduce statisticamente ogni evento fortuito positivo. Un buco che paghiamo ancora oggi.
Franz
Re: Radici: Berlinguer
Inviato: 11/06/2009, 15:59
da pagheca
Grazie all'aiuto tecnico di Franz, ho aggiustato il link all'ultimo comizio di Enrico Berlinguer. Che splendida persona! Ma trattenetevi dal guardare la II parte se siete delicati. E' terribile vedere l'uomo avvicinarsi lentamente alla morte... Ho riportato di nuovo anche qui i due link.
Bellissima da ascoltare quella voce cosi' simile a quella di Marcello Mastroianni. Viene voglia di tornare ad essere comunisti, peccato non si possa tornare indietro con la storia.
FAIL (the browser should render some flash content, not this).
FAIL (the browser should render some flash content, not this).
"Votando Partito Comunista Italiano si contribuisce a portare in Europa [...] non l'Italia della P2, ma l'Italia pulita, democratica...".