matthelm ha scritto:Ma che noia questo forum con voci univoche che si autoconfermano e si compiacciono delle loro lungimiranti vedute.
C'è chi prefigura un'ora di religione con il rabbino, con il qucchero il buddista il boscimano il pope il il il basta che il cattolico sia ridimensionato fino a sparire.
E' il pluralismo dei relativisti cioè l'appiattimento fino all'annullamento delle diversità. tanto loro non credono a nulla e tutto è uguale.
Dimenticano i nichilisti che qui in Italia le nostre tradizioni affondano le radici in quella "bestia" che è la religione cattolica.
Che quando i nostri giovani e le loro famiglie scelgono l'ora di religione, ancora molte per fortuna di tutti, scelgono liberamente.
Ma da fastidio, perché è in decadenza, perché perché ecc.
Sono gli stessi che per "rispetto" degli altri bambini, di altre religioni, non vogliono festeggiare ne ricordare per esempio il Natale e ancora non importa se la stragrande maggioranza lo vuole!
Mi spiace molto quando una persona che stimo, anche se non condivido tutte le sue opinioni, trancia giudizi così approssimativi e grossolani.
Quando si critica l'ora di religione (ma soprattutto l'ora di religione condotta da insegnati scelti dalla curia ma pagati dallo stato) non si fa un discorso contro la religione cattolica, ed un cattolico credente dovrebbe poter affrontare un dibattito su questo tema, senza automaticamente concludere che si tratta di argomenti antireligiosi. Tra l'altro molti miei amici sono credenti, ho avuto anche rapporti di amicizia con ecclesiastici, senza trovare problemi in un dialogo sereno, problemi che invece vedo qui.
Trovo anche offensivo sentirmi dire che faccio parte di una categoria di persone che
tanto non credono a nulla e tutto è uguale. Mi sembra di aver diritto, in quanto non credente, allo stesso rispetto per le mie opinioni che un cattolico pretende come dovuto. Ed è dovuto ovviamente, come agli altri però.
Inoltre, l'affermazione
"tanto non credono a nulla e tutto è uguale" rappresenta un giudizio molto grave sulla presunta esclusiva dei cattolici in campo di etica e di morale.
In pratica, si arriva a sostenere che il senso etico è prerogativa solo dei credenti, anzi solo dei credenti cattolici. Poi a volte ci si allarga sino a comprendere tutti i cristiani, già costa fatica arrivare a riconoscere un senso etico ai fedeli delle altre religioni monoteiste, ma a questo punto ci si ferma: non esageriamo, pensare che anche atei e non credenti possano avere un'etica ed una morale, questo ad alcuni cattolici sembra veramente troppo.
E poi ci si meraviglia che i non credenti si sentano insultati!
Poi, per fortuna, dato che i non credenti sono accomunati da un "non", capita che abbiano idee e opinioni diversificate, che siano difficilmente raggruppabili in un
"pluralismo dei relativisti cioè l'appiattimento fino all'annullamento delle diversità", appiattimento che appare tale solo a chi giudica le opinioni altrui solo con l'ottica della fede.
Quanto alle "radici", ed alle tradizioni, forse sono più variegate di come alcuni vorrebbero che fossero, e comunque le opinioni della maggioranza non possono annullare il rispetto per quelle delle minoranze.
L'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge è un valore primario, ed un "cittadino bambino" ha diritto al rispetto come tutti. Imporre una fede religiosa nelle scuole sin dalla primissima infanzia può, nel caso di bimbi di famiglie non cattoliche, creare conflitti e problemi che uno stato dovrebbe cercare di limitare, non di acuire.
Che un cattolico poi scelga per i suoi figli l'ora di religione, è naturale, dato che viene offerta. Il problema sorge quando invece un non cattolico si trova in difficoltà a non sceglierla, soprattutto se i figli sono piccoli e rischiano di sentirsi emarginati.
Penso che un vero credente dovrebbe essere sensibile a questi temi, a meno che non ritenga i "diversamente credenti" una categoria subumana da redimere ... e allora capisco che il problema esiste.
Quanto al Natale, perché non festeggiarlo?
E' una festa ben più antica del cristianesimo, è la festa della "rinascita" ed è presente in tutte le culture.
In seguito è diventata la festa per la nascita del Cristo, ma la data dell'evento (che mi sembra ormai certo non sia il 25 dicembre) è stata fissata al solstizio d'inverno proprio per farla coincidere con le festività tradizionali di tutti i popoli del mondo.
Facciamo in modo che questa festa, così importante per grandi e bambini, diventi un'occasione unificante, anche se ognuno la celebrerà secondo le proprie tradizioni.
annalu