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La rivolta in 50 sedi del PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Robyn il 11/05/2013, 11:06

la qualità del sistema politico
c'è stato chi aveva messo a riposo sb per passare alla democrazia compiuta e dare
uno sbocco al sistema e chi invece è stato capace di richiamarlo,da qui l'incapacità di
costruire la democrazia compiuta
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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La Puppazza

Messaggioda flaviomob il 14/05/2013, 13:17

Puppato, proposte pazze al Pd
di Piergiorgio Paterlini

Con quell'aria pacata da cattolica democratica (per di più veneta) ha scritto un documento che è peggio di una cannonata sul Parlamento. Perché propone al suo partito il 'voto trasversale' su temi come coppie di fatto, diritto cittadinanza, l'ineliggibilità di B. Insomma, cose che sfidano le leggi della politica, quasi della fisica
(13 maggio 2013)

Cara Laura Puppato,

lo sa? Lei è pazza. Pazzerella, se preferisce, una pazzerellona. Io adoro i pazzi. Per questo oggi ho deciso di scrivere proprio a lei.
Ma come? Lei, così dolce (solo in apparenza), lei, sempre così pacata, con quella voce che sembra quasi imbrigliata da un fazzoletto in bocca per impedirsi di urlare, di alzarla, la voce, di andare sopra le righe, di "alzare i toni", lei, che appartiene al moderatissimo cattolicesimo democratico per di più veneto, lei si permette di menare botte da orbi al governo del Grande Inciucio mentre il suo collega di partito Stefano Fassina, col suo gracidìo ultrasinistro, si è preso addirittura una poltrona in questo stesso governo? Non parlo, lei lo sa, di un generico "malpancismo". No. Lei ha scritto un documento, nero su bianco, in cui dice che i parlamentari del Pd non devono identificarsi con questo governo. E già questo.

Ma poi spiega. Lei propone che i parlamentari rispondano agli elettori – e alle promesse fatte – e non all'accordo raggiunto tra i due partiti, Pd e Pdl. Che rispondano all'etica e non alla politica. E anche qui saremmo sul pesante ma ancora un po' sul generico.

E allora lei esemplifica. Chiede che in parlamento gli eletti del suo partito, il Pd, votino in modo trasversale. Cioè possano votare provvedimenti insieme al M5S e a Sel, contro il governo Letta. Tanto varrebbe bombardarlo, il Parlamento, sarebbe un'azione più soft.

E votare su cosa? Sul testamento biologico, sulle coppie di fatto etero e omosessuali, sul diritto di cittadinanza per i bambini stranieri che nascono in Italia. Non contenta, lei chiede il taglio drastico, non per finta, dei costi della politica. Chiede – devo prendere fiato, mi scusi un attimo – che si voti l'ineleggibilità di Berlusconi.

Cioè, lei vorrebbe che Berlusconi votasse per l'ineleggibilità di Berlusconi.

Magari pensa anche che dopo la votazione, persino perdente, di uno solo di questi punti il governo rimarrebbe in piedi. E anche il Pd.

Vede che lei è pazza?
Va bene che quando era sindaco di Montebelluna ha bloccato un inceneritore che era in fase avanzatissima, cosa che non è riuscita nemmeno al sindaco grillino di Parma. Ma non è che per questo lei può ritenersi onnipotente.

Lei non sta sfidando le leggi della politica, lei sta sfidando le leggi della fisica. Lo sa? Lo capisce? Se ne rende conto?
Ma lei risponde: sono i punti del nostro programma, sono le cose sulle quali ci siamo impegnati con gli elettori. E questa è forse la cosa più folle che le è riuscita di dire. Vede che lei è pazza? Io adoro i pazzi. (E tanti auguri al "traghettatore").

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... pd/2206792


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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 14/05/2013, 14:08

flaviomob ha scritto:Cara Laura Puppato ... Non contenta, lei chiede il taglio drastico, non per finta, dei costi della politica. Chiede ... che si voti l'ineleggibilità di Berlusconi.

Cioè, lei vorrebbe che Berlusconi votasse per l'ineleggibilità di Berlusconi.

Magari pensa anche che dopo la votazione, persino perdente, di uno solo di questi punti il governo rimarrebbe in piedi. E anche il Pd.
...
Ma lei risponde: sono i punti del nostro programma, sono le cose sulle quali ci siamo impegnati con gli elettori. E questa è forse la cosa più folle che le è riuscita di dire.

Ci si dovrebbe sempre ricordare a sera quel che si è mangiato a pranzo ... anche ciò che si è mangiato a pranzo del giorno prima e ancora del giorno prima.
Ma, molti dirigenti-parlamentari PD preferiscono disconoscere di essersi accomodati "alla tavola degli elettori".
Molti dirigenti-parlamentari ... ma non tutti, per fortuna! :D
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 14/05/2013, 18:04

Io invece aspetto di vedere proposte di leggi sgradite al Pdl da parte del M5S....tipo l'ineleggibilità di Berlusconi...come voterebbero i PD? :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Manuela il 16/05/2013, 12:09

Non credo che Franz, parlando di crisi del sistema politico, si riferisse in particolare alla questione dei 101, che sono un sintomo non certo una causa. Credo anch'io che il sistema politico italiano sia arrivato alla sua dissoluzione: d'altra parte il PdL, che sembra oggi "vincente" e muscolare, non è meno spappolato del PD, e il M5S dimostra tutta la sua fragilità nel momento in cui deve affrontare temi complessi.
Il ricambio di persone è indispensabile, ma più di tutto è necessario un cambio di cultura politica che, prima di tutto, esca da un'impostazione proporzionalistica, e ritrovi il significato di essere un partito: cioè un'organizzazione finalizzata al governo, non alla semplice rappresentanza. Cosa che, del resto, gli elettori hanno detto in molti modi e in molte occasioni, ma mai davvero presa in considerazione dai dirigenti del PD (e dei partiti che l’hanno preceduto, altrimenti al PD ci saremmo arrivati molto prima e in modo migliore), che hanno privilegiato la rendita di posizione rispetto all'ascolto della società. Al punto che, pare, anche oggi, in una situazione disperata, dentro il PD tenta di prevalere il "serrate le fila". Ma, per fortuna, la situazione è anche abbastanza fluida per evolvere in diverse direzioni... staremo a vedere.
Un cambiamento di cultura politica significherebbe anche analizzare pragmaticamente la situazione data, valutarne punti di forza e di debolezza, e agire di conseguenza; se oggi il problema del PD è davvero reggere un governo il tempo sufficiente per dare un po' di respiro al paese (e aver eil tempo di riorganizzarsi), allora dovrebbe essere una forza trainante nel governo, non perdere tempo a piagnucolare sulla sua triste condizione. Il PdL ha posto con forza la questione dell'IMU, e tocca affrontarla, dato che fa parte degli accordi? Bene; accanto però il PD ponga con altrettanta forza l’approvazione di qualche provvedimento utile al paese (per il lavoro, per esempio, non so quale, non sono un'esperta: ma certamente qualcosa ci sarà da fare): come si dice "detti l'agenda.”, non subisca solo quella altrui, Berluscini o Grillo che sia.
Per questo motivo trovo imbarazzante l’intervista della Puppato, dannosa al PD, e buona solo a raccattare qualche consenso per il prossimo congresso. Non so cosa intende Iafran parlando della tavola cui ci si siede. Ma se intende che la Puppato ha mangiato alla tavola di Bersani, ha partecipato alle primarie con la sua benedizione, e, dopo aver raccolto un numero ridicolo di voti, ha avuto per premio un seggio al Parlamento diventando ministro dell’ambiente in pectore - cosa dalla quale siamo per fortuna scampati.. beh, allora sono d’accordo
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 16/05/2013, 15:24

Manuela ha scritto:Per questo motivo trovo imbarazzante l’intervista della Puppato, dannosa al PD, e buona solo a raccattare qualche consenso per il prossimo congresso. Non so cosa intende Iafran parlando della tavola cui ci si siede. Ma se intende che la Puppato ha mangiato alla tavola di Bersani, ha partecipato alle primarie con la sua benedizione, e, dopo aver raccolto un numero ridicolo di voti, ha avuto per premio un seggio al Parlamento diventando ministro dell’ambiente in pectore - cosa dalla quale siamo per fortuna scampati.. beh, allora sono d’accordo

No! Non siamo d'accordo perché intendevo ben altro.
Ho richiamato la lettera di Piergiorgio Paterlini soffermandomi all'ultimo concetto, che riporto integralmente:

Lei non sta sfidando le leggi della politica, lei sta sfidando le leggi della fisica. Lo sa? Lo capisce? Se ne rende conto?
Ma lei risponde: sono i punti del nostro programma, sono le cose sulle quali ci siamo impegnati con gli elettori. E questa è forse la cosa più folle che le è riuscita di dire. Vede che lei è pazza? Io adoro i pazzi. (E tanti auguri al "traghettatore").

Potevamo essere d'accordo se non fosse stata la Puppato, ma uno qualsiasi dei parlamentari del PD (ad eccezione di Civati), che una volta eletti non considerano più né i loro elettori né l'impegno che hanno preso con loro, ma vanno alla ricerca di trovare la "formula politica teorica" per affascinare i cittadini e per guardare meglio agli interessi personali.
Che poi Laura Puppato non abbia preso molti consensi dovrebbe fare riflettere ... in questa Italia non vanno troppo di moda e hanno poco successo solo ... le brave persone, quelle intellettualmente oneste, le "non allineate", che Paterlini le ritiene simpaticamente "pazze" (e che io apprezzo)!
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Manuela il 16/05/2013, 17:19

Forse vi fugge qualcosa: il PD le elezioni, le ha perse. Non sarebbe il caso di riorganizzarsi per vincerle la prossima volta, e poter così tener fede agli impegni con gli elettori... piuttosto che lanciare spericolate affermazioni che hanno il solo risultato di riempire pagine di giornale?
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda ranvit il 16/05/2013, 17:51

E' di oggi la notizia che Zampa vuole l'ineleggibilità di Berlusconi....cosa aspetta il M5S ha presentare la proposta in Parlamento?

Ed è anche di oggi la notizia di 4 Governatori (Vendola, Maroni, Zingaretti e Zaia) che hanno affermato "stiamo morendo, non arriveremo al 2014"....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda Iafran il 16/05/2013, 18:44

Manuela ha scritto:Forse vi fugge qualcosa: il PD le elezioni, le ha perse. Non sarebbe il caso di riorganizzarsi per vincerle la prossima volta, e poter così tener fede agli impegni con gli elettori... piuttosto che lanciare spericolate affermazioni che hanno il solo risultato di riempire pagine di giornale?

Quelli del PD le elezioni le hanno vinte, come le hanno vinte tutti gli altri (ad eccezione di quelli che non contano).
Quelli del PD con quelli del cavaliere e con quelli di Monti (aggiungendo qualcuno e togliendo qualche altro) costituiscono la c.d. "casta". Questi, comunque vada, sono sempre impegnati a fare i loro interessi, spolpando i cittadini. Questi hanno come unica preoccupazione quella di combattere le loro coscienze critiche (come ha fatto Pinocchio con il grillo parlante) o di ignorarle e di farle ignorare.
I Prodi, i Rodotà, i Zagrebelsky, i Settis, i Falcone, i Borsellino, i Caselli ... gli Augias esistono per essere trattati da im-pari da parte dei vari cavalieri, amazzoni e stallieri che siedono in parlamento o che scrivono sui giornali padronali.
La prossima volta vinceranno ancora (sempre loro) se i ragazzi di "occupyPD" dovessero cedere o se venissero a mancare loro la solidarietà ed il sostegno della gente.
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Re: La rivolta in 50 sedi del PD

Messaggioda flaviomob il 16/05/2013, 21:35

Civati: nel Pd serve una nuova partecipazione
Il parlamentare esamina il documento di Barca: siamo nel Tremila e non può cambiare tutto tranne la forma partito.


"Giuseppe Civati (Pd) sul suo blog risponde al documento di Fabrizio Barca".

Con qualche ritardo, determinato dall'incredibile avvio di legislatura, inizio a rispondere a Fabrizio Barca e al suo documento.

Partirei dalla questione più urgente, ovvero dall'idea - che Barca discute - del ritorno a un partito degli iscritti (molto popolare tra gli iscritti) rispetto al partito delle primarie (molto popolare tra gli elettori). La riflessione di Barca è teoricamente ineccepibile e ripresa in questi giorni da molti dirigenti del Pd: i vertici di un partito dovrebbero essere votati dagli aderenti a quel partito.

Ci sono però due ordini di problemi, anzi tre. Il primo, è la lettura politica di una trasformazione che il Pd dovrebbe fare ora e che apparirebbe (e sarebbe) una straordinaria chiusura, dopo avere fatto primarie per qualsiasi cosa, avere coinvolto tre milioni di elettori, avere affrontato con loro un percorso che si è via via trasformato in un calvario e avere perso - dicono gli analisti - più di un milione di voti dopo le elezioni, voti che si aggiungono a quelli persi in precedenza.

Il secondo, è che il sistema delle tessere è perfetto solo teoricamente, perché - ed è accaduto anche nel 2009 - ci sono pacchetti su pacchetti, tesseramenti dell'ultimo minuto, circoli inesistenti che tesserano telepaticamente persone a loro insaputa, regioni in cui abbiamo più tessere che voti. Insomma, casi italici ben noti che non sono mai stati contrastati e che spesso hanno determinato gli esiti delle elezioni. Dimostrando un tasso di inquinamento del voto ben superiore a quello paventato per le elezioni primarie.

C'è infine il terzo e decisivo punto, che secondo me rende attuale la riflessione di Barca: ovvero, una domanda che ci dobbiamo porre circa le modalità di adesione a un partito nel Tremila. Se infatti il problema è solo quello della tessera, ci rendiamo conto che potrebbe anche essere banalizzato e ridotto a mero fatto economico: ovvero, che la tessera costa più della partecipazione ai banchetti delle primarie (tra l'altro, si fa notare che la tessera non ha un prezzo standard tra provincia e provincia, varia in modo significativo e sembra quasi che il Pd abbia introdotto curiose "gabbie" che distinguono un territorio e l'altro, non si capisce in ragione di cosa).

Se invece la questione è quella, ben più complessa, che riguarda la militanza, il discorso da fare, almeno oggi, è per me un altro: capire come si fa a tenere il partito aperto (anche se il segretario non dovesse fare il premier, è comunque un leader che deve essere promosso e riconosciuto da milioni di elettori, non solo da decine di migliaia di iscritti) e, nello stesso tempo, come si dà ai militanti un ruolo che hanno largamente perduto. Ciò riguarda il funzionamento dei circoli (che si chiamano così, ma sono uguali alle sezioni di un secolo fa), certo, ma soprattutto la possibilità di intervenire nel dibattito politico, di decidere e condividere qualcosa.

Per dirla in sintesi: non è che privando gli elettori della possibilità di scegliere il segretario politico di un partito (nato per altro come partito degli elettori), si dia più potere o più centralità agli iscritti. Il tema è semmai quello di promuovere un modo di partecipare più inclusivo e più forte per chi decidere di partecipare alla vita del Pd, studiando anche nuove forme di partecipazione di militanza. Perché siamo nel Tremila, appunto, e non può cambiare tutto tranne la forma partito. Altrimenti davvero non ci siamo capiti.

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 95&typeb=0


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