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L'ora di religione

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L'ora di religione

Messaggioda Loredana Poncini il 03/05/2009, 10:49

Religione secondo l'etimo, non è relegare, ma "tenere insieme" ! Non facciamo una guerra di religione sull'ora di religione, in Italia, mentre la Scuola DEVE revisionare TUTTO l'insegnamento impartito nei vari ordini e gradi del sistema, che spero resti NAZIONALE. L'odio massonico contro il Cattolicesimo non ci annebbi le idee, presentando come catechismo l'educazione da coltivare nei più giovani sulle nostre bimillenarie radici storico-geografiche.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pierodm il 03/05/2009, 11:15

Franz
Stamattina ho una dose più importante del solito di sonnacchiosità domenicale e primaverile, che forse non mi aiuta a capire.
La mia osservazione (giusta) dove dovrebbe "andare avanti"?
Forse va avanti con la collaborazione di chi la recepisce, trovandola giusta.
Ma va be'.

Altra cosa che non capisco.
Il tema dei diritti civili è universale mentre quello religioso è locale, dato che nel mondo esistono migliaia di religioni ma i diritti civili sono semre gli stessi.
Uno. La libertà di pensiero e di espressione, etc - tra le quali quelle relative all'insegnamento e alla pratica religiosa, compresa la laicità - fanno parte dei diritti civili, in senso lato.
In senso specifico, è in realtà più universale il problema della religione che quello dei diritti civili, che in molte parti del mondo non è per niente sentito.
Insomma, la frase riportata in corsivo non quadra in nessun modo, e mi sembra soltanto un tentativo di stabilire una diversità ad hoc, per sfuggire al problema posto.

L'esempio di Iran o di altre località esotiche non c'entra niente: è ovvio che qui si sta parlando di soggetti geopolitici che hanno un'identità comune, in qualche modo unitaria, per i quali ha un senso concreto la possibilità di una scelta "centralista" o una "localistica".

Comunque: se a Kabul le donne devono paseggiare seppelite sotto due starti di cotone nero, ci possiamo riflettere dolenti, e ce ne sentiamo coinvolti come esseri umani, ma la questione non ha un valore politico-culturale stringente per ciò che ci riguarda .
Se a Bolzano le donne circolano nude, e a Marsala sono lapidate se mostrano una caviglia, la cosa ci riguarda fortemente sul piano politico, pratico e culturale, al di là della dolente riflessione umana, che è la stessa che merita Kabul - e ciò vale sia per noi che ci piace Bolzano, sia per quelli che invece sono fans della lapidazione a Marsala.

In sostanza, l'unitarietà di un soggetto corrisponde alla giurisdizione della propria Carta Costituzionale: ci sono principi e valori che devono valere per tutti, altri che possono più efficacemente essere decisi su base locale.
Se i principi e i valori del primo tipo diventano localistici, o individuali, si estingue l'unitarietà del soggetto, semplicemente: un singolo individuo non può recinatare il proprio terreno e dichiarare che lì vige la legge del taglione, o la lapidazione delle donne troppo "nude", e non si vede perché il divieto dovrebbe riguardare un singolo ma non un paesello o una provincia, solo perché una maggioranza di singoli ha fatto prevalere la propria opinione.

Loredana
A parte ogni altra considerazione, il tuo discorso andrebbe benissimo (... be' diciamo benino) se in quell'ora si parlasse delle radici bimillenarie. Ma il fatto è che quella E' un'ora di catechismo, né più né meno, e delle radici bimillenarie non gliene potrebbe fregare di meno.
Anzi, visto che quelle radici sono molto complesse e non si riducono affatto al catechismo e ai cuori sanguinanti delle madonne, sucecde che quell'oretta è solo un'aggiunta ulteriore al cumulo di disinformazione e di ignoranza sulle nostre radici.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 03/05/2009, 11:30

pierodm ha scritto:L'esempio di Iran o di altre località esotiche non c'entra niente: è ovvio che qui si sta parlando di soggetti geopolitici che hanno un'identità comune, in qualche modo unitaria, per i quali ha un senso concreto la possibilità di una scelta "centralista" o una "localistica".

E invece a mio avviso c'entra perfettamente. perché le religioni sono migliaia e le nazioni sono meno di 200.
Ci sono nazioni quindi con piu' religioni. O modi diversi di vivere la stessa religione.
Per non parlare dl fatto che comunque un assetto federale permette decisioni locali su un mucchio di temi che vanno dall'economia, al sostengo alla cultura e le tradizioni locali (etniche, religiose, artigianali, culinarie).
Unica decisione "unitaria" possibile sarebbe quella di lasciare decidere localmente.

So che qualcuno preferisce le decisioni centralizzate, proprio perché passano sopra i "localismi" salvo poi manifestare (non si sa con quale coerenza) con i Curdi in difesa della loro identità calpestata dal regime turco.
Io preferisco invece quelle locali, inserite comuque in un contesto di diritti universali comuni.

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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 03/05/2009, 11:33

Loredana Poncini ha scritto:mentre la Scuola DEVE revisionare TUTTO l'insegnamento impartito nei vari ordini e gradi del sistema, che spero resti NAZIONALE.

Il sistema deve essere nazionale ma se pensi che si possa insegnare la stessa cosa nello stesso modo a Napoli come a Bolzano non ti meravigliare se poi ottieni risultati diversi e divergenti.
Ogni realtà diversa ha bisogno di misure diverse. Solo cosi' si puo' fare "sistema".

Ciao,
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Re: L'ora di religione

Messaggioda Loredana Poncini il 03/05/2009, 11:41

...un po' deboluccia come risposta al tema, non pensi ?
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pianogrande il 03/05/2009, 14:31

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:La scelta la deve fare ogni singolo individuo.

Questo è già possibile, perché nessuno è obbligato.
Se invece parliamo della opportunità di un insegnamento aperto e comparato, questa scelta organizzativa compete alla scuola e quindi alla giurisdizione di competenza, che in Italia è l'intera Nazione ed in un paese fedeale è il comune o il distretto.
Certo che una volta che l'insegnamento della materia religiosa è integrato con altre discipline (filosofia, storia, etica) non è piu' possibile la scelta individuale di non seguire quella materia.
Mai sentito di uno che fa il liceo scientifico e chiede di essere dispensato da filosofia o da fisica.

Ciao,
Franz

Con un insegnamento fatto in modo così aperto e non confessionale, lo studio delle religioni diventerebbe, appunto, una materia come un'altra e non ci sarebe più motivo di rifiutarlo.
Le scelte di cui parlavo si porrebbero a valle di questa condizione.
Preconfigurare una regione più civile e democratica di un'altra ci fa entrare nella discussione (importantissima) di cosa possa essere decentrato e cosa no.
Negli Stati uniti, ad esempio, certi reati sono "reati federali" ed altri no.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pianogrande il 03/05/2009, 14:41

Loredana Poncini ha scritto:Religione secondo l'etimo, non è relegare, ma "tenere insieme" ! Non facciamo una guerra di religione sull'ora di religione, in Italia, mentre la Scuola DEVE revisionare TUTTO l'insegnamento impartito nei vari ordini e gradi del sistema, che spero resti NAZIONALE. L'odio massonico contro il Cattolicesimo non ci annebbi le idee, presentando come catechismo l'educazione da coltivare nei più giovani sulle nostre bimillenarie radici storico-geografiche.

Non so molto di odio massonico.
A dire il vero, non so praticamente molto di odio (il mio motto preferito è: occhio per occhio sessantaquacchio).
Questo non mi impedisce di pensarla come la penso e di manifestare il mio pensiero.
Mi dispiace se, per questo, qualcuno mi mette il grembiulino o timbri di qualsiasi tipo.
Ragionare nel merito, invece, mi appassiona sempre ed è sempre utile.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 03/05/2009, 15:20

Loredana Poncini ha scritto:...un po' deboluccia come risposta al tema, non pensi ?

No, non penso. Altrimenti non avrei dato quella risposta.
Che mi pare nel merito. Diversamente da questa tua.

Franz
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Re: L'ora di religione

Messaggioda pierodm il 04/05/2009, 0:57

Loredana, ha ragione Franz: la sua risposta non è deboluccia. Semplicemente non è una risposta, ma la riaffermazione di un postulato.
E poi - se anche fosse - Franz Farouk ha dato la sua "parola di Re", per altro assolutamente convincente: ti sembra possibile che, se fosse stata deboluccia, Franz l'avrebbe data?

Fatto il mio dovere di suddito - si sa, a Roma abbiamo appreso a squola che fare i sudditi è bella cosa e doverosa, in omaggio alle nostre tradizioni locali alla vaccinara - torno a ripetere che non ho capito che diavolo c'entra il numero delle religioni fratto il numero delle nazioni con quello di cui si parlava, e se anche questo è da considerare un postulato.

Scavalcando il tema impervio delle risposte e dei postulati, vorrei dire che già io nutrirei delle perplessità sulla natura taumaturgica del federalismo (perchè è questo il totem al quale stiamo sacrificando nella nostra discussione), ma quando vedo questo genere di conseguenze ideologiche alle quali si arriva la perplessità si solidifica in rifiuto puro e semplice.

Ma, detto questo ad esergo e sintesi, non posso trattanermi da un pensiero specifico sul postulato deboluccio circa la scuola.
Che le classi o gli orari, e altri parametri organizzativi, debbano essere stabiliti in relazione alla realtà del luogo è ovvio, e ben venga ogni "localismo" in tal senso.
Ma la storia, la geografia, la matematica e la fisica, la letteratura e la filosofia, etc, dovrebbero essere uguali sia a Napoli sia a Bolzano - e anzi, teoricamente uguali sia in Francia sia in Uganda o nelle Filippine o in Russia, ma qui apriremmo un altro controverso capitolo, e non mi sembra il caso.

Vorrei inoltre far presente - credo per la settantaduesima volta da quando scrivo sul web - che il caso dell'Italia è assai diverso da quello di Francia, Germania o altri paesi più o meno "federali", i quali sono da secoli depositari di una cultura e di un sistema nazionali.
L'Italia è - quasi per definizione, o almeno come esemplare caso di studio - storicamente e profondamente frammentata, con contee, province, regioni, macroregioni, comuni, campanili, quartieri e condomini di tradizioni, lingua, antropologia, riti, miti e valori assolutamente lontani tra loro, che formano un patchwork inimitabile di retaggi storici e di influenze cosmopolite le più disparate.
Questo ha dato e continua a dare luogo ad una diversità estrema anche nell'applicazione di leggi le più centralistiche e nell'avvento di fenomeni planetari, sia sul piano pratico, sia su quello politico, sociale, culturale.

Se facciamo dei corsi di formazione per fare il pane o il formaggio, va benissimo Blzano diverso da Napoli.
Ma la scuola e la politica non sono esattamente formaggi.
E le "tradizioni" - mettiamo, la processione di san san Gagliardo a Rocca Pontina o quella della Madonna Travagliata di Treviso - forse le sappiamo valutare e gustare meglio se la fonte della sapienza non è l'assessore di Rocca Pontina o il vescovo di Treviso, ma lo studio della storia senza tanti sponsor e padrini interessati.
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Re: L'ora di religione

Messaggioda franz il 04/05/2009, 8:28

pierodm ha scritto:L'Italia è - quasi per definizione, o almeno come esemplare caso di studio - storicamente e profondamente frammentata, con contee, province, regioni, macroregioni, comuni, campanili, quartieri e condomini di tradizioni, lingua, antropologia, riti, miti e valori assolutamente lontani tra loro, che formano un patchwork inimitabile di retaggi storici e di influenze cosmopolite le più disparate.
Questo ha dato e continua a dare luogo ad una diversità estrema anche nell'applicazione di leggi le più centralistiche e nell'avvento di fenomeni planetari, sia sul piano pratico, sia su quello politico, sociale, culturale.

A maggior ragione, visto il fallimento di mantenere insieme in modo centralistico le 100 o 1000 italie, meglio un sistema federalistico, che tenga conto delle differenze e delle diverse sensibilità e realtà locali.
Invece di averre un'unica legge, disattesa, meglio leggi locali sui temi che sono classicamente locali nei paesi federali.
Tra questi c'è la scuola e non a caso si riportava l'esito della consultazione referendaria a Berlino sul tema dell'ora di religione, decisione che appunto riguardava solo quell'ambito locale.
Ovvio che la matematica è sempre matematica a Berlino come a Roma ma il numero delle ore settimanali, il numero di settimane annuali, lo stipendio dei docenti, il numero di anni di ogni perscorso scolastico, le materie da insegnare, sono tutte decisioni che ogni comunità prende localmente in germania come nei vari paesi federali, tutti dotati (ma ci vuole poco) di un sistema scolastico che quanto a risultati (PISA) supera abbondantemente l'Italia.

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