da pierodm il 21/01/2011, 20:02
Le conquiste dei diritti civili, e non solo, non sono state esclusive della sinistra. Prima di allora nei millenni precedenti ci sono state altre conquiste e la sinistra intesa come oggi non c'era.
Lasciamo stare i millenni, per i quali - se proprio uno li tira in ballo - si deve fare un discorso di misura e criteri diversi.
Se andiamo a cercare col lanternino, non c'è nulla di "esclusivo" al mondo, mai.
Ma credo che il 90% dovrebbe bastare, per attribuire alla sinistra la trasformazione delle democrazie classiste e borghesi dell'800 nelle democrazie universali moderne - dove per universali ci possiamo comprendere anche la democratizzazione dei rapporti di lavoro e i diritti civili.
Tu dici "quale sinistra?".
Quella occidentale, socialista, socialdemocratica, comunista, liberale, liberal-socialista, cattolica democratica, sindacale, operaia, intellettuale ...
Io credo che qualunque cittadino delle democrazie moderne dovrebbe avere un'idea ben precisa di tutto questo, e tanto più dovrebbe esserci consapevolezza condivisa da parte di tutti coloro che fanno parte, sostengono o si avvicinano a questo centro-sinistra, per quanto squinternato.
E' meglio una sinistra che vorrebbe tutto e subito o una sinistra che come quella socialdemocratica nel novecento si "accontenta" di un passetto per volta?
Io una sinistra che voleva tutto e subito non l'ho mai vista.
Ho visto e sentito qualche volta gente incazzata, o qualcuno un po' esagitato, che sproloquiava, ma credo che sia fisiologico all'interno di una massa di individui.
Ci sono stati errori, ma credo che sia normale per qualunque forza politica.
Ma "tutto e subito" non l'ho mai visto. Tanto meno nella sinistra che si riconosceva nel PCI e nel PSI.
Ciò detto, stiamo attenti agli equivoci: ci sono cose che è sacrosanto, o è del tutto ragionevole, cercare di realizzare in modo completo e in tempi per quanto possibile rapidi.
E poi ricordiamo sempre - ché non fa male - il celebre aforisma di Leonardo Sciascia: in Italia, per essere riformisti bisogna essere bolscevichi.
Sulle questioni sindacali che porti ad esempio, io penso che un sindacalista potrebbe rispondere meglio di me.
Quello che mi sento di dire è che il "ricatto oggettivo" da parte dell'azienda, basato sull'occupazione, non è esattamente un buon metro per giudicare le situazioni.
Sicuramente una scelta sindacale, per quanto dovesse eventualmente rivelarsi sbagliata, non c'entra niente con il "tutto e subito" - non più di quanto c'entri l'offerta ultimativa di un'azienda, comunque.