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Prodi è con noi

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Prodi è con noi

Messaggioda pinopic1 il 16/03/2009, 16:44

Intanto c'è davvero il maggioritario in Italia? basta che ci siano due poli e che al vincente sia garantita la maggioranza per parlare di maggioritario? Ammettiamo di si, ma non ne sono convintissimo.
Fatto sta che il maggioritario di coalizione per il CD funziona meglio che per il CS.
Nel CS è assai problematico tenere insieme la varie componenti, un po' per la loro natura, un po' anche per un certo pregiudizio negativo che trova ampia eco nei media e nell'atteggiamento verso i governi di CS di ambienti che contano un bel pò (non diciamo poteri forti, ma poteri).

Lo stesso problema esiste dentro il PD. Siamo sicuri che sia solo una questione di differenze politiche o religiose tra i Veltroni, i Rutelli, i D'Alema, le Binetti? Io non sono sicuro.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Romano

Messaggioda Robyn il 17/03/2009, 12:14

Dopo tanto Romano si è fatto sentire.Lasci stare vecchie polemiche poiche è tempo di guardare avanti.In merito alla sinistra massimalista che dovrebbe assorbire una cultura di governo,l'alleanza è possibile con la parte più ragionevole che pare si stia unendo.Infatti la sinistra massimalista è attraversata da una faglia che la divide tra comunista e di sinistra,ma bisogna sempre verificare che non ci siano problemi sulla politica estera ed altro.Per quando riguarda il PD quando si risale bisogna assolutamente evitare che pezzi di classe dirigente vengano verso il PD perche poi alla prima difficoltà votano contro al governo.Per esempio come è avvenuto con Mastella e con Dini.L'ideale sarebbe che quando si risale tutto l'elettorato defluisse verso il PD.Gli italiani un partito ce l'hanno Ciao Robyn
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda Paolo65 il 17/03/2009, 13:12

DAL CORRIERE:
Con Prodi si schiera il rutelliano Renzo Lusetti: «L'errore commesso da Veltroni è stato quello di annunciare che il Pd sarebbe andato da solo alla sfida elettorale Pd quando ancora non c'era la crisi di governo, una scelta che ha indebolito l'esecutivo». Pierluigi Castagnetti invita a fare coalizioni, ma «omogenee» e a guardare in avanti e non indietro. Mentre Enzo Carra, dagli studi di
Red tv, bacchetta l'ex premier che «deve smetterla di vedere tutto come un gigantesco complotto ai suoi danni, il fallimento del suo governo ha avuto tante cause, non solo Veltroni ».
Prova a puntualizzare il veltroniano Walter Verini: «Io rimpiango l'azione di governo di Romano Prodi e la sua serietà, ma ben prima che Veltroni parlasse ad Orvieto, la vita dell'Unione era una vita affannosa. E poi già Bertinotti parlò ben prima di Veltroni di "esperienza finita"». E a difendere l'ex leader scende in campo anche l'ulivista Franco Monaco: «Per paradosso, toccherà a me, che ho criticato a viso aperto e dal primo giorno il deragliamento di Veltroni, di prenderne le difese. O meglio di reagire alla tendenza a farne il capro espiatorio. Rammentando che, ulivisti a parte, tutti, ma proprio tutti, quelli che oggi prendono le distanze da lui hanno avallato la sua linea sbagliata e perdente».
Le parole di Prodi ovviamente sono piaciute ai possibili futuri alleati del Pd. Achille Occhetto e Nichi Vendola hanno subito approvato e preso a parlare di «coalizione» e di «Grande Ulivo». Mentre per Paolo Ferrero, leader di Rifondazione, «il centrosinistra è fallito per un problema di contenuti, per l'incapacità del governo Prodi di dare risposte al Paese ».
Gianna Fregonara
COMMENTO:
Se il CS dopo aver perso 2 occasioni per diventare larga maggioranza del paese, perdendo in modo devastante le ultime elezioni, ha come unica idea riunirsi sotto le vecchie e perdenti bandiere, non ci si deve lamentare che poi la DX di Berlusconi vinca a spasso.
Se non è stato capace neppure dopo che la SR è stata spazzata via dal Parlemento(il termine e duro ma sono i suoi elettori che gli hanno voltato le spalle facendoli fuori dal Parlamento)per ricostruirsi un nuovo abito,più moderno ed in linea con i tempi per combattere la DX, appellarsi alla vecchia Unione non solo sarà inutile ma darà il senso della disperazione totale presso molti elettori,me compreso ovviamente.
Serve una battaglia politica di rinnovamento a 360° non riammucchiare vecchi idoli e bandiere!

Paolo
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda ranvit il 17/03/2009, 13:38

Come si sa io sono per il bipolarismo/bipartitismo. Con una legge elettorale alla francese, semipresidenzialismo compreso : al primo turno ognuno vota per chi gli pare, al secondo si sceglie chi ti deve governare tra i tre/quattro partiti maggiori.

Ma siamo in Italia con le sue leggi elettorali ignobili e con un centrosinistra impossibilitato a governare perchè se vince le elezioni "alla Prodi" (armata brancaleone) non riesce a governare e se prova ad andare da solo "alla Veltroni" prende una sonora bocciatura elettorale.

Probabilmente, come sostengo da sempre, la via giusta è quella di mezzo : l'Ulivo dei primi tempi. Tutto il Cs senza Rifondazione.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda pierodm il 17/03/2009, 16:54

Non sono d'accordo con Ranvit nel merito, ma m'interessa la "geometria" della sua esposizione, che fa da filo conduttore alla gran parte dei discorsi politici di questi ultimi anni.
Da questa geometria risulterebbe che i partiti hanno un patrimonio di elettori e che, quindi, alleandosi o allontanandosi i diversi partiti (dirigenti) compongono o scompongono una forza politica, una coalizione, una vittoria elettorale: su questo postulato si fanno le addizioni e sottrazioni.
Nella realtà, invece, le elezioni e la consistenza effettiva di un partito/coalizione si verificano attraverso l'adesione dei singoli cittadini, che non hanno un rapporto vincolante con il partito teoricamente di appartenenza.
Veltroni sapeva bene tutto questo, quando ha detto di volersi presentare "da solo": un'idea teoricamente giusta, nel senso di proporre un partito che fosse capace di raccogliere i voti resettando completamente le divisioni tradizionali - in linguaggio pannelliano si direbbe una proposta trans-partitica.
Ma l'errore è stato quello di non aver portato fino in fondo il ragionamento sul quale si basava l'idea - ammesso che il solo ragionamento fosse bastato, ma questo è un ulteriore problema che possiamo accantonare.
La proposta trans-partitica si è infatti rattrappita sul proprio contrario, ossia si è presentata nel merito come la semplice unione di due partiti, i Ds e la Margherita: qualcosa che "voleva essere" assai superiore alla somma delle proprie componenti fondative, ma ha faticato a mantenere gli elettori che teoricamente "appartenevano" a quelle componenti.

Tralasciando ulteriori considerazioni, a me sembra chiaro che il problema è nel merito, ossia nella proposta politica, senza la quale non ci sono calcoli e alleanze o presa di distanza che tengano: buttare nel cestino alcuni fondamenti della sinistra non consente di formare una forza di sinistra e nemmeno di centro-sinistra, in grado di vincere o almeno di convincere.
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda Paolo65 il 17/03/2009, 18:13

PIERDOM SCRIVE:Tralasciando ulteriori considerazioni, a me sembra chiaro che il problema è nel merito, ossia nella proposta politica, senza la quale non ci sono calcoli e alleanze o presa di distanza che tengano: buttare nel cestino alcuni fondamenti della sinistra non consente di formare una forza di sinistra e nemmeno di centro-sinistra, in grado di vincere o almeno di convincere.
COMMENTO: la proposta politica in Italia è di livello infimo. La DX sfocia nel populismo mentre il CS è praticamente incapace di formulare una proposta completa. A mio parere anche chi vota a DX non è convinto che si facciano miracoli, ma votno a DX perchè la proposta del CS è frammentata e debole. Insomma, l'elettore è messo male.

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Re: Prodi è con noi

Messaggioda Iafran il 18/03/2009, 12:36

pierodm ha scritto:Non sono d'accordo con Ranvit nel merito, ma m'interessa la "geometria" della sua esposizione, che fa da filo conduttore alla gran parte dei discorsi politici di questi ultimi anni.
Da questa geometria risulterebbe che i partiti hanno un patrimonio di elettori e che, quindi, alleandosi o allontanandosi i diversi partiti (dirigenti) compongono o scompongono una forza politica, una coalizione, una vittoria elettorale: su questo postulato si fanno le addizioni e sottrazioni.
Nella realtà, invece, le elezioni e la consistenza effettiva di un partito/coalizione si verificano attraverso l'adesione dei singoli cittadini, che non hanno un rapporto vincolante con il partito teoricamente di appartenenza.

A quest’ultima asserzione “Nella realtà, invece, le elezioni e la consistenza effettiva di un partito/coalizione si verificano attraverso l'adesione dei singoli cittadini, che non hanno un rapporto vincolante con il partito teoricamente di appartenenza”, (che non so se viene considerata adeguatamente dai nostri “politici”), mi sentirei di aggiungerci che la volontà degli elettori (di qualsiasi fede) per assicurare stabilità e durata al Governo di Cs rimane, poi, affidata alla discrezionalità dei loro parlamentari, alcuni dei quali particolarmente sensibili “a beghe di bottega” e soprattutto a coltivare interessi personali.
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Bertinotti, il poeta morente e l’insegnamento di Prodi

Messaggioda Sandra Zampa il 18/03/2009, 17:17

Care amiche e cari amici,
scusate se non intervengo qui con maggiore frequenza in questo difficile periodo, ma potete contare che vi seguo sempre.

Oggi volevo condividere con voi un mio articolo pubblicato su Il Messaggero di oggi.


Prodi è caduto anche per il voltafaccia di Bertinotti

La semplificazione che giornali e tivu’ impongono all’analisi della politica non giova più di tanto alla sua comprensione.

Nella sua lunga chiacchierata con Fabio Fazio a “Che tempo che fa“, il Presidente Romano Prodi ha rievocato, seguendo il filo delle domande che gli venivano rivolte, alcuni episodi della vita dell’esecutivo da lui guidato tra 2006 e 2008. Non ha svolto una riflessione compiuta ne’ tracciato un bilancio complessivo di quella vicenda. Ha risposto con sincerita’ e immediatezza alle domande. A quelle che gli sono state rivolte, evidentemente.

“Il governo Prodi poteva durare ancora?” gli ha chiesto Fazio. “Si” ha risposto il Presidente ricordando che superata con successo e senza particolari difficolta’ la seconda finanziaria, una manovra tutto sommato leggera se paragonata alla prima, resa pesante e difficile dalla urgenza di rimettere in sesto i conti pubblici, il suo governo si apprestava ad assumere provvedimenti di carattere redistributivo. In quel contesto e in quel clima si svolgeva in quelle stesse settimane (tra dicembre e gennaio 2008), il confronto tra le forze politiche sulla legge elettorale, per cancellare quella “porcata” (Calderoli) che aveva minato e distrutto l’unione prima ancora che nascesse dal punto di vista elettorale.

Voglio ribadire che l’Unione non si e’ mai trasformata in un simbolo elettorale sulla scheda con la quale si e’ votato nell’aprile 2006. Proprio quella legge elettorale aveva prodotto una frammentazione drammatica del sistema politico incentivandolo a darsi visibilita’ nella differenziazione e nella distinzione esasperata delle identita’ (la famiglia e’ stato uno dei temi sui quali si e’ consumato più di tutti questo esercizio, ridotta a poco meno che un vessillo lacerato dalla destra e, ahime’, anche da quanti tra noi si sono prestati a partecipare alla competizione per affermarsi agli occhi dell’elettorato cattolico come il vero tutore degli interessi di madri e padri, figli e nonni e tutti i gradi di parentela! Situazione grottesca se si considera il valore anche simbolico di quel Ministero per la famiglia voluto da Prodi e affidato a Rosy Bindi con ottimi risultati).

Ecco, non credo di sbagliare quando affermo che il Presidente Prodi di quella roba li’ non sente nessun rimpianto. E mi pare che da Fazio abbia detto con molta chiarezza che la frammentazione eccessiva delle forze politiche e’ un grande danno per il sistema e per il Paese.

So anche di interpretare autenticamente il suo pensiero affermando che il Presidente visse come un tradimento grande sia dell’elettorato che del bene del Paese che della fiducia personale, il voltafaccia di Bertinotti. La sua caustica osservazione sul “poeta morente” fece suonare di fatto un vero e proprio “rompete le righe” a sinistra.

Lo scrivo qui anche perche’, appena uscito dallo studio di “Che tempo che fa”, il Presidente si e’ pubblicamente rammaricato di non aver avuto occasione di ricordare il colpo inferto da Bertinotti alla stabilita’ e alla vita del governo. Lo ha fatto in presenza non solo mia, ma di Fazio e altri. E’ dunque doveroso recuperare il suo pensiero in questo mio intervento.

Ma tornando a quel drammatico gennaio 2008, non si puo’ che osservare che l’annuncio che il PD avrebbe corso da solo, preceduto dall’affermazione che si era “a un passo dall’accordo” con Berlusconi sulla riforma elettorale, ebbe l’effetto della sciolina sulla neve. Fu una imprudenza. Fatale visto che c’era gia’ tra noi (Mastella) chi aveva deciso di spingere il governo nel burrone.

Cosi’ abbiamo consegnato il Paese nelle mani di una destra che risponde ad un unico azionista, Berlusconi, il Cavaliere nero e che non ha remore nel piegare la Costituzione, le istituzioni, gli ideali propri, e persino la fede, al suo disegno di possedere l’Italia.

Di fronte al dramma che si e’ compiuto, che io considero epocale per il Paese, tutto il centro sinistra e’ chiamato a interrogarsi sulle proprie responsabilita’ (la durata
in carica del governo avrebbe permesso di ottenere risultati e, con cio’, quel recupero della fiducia gia’ avviato presso l’opinione pubblica per altro minata dai distinguo della coalizione di governo) ma soprattutto, sulla sua possibilita’ e capacita’ di mettere in campo un progetto vincente.

Tornare a vincere per sanare quei “dolori’ del Paese ai quali il Presidente ha fatto riferimento nella sua chiacchierata con Fazio. Quanto al PD di oggi, mi sembra che Prodi abbia detto con chiarezza che ci sono quattro nodi su cui lavorare: il rilancio della cultura e dell’iniziativa riformista, la capacita’ di affrontare e curare i “dolori” del Paese, la democrazia interna, il ricambio della classe dirigente.

Infine, se si vuol rendere giustizia a Prodi, ogni democratico deve ricordare le sue parole sulla ragion d’essere del PD: “e’ l’ultima speranza” per il Paese. Questo ci ha detto Prodi, ricordandoci che lui, la sua parte l’ha fatta vincendo due volte le elezioni e continuera’ a farla restando nel PD (da tesserato pensionato) e dando il contributo che un “due volte” presidente del Consiglio, un presidente della Commissione Europea, un economista e professore di chiara fama, un tenace e coerente democratico, puo’ dare con ogni suo intervento.

La storia insegna che le opportunita’ non vanno smarrite. Impariamo dai nostri errori.

Sul mio sito:
http://www.sandrazampa.it/news/bertinotti-e-l-insegnamento-di-prodi_952.html
ho inserito alcuni link ai documenti ed alle dichiarazioni citate in questo articolo.

Ciao e a presto,

Sandra Zampa
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda Iafran il 18/03/2009, 18:36

I miei ringraziamenti per la testimonianza e per le parole della signora Sandra Zampa.
Le discussioni che si fanno su questo forum non possono prescindere dal suo articolo.
Voglio sperare di ritrovarmi con tantissimi a credere che “la durata in carica del governo avrebbe permesso di ottenere risultati e, con cio’, quel recupero della fiducia gia’ avviato presso l’opinione pubblica per altro minata dai distinguo della coalizione di governo”, e (da aggiungere) dagli ultras di B, che vivevano l’attività delle Aule parlamentari alla stregua di “tifosi delle curve” dei campi di calcio.
Convengo, inoltre, sulle sue affermazioni che "se si vuol rendere giustizia a Prodi, ogni democratico deve ricordare le sue parole sulla ragion d’essere del PD: “e’ l’ultima speranza” per il Paese.
… La storia insegna che le opportunita’ non vanno smarrite. Impariamo dai nostri errori.”
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Re: Prodi è con noi

Messaggioda Paolo65 il 19/03/2009, 10:23

Anche io credo che il PD resta ormai l'ultima carta per il CS. Ritengo però che Prodi e Veltroni avessero 2 idee ben diverse su cosa dovesse essere e cosa avrebbe dovuto fare il PD.

Veltroni ed i leaders del PD hanno sprecato una buona occasione e non so se ce ne sarà un'altra.

Quello che mi sfugge di Prodi è come può affermare che Bertinotti è stato uno degli artefici della caduta della maggioranza risicata del CS e poi ribadire che l'unica strada da perseguire resta più o meno un Ulivo vecchia maniera,cioè con la SR o parte di essa.

Le 2 cose non vanno palesmente insieme.

Paolo
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