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Impresentabili: l'appello

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda flaviomob il 19/01/2013, 1:35

Si va avanti nel percorso di pulizia!!!


http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -50842933/


Liste Pd, fuori Crisafulli, Papania e Caputo.
I garanti: "Candidature inopportune"


La commissione presieduta da Luigi Berlinguer ha scelto in base a una "interpretazione severa" del codice etico. Il senatore ennese: "E' giustizialismo". Partito in rivolta in Sicilia. Il consigliere campano: "Sono esterrefatto". Via libera per Capodicasa, Genovese e Capacchione

..
Il caso Sicilia. Le candidature di Crisafulli e Papania sono state quindi considerate incompatibili con il codice etico del partito. Il primo, senatore uscente e uomo forte del partito a Enna, è stato rinviato a giudizio per concorso in abuso d'ufficio con l'accusa di aver fatto pavimentare a spese della Provincia la strada comunale che porta alla sua villa. Papania nel 2002 ha patteggiato due mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d'ufficio (convertiti in una multa) in un processo su una presunta compravendita di posti di lavoro.
...


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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda flaviomob il 19/01/2013, 12:08

dal Fatto:

Impresentabili Pd, vincono cittadini e informazione libera
di Peter Gomez | 18 gennaio 2013

Nel 1800 e fino ai primi anni del ’900 gli Stati Uniti erano un paese estremamente corrotto. Le devianze criminali nel ceto politico erano la regola. Poi, a poco a poco, le cose mutarono. Da una parte vi fu uno sforzo legislativo per combattere i reati contro la pubblica amministrazione. Dall’altra, la stampa libera riuscì a cambiare la percezione dei cittadini rispetto a questo tipo di comportamenti e, nei fatti, rese molto gravose le conseguenze politiche per chi veniva coinvolto negli scandali.

Gli storici economici hanno notato come questo processo positivo sia riassumibile in due dati. Nel 1870 i quotidiani indipendenti diffusi nelle grandi città americane rappresentavano solo l’11% del totale: il resto veniva prevalentemente pubblicato dai politici stessi. Cinquant’anni dopo, nel 1920, quella percentuale era salita al 62%. Stampare giornali, anche grazie alle innovazioni tecnologiche, si era rivelato un affare. Gli editori erano molti. Per vendere tante copie era necessario scrivere notizie più interessanti rispetto ai concorrenti. E le notizie che facevano davvero scalpore erano ovviamente quelle riguardanti chi amministrava il denaro dei contribuenti.

Ecco, nella giusta decisione del Partito Democratico di escludere dalle liste tre impresentabili (più altri due che hanno ritirato la loro candidatura) è facile scorgere l’eco, o per meglio dire l’embrione, di quanto accadde più di un secolo fa in America.

Mirello Crisafulli di Enna, Antonio Papania di Trapani e Nicola Caputo di Caserta, erano stati tutti ammessi alle primarie dagli organismi regionali del Pd. Poi qualcosa è cambiato. Il Fatto Quotidiano ha raccontato con dovizia di particolari le vicende e le inchieste (anche archiviate) che li riguardavano. Le loro storie sono state diffuse dalla Rete. Altri giornali concorrenti, dopo giorni e giorni di silenzio, si sono decisi a riprendere il tema. L’opinione pubblica, come dimostra la raccolta firme ideata da Franca Rame, si è mobilitata. E alla fine il partito di Pierluigi Bersani ha preso posizione.

Per una volta, insomma, anche in Italia è scattato quel principio di elementare prudenza che nelle democrazie mature porta a escludere dalle assemblee elettive chi ha frequentazioni criticabili (è il caso di Crisafulli filmato dalla polizia mentre discuteva di appalti con il boss di Enna Bevilacqua) o si fa notare per comportamenti non trasparenti (per esempio Papania che reduce da un patteggiamento è risultato in oscuri rapporti con gli uomini poi arrestati di una società per la raccolta rifiuti).

Il garantismo infatti deve valere nelle aule di tribunale, dove ogni imputato va condannato solo se colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. In politica deve invece prevalere il buon senso. Rappresentare gli elettori è un onore e un onere. Perché non tutto quello che, per i comuni cittadini, è penalmente lecito è consentito a chi aspira a rappresentarli.

Per capirlo basta guardare al caso Crisafulli. Il futuro ex parlamentare di Enna, nominato al Senato per due legislature, non è solo sotto inchiesta per un abuso di ufficio (accusa dalla quale va considerato fino a prova contraria innocente). È stato anche protagonista di un’indagine da cui emergevano i suoi continui contatti con un importante capomafia appena scarcerato. Alla fine del loro lavoro i magistrati spiegarono di non poter dimostrare con certezza che Crisafulli avesse rafforzato con i propri comportamenti Cosa Nostra e tutto era così finito (giustamente) in archivio.

Riflettete però su che tipo di messaggio ha fin qui rappresentato la presenza di Crisafulli in parlamento. Da una parte molti elettori non sono riusciti a capire quale differenza ci fosse tra il Pd e il centrodestra in Sicilia, finendo così per votare sempre meno quel partito. Dall’altra la mafia ha potuto pensare : vedete anche loro sono come gli altri, anche con loro ci si può sedere per parlare. Certo, la lista degli impresentabili, è più lunga di quella che è stata esclusa o si è autoescluda dal Pd. Nel centrosinistra restano altri nomi che sarebbe stato meglio non candidare. E sopratutto rimane il lungo elenco di personaggi (dai Dell’Utri ai Cosentino passando per almeno un’altra trentina di loro colleghi) che infesta il centro destra.

Da questo momento però anche il partito capitanato dall’impresentabile Silvio Berlusconi avrà vita più difficile. Davanti all’opinione pubblica avrà difficoltà sempre maggiori a giustificare le proprie scelte. Insomma un passo (magari piccolo) verso un Paese che non demanda solo alla magistratura il compito di selezionare le proprie classi dirigenti, è stato fatto. Alcuni giornalisti hanno scritto quello che si doveva scrivere. Molti cittadini informati hanno fatto sentire la loro voce e la politica ha cominciato a reagire. La strada resta lunga. Ma per oggi c’è solo da essere contenti.


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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda pianogrande il 19/01/2013, 15:03

Scajola, Dell'Utri .... però!

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-2

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-2

I cittadini cominciano davvero a contare qualcosa?
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda mauri il 19/01/2013, 15:38

pianogrande ha scritto:Scajola, Dell'Utri .... però!

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-2

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-2

I cittadini cominciano davvero a contare qualcosa?


beh le petizioni promosse al momento giusto funzionano

"A Marcello Dell'Utri "temo che dovremo chiedere un grande sacrificio perchè una sua candidatura porterebbe su di noi critiche di chi, come la sinistra, profitterebbe di queste presenze". Lo ha detto Silvio Berlusconi "

comunque se berlusconi dovesse vincere farà dell'utri ministro della giustizia...
certo quando si tratta degli altri è dispiaciuto, ma non si domanda che anche lui è impresentabile visto che è stato condannato, che faccia di c...o ha quell'omo che si sta rifacendo la verginità
ciao mauri
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda cardif il 20/01/2013, 2:53

Sono contento che, nel rispetto delle regole, si sia potuta fare un po' di pulizia (se così è).
Occhi aperti e regole, cosa su cui avevo già concordato. Tra queste regole vi è la verifica di compatibilità di quelli scelti alle primarie, fatta da un organo di controllo già previsto.
Forse sarebbe meglio che il vaglio avvenga prima delle primarie; però non so se sia fattibile.
Ma resta il fatto che, una volta che gli elettori hanno scelto il candidato e una volta che questo ha superato il vaglio dell'organo di controllo, io non pretendo di più, rincorrendo altre voci. Non sono scontento che non siano stati esclusi tutti quelli della lista precedente.
Sono contento perfino che la campagna di moralizzazione (a crederci, per ora) abbia lambito anche altri partiti. Anche se penso che questa campagna abbia un respiro più ampio, e che abbia fatto crescere Grillo e Ingroia. Solo che è a ondate: un'altra volta fece crescere la Lega Nord e l'IdV. Perciò sono un po' scettico.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda pianogrande il 20/01/2013, 10:25

Ecco qualcun'altro che "cresce".
Il PDL, nientemeno!

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1

Basta che qualcuno cominci che tutti lo imitano per non rimanere spiazzati.
E' proprio vero.
La casta funziona solo se il muro di omertà è granitico.
Appena si crea una crepa ......
Anche Pannella, per esilaranti "motivi tecnici" ha dovuto rinunciare ad appoggiare Storace.

No.
Non saranno elezioni come le altre.

La domanda di politica più rispettosa del cittadino stava creando dei vuoti che ci avrebbero portato all'ennesima dittatura più o meno mascherata da rivoluzione.
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Dell'Utri: non mi candido, immunita' ormai non serve

Messaggioda ranvit il 20/01/2013, 11:40

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 05032.html


Dell'Utri: non mi candido, immunita' ormai non serve

'Se il Pdl perde non voglio responsabilità'
20 gennaio, 09:49

''Finisce qui, ritiro la mia candidatura''. Lo annuncia il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri in una intervista al Fatto Quotidiano, spiegando che ''Silvio continua a dirmi che possiamo trovare una soluzione, che c'e' tempo fino a lunedi' sera. Ma ho deciso: non mi presento alle elezioni''. ''Ci ho riflettuto bene - dice - il Pdl sta salendo nei sondaggi, la vittoria non e' impossibile, ma e' improbabile. Non voglio fare da capro espiatorio, non voglio che si dica: 'Abbiamo perso per colpa di Dell'Utri' ''.

La scelta e' maturata anche perche' ''siamo al capolinea. Se non fossi stato in Parlamento, e' vero, sarei gia' finito in galera. Ma ora non serve piu' a niente'' perche' in caso di condanna definitiva ''non c'e' scudo che tenga, nemmeno quello parlamentare''. ''Io comunque - aggiunge Dell'Utri - sono ottimista, spero che i giudici capiscano che quelle accuse non esistono'' e in ogni caso ''sono abituato a cose forti, non ho paura''. ''Il mio - conclude - e' un gesto di amicizia. Certo che non mi conviene, ma dopotutto, ripeto, la storia e' arrivata alla fine. E' il momento di chiudere. La mia candidatura non serve più a nessuno. Nemmeno a me''.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda pianogrande il 20/01/2013, 13:15

Il vecchio contrordine compagni del mitico Guareschi sta cambiando area.

http://www.huffingtonpost.it/?ref=HRBH-1

Cosentino la spunta.
Ecco una bellissima occasione per dire che non sono tutti uguali.
Fa venire anche qualche sospetto su chi abbia il potere all'interno del PDL.
Chissà cosa ne pensa il più ridicolo "candidato premier" della storia d'Italia?
In effetti, se tolgliessero Alfano dalle liste, chi se ne accorgerebbe?
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda Iafran il 20/01/2013, 13:43

mauri ha scritto:"A Marcello Dell'Utri "temo che dovremo chiedere un grande sacrificio perchè una sua candidatura porterebbe su di noi critiche di chi, come la sinistra, profitterebbe di queste presenze". Lo ha detto Silvio Berlusconi "

Detto, fatto!

ranvit ha scritto:il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri ''... ho deciso: non mi presento alle elezioni''. ''Ci ho riflettuto bene - dice - il Pdl sta salendo nei sondaggi, la vittoria non e' impossibile, ma e' improbabile. Non voglio fare da capro espiatorio, non voglio che si dica: 'Abbiamo perso per colpa di Dell'Utri' ''.

'Ca nisciunu è fess!
Se si dovesse vincere ... "i sacrificati" (di ogni "ordine" e "specie", si direbbe)... avranno tutto quel che chiedono ... i cittadini a pagarne le spese (sempre più salate), come al solito!
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Re: Impresentabili: l'appello

Messaggioda flaviomob il 20/01/2013, 22:17

Nando dalla Chiesa - gennaio 2013

La famiglia Brembrilla in vacanza…

Alla fine la vicenda della candidatura di Bruna Brembilla al parlamento si è conclusa con la rinuncia dell’interessata. Ed è un bene. Bruna Brembilla, per chi non lo sapesse, è una consigliera provinciale del Pd milanese, già assessore provinciale all’Ambiente con Filippo Penati e prima ancora sindaco di Cesano Boscone, hinterland sud-ovest di Milano. La questione della sua candidatura era stata sollevata sulla stampa e nel partito democratico milanese per una ragione molto semplice.

La signora è stata a suo tempo intercettata dai Ros dei carabinieri mentre trattava voti e sostegni elettorali con personaggi vicinissimi a esponenti di spicco di quei clan calabresi che da decenni imperversano nella cintura sud milanese. Uno dei quali è stato definito “capitale sociale” della ‘ndrangheta in una recente ordinanza di custodia cautelare. Insomma, mentre alcuni suoi colleghi (e colleghe) di partito denunciavano, rischiando, le collusioni tra ‘ndrangheta e politica lei le alimentava. In qualsiasi democrazia questo dovrebbe bastare a chiudere il discorso.
Il discorso invece è stato tenuto aperto per intere settimane. Ed è ciò che stupisce al di là del suo esito finale (forse dovuto a una lettera aperta inviata a Bersani dagli esponenti antimafia del partito milanese). Perché vuol dire che alla nostra democrazia mancano ancora i cosiddetti “fondamentali” della virtù pubblica, o della questione morale. Basta vedere le argomentazioni addotte per respingere le obiezioni alla candidatura: non è stata condannata, è incensurata, tutto è stato archiviato (ma le intercettazioni sono vere…), il tempo della caccia alle streghe è finito nel medioevo (della serie: è la modernità, bellezza), non sapete nemmeno di cosa state parlando, sono cose vecchie, è tutta una montatura.

Una discussione surreale, dietro la quale c’è purtroppo una lunga storia di indifferenza, di aree grigie, di contiguità, di affarismo, di neutralità etica, di cene elettorali, di scambi di favori alla faccia del primato delle istituzioni. C’è una palude che resiste a farsi bonificare.
Oggi che il pericolo della ‘ndrangheta al nord è stato indicato nelle sue vere dimensioni, continuare ad aspettare le condanne penali invece di intervenire tempestivamente (e con radicalità) sui comportamenti pubblici significa farsi complici. Sempre che sia vero quel che i politici di sinistra dicono tra gli applausi nei convegni: che la mafia o la ‘ndrangheta non sono semplici forme di delinquenza organizzata, ma sono poteri, sistemi, economia e cultura. Cultura, appunto.

http://www.isiciliani.it/la-famiglia-br ... PxP9vLP8rc


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