franz ha scritto:pianogrande ha scritto:Berlusconi ha fatto il salto di qualità.
Ha usato lo stato per imporre le "sue" regole.
Questo, per me, è il passaggio successivo al "niente regole".
Non è vero che questo sia il risultato finale, il sogno di ogni "liberista"?
Io ci rifletterei un po' sopra.
Riflettiamoci, dunque.
Usare lo stato per imporre le proprie regole è il sogno di ogni gruppo sociale e d'interesse.
Non solo quindi di liberisti ma anche di socialisti, cattolici, comunisti, fascisti etc.
In fondo è ovvio. Dato che esiste lo Stato, avere il potere significa essere nel posto giusto per poter fare quelle leggi che lo modificano secondo un proprio disegno preciso, un modello. Il sistema democratico dell'alternanza evita gli abusi piu' grandi e permette di avere, nel ciclo medio-lungo, una società che è caratterizzata da vari elementi (di mercato, sociali etc).
In questo caso, a meno di non avere una maggioranza solida nel tempo (per 50 anni) è impossibile che qualcuno arrivi al "niente regole" oppure al suo opposto.
Ribadisco comunque che "niente regole" (e niente stato) non è il sogno di ogni liberista ma quello dell'anarchico.
Anarchia significa infatti senza regole (dal greco αναρχία, ovvero "senza arché, senza principio regolatore",
Esiste comunque una simile corrente nell'ambito del pensiero liberista e si chiama "anarco-liberismo". Cosi' come esiste un anarco-comunismo.
Il fatto che esista una corrente di pensiero anarco-liberista non significa pero' che essa sia il sogno di ogni liberista.
Ciao,
Franz
PS: Berlusconi tuttavia impone le sue regole, non tanto quelle del liberismo.
Impone le sue grazie ad un sistema di alleanze tra statalisti di AN, post-democrsitiani e post-socialisti, populisti della lega. Di idee liberali o liberiste solo tracce molecolari.
Risposta pacata che condivido.
Io, col mio carattere, non sarei stato in grado di scriverla in questi termini soft.
Mi permetto di aggiungere che le idee liberali e liberiste in forma molecolare sono presenti giusto come mascheramento a tutto quello che in realtà non è nè liberale nè liberista. La mia citazione dell'antitrust e della concorrenza, cavalli di battaglia della politica "liberista" (e riconosciuta unanimamente come tale) della UE non è stata fatta a caso.