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Torniamo a parlare di PD del Nord?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda ranvit il 05/07/2009, 17:57

Giusto pierodm....ma il mio riferirmi alla soluzione dei "problemi della gente" è una conseguenza del fatto che nell'attuale centrosinistra spesso si tende ad ignorarli. Tipo microcriminalità, corruzione e ladrocinii dei politici, monnezza per strada...., tasse (l'aumento delle tasse di Prodi che colpi' particolarmente i lavoratori dipendenti, fu l'antefatto della disfatta), etc

Per quanto riguarda invece la pretesa della sinistra di essere migliore, lascio la parola....ai fatti.

Vittorio
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda lucameni il 05/07/2009, 18:03

La sinistra diversa?
Adesso probabilmente si, in alcune cose.
Forse la casta politica della sinistra oggi è meno corrotta ; anche se non immune.
L'elettorato non so. Probabile che sulle grandi cifre sia meno condizionabile e più attento ad aspetti come la legalità etc etc.
Che poi questa diversità, almeno se riferito al buon tempo passato, fosse una cosa di cui vantarsi in tutto e per tutto è altro discorso.
Dipende cosa si intende per "diversità", che non può certo essere considerata senza pensare ai miti (e limiti?) e alle credenze che vi erano in quel periodo presso il "popolo di sinistra".
La storia italiana ed europea, con tanto di democrazia bloccata (per un caso fortuito?) avrà voluto dire qualcosa, a meno di inventarsi giustificazioni complottiste e rassicuranti.
Come avrà voluto dire qualcosa la corsa a rotta di collo per cambiare nome al PCI.
Intepretazioni storiche, fermo restando che forse molti di noi hanno vissuto in Italie diverse.
Un destro come me non approva certamente questa pretesa di rappresentare la parte migliore (di cosa? rispetto a chi?), gli unici intellettuali esistenti, delegittimando ogni forma culturale non di sinistra (intesa sostanzialmente poi come ex PCI o PCI).
Lo dico perchè in 40 anni di vita ho conosciuto un po' di persone, alcune veramente ottime da ogni punto di vista, anche intellettuale.
E non erano di sinistra.
Lo dico perchè ho letto e conosciuto intellettuali, scrittori, musicisti che non erano di sinistra. E, alcuni o molti di essi, non li è trovati certamente mediocri o un gradino sotto altri etichettati di "sinistra" (come se poi l'arte, la filosofia, la letteratura, si potesse etichettare facilmente con le categorie della politica).
Tant'è in Italia siamo mi pare 56 milioni di persone, tutte diverse, ma questo vezzo di ergersi a "migliori" a quanto pare non muore mai.
Per quello che mi riguarda, a parte il fastidio di leggere e vedere atteggiamenti che considero presuntuosi, con tanta ma proprio tanta puzza sotto il naso, mi tocca il giusto.
Continuerò, fin tanto che posso, a votare turandomi il naso, pur consapevole di stare da anni in pessima compagnia.
Temo però che altra fascia di elettorato proprio questa sindrome dei "migliori" la tolleri ancora meno e si possa rifugiare nell'astensione.
Vabbè, ci tocca.
Almeno per ora.
Ultima modifica di lucameni il 05/07/2009, 18:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda lucameni il 05/07/2009, 18:10

(critiche a Berlinguer, proprio sul versante politico, sulle sue scelte o non scelte, e non ovviamente su quello etico, guarda caso vengono anche da sinistra. Mafai e Pons. Tanto per dire. Mica saranno anche loro dei destri travestiti?)
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 06/07/2009, 1:10

Francamente mi meraviglio - continuo ad avere la debolezza di meravigliarmi - quando persone obiettivamente, visibilmente intelligenti sembrano non capire un discorso, o lo distorcono talmente da farlo diventare altro.
Mi riferisco a Luca, e al discorso sulla diversità.

Questo tema l'abbiamo trattato altre volte, e mi sta cominciando a mancare la voglia di ripetermi - anche perché ormai troppe volte non ho avuto alcuna risposta, come se dopo l'invettiva o la dichiarazione del rifiuto di quella diversità non interessasse minimamente proseguire il discorso.
Stavolta, intanto, potrei dire a Luca che - se parliamo di puzze sotto al naso e simili atteggiamenti scontrosi - dichiararsi con tanta acrimonia in "cattiva compagnia" (anzi, pessima) è davvero una grande miseria.
Mi chiederei perché ci sta: per convenienza? Perché altre compagnie sono perfino peggiori?
Ma il caso particolare di Luca m'interessa poco, e comunque si risolve nell'ambito del caso generale.

Non è difficile capire che la diversità di cui si parla è un fatto politico-culturale, e non una casistica individuale, o una graduatoria di meriti e di abilità - il bravo panettiere fascista, il buon padre di famiglia democristiano, il virtuoso pittore repubblicano, cosa che sarebbe sul serio una ridicolaggine. Di queste ridicolaggini a tutto campo è piena la "comunicazione" di questi anni, ma non è un buon motivo per esagerare.
Innanzi tutto, la sinistra non si riduce al PCI: l'ossessione del PCI mi sembra semmai essere quella di chi cerca una revanche postuma, a beneficio probabilmente di un proprio complesso d'inferiorità o di colpa, individuale o di gruppo.

UNO - Nell'italietta che usciva dalla guerra l'operaio, lo studente, il professionista più politicizzato, più impegnato ad informarsi, a prendere coscienza dei propri interessi e dei propri diritti, a dare cioé un corpo più solido al concetto di "cittadinanza" e di "comunità civile", a dare corso concreto alla nuova realtà repubblicana, era per ciò stesso portato ad assumere e a sostenere posizioni di sinistra.

DUE - Non si tratta di opinioni autogratificanti, dato che erano gli stessi avevrsari politici a confermare questa realtà: quando un ragazzo o un lavoratore o un intellettuale, o una donna, mostrava di essere anticonformista, di non cedere sul piano dei diritti, di far valere la propria figura di cittadino in uno stato di diritto, veniva classificato ipso facto come un socialista o un comunista.

TRE - L'ansia, la necessità, il desiderio di legittimazione della sinistra, oltre che l'articolazione dei partiti che li portavano a sentirsi una proiezione dello stato dentro lo stato, implicava che i partiti di sinistra stessi richiedessero in varie forme ai propri militanti (e per estensione ai simpatizzanti) una diversa dignità civile, un comportamento e come minimo un'apparenza diversa da quella del popolo franza-o-spagna-purché-se-magna, che da sempre costituisce la nota caratteristica della nazione.
Il PCI, in questo, più del PSI o altri, data la maggiore rigidezza del partito.

QUATTRO - La militanza - attiva o indiretta - nella sinistra coincideva anche con una richiesta, un indirizzo verso un miglioramento delle proprie conoscenze, fossero pure quelle limitate a qualche lettura del giornale o di qualche testo giudicato importante. In molti casi ciò portava a situazioni forse patetiche nella loro limitatezza, ma nell'insieme non c'era dubbio che la parte di popolo che si riconosceva nella sinistra fosse quella che aveva il maggiore rispetto per la cultura, per l'istruzione, per l'importanza di tenersi informati.
Cose queste che possono sembrare ovvie - e certamente non limitate alla sinistra - se consideriamo le classi più elevate e abbienti, ma che a livello di popolo erano sicuramente molto meno ovvie e molto discriminanti.

CINQUE - Se analizziamo - mica tanto profondamente, basta uno sguardo - la situazione attuale, si ha la conferma che l'historia, come la natura, non facit saltus. Siamo oggi la conseguenza e la continuazione di ciò che siamo stati ieri: noi, la pessima compagnia, da una parte, Bossi, Berlusconi, Gasparri e la Carfagna e i loro ammiratori dall'altra.
Caro Luca, se pensi che da questa parte non siamo migliori, nemmeno un po', nei sondaggi di Papi c'è tanto posto.
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda ranvit il 06/07/2009, 12:19

Intanto, caro pierodm, ti faccio notare che giustamente hai parlato al passato....è vero, usciti dalla guerra e dal fascismo eravamo mediamente migliori. Forse anche molto.
Succede spesso nella storia notare questo fenomeno : persone e popoli tartassati da un despota o da un occupante straniero etc, appena liberi dispiegano tante energie...pulite.
Ma dopo un po' di tempo si torna allo standard!

Nel ns caso, la tensione morale presente nel Pci, e piu' in generale nella sinistra italiana, era davvero forte in tutti i protagonisti : militanti e dirigenti ma anche semplici elettori.
Esauritasi pero' la "necessità", si è tornati allo standard : buoni e cattivi, onesti e disonesti, sono presenti piu' o meno in egual misura in qualunque luogo geografico della politica.

Se tu non lo noti....pazienza! Ma "la gente" si!

Vittorio
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda lucameni il 06/07/2009, 12:29

"a beneficio probabilmente di un proprio complesso d'inferiorità o di colpa, individuale o di gruppo"

'mazza, pure questo!
Vabbè, ulteriore conferma di quanto scrivevo.

L'argomento "perchè non vai a votare dall'altra parte" è frequente, ma se dico "mi tappo il naso" vorrà pur dire che, nonostante vezzi fastidiosi, cazzate assortite quali ad esempio un passato (e a quanto pare un presente) che proprio non contempla i propri errori nell'avere mitizzato dei regimi totalitari (uno dei motivi perchè nello specifico di "migliore" vedo proprio poco), nel complesso - oggi 2009 - trovo la sinistra più potabile e meno pericolosa di questa destra.
Devo fare un disegnino per farmi capire?
Eppure mi pare un discorso molto semplice che non necessita di particolari analisi sociologiche e psicanalitiche.
Fermo restando che questa pretesa di superiorità morale e intellettuale, più che mai se riferita a prima del 2009, è stucchevole e fuori da ogni realtà.
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 06/07/2009, 12:52

No. Le cose non stanno affatto così come dice Ranvit.
Ho parlato al passato per precisione: si era evocato Berlinguer e mi sono attenuto alla visione che si poteva avere in quel momento.
Per certi aspetti, però, la diversità nella "prima repubblica" era perfino meno netta rispetto ad oggi, se facciamo una valutazione compensata relativamente al costume diffuso. Se necessario possiamo approfondire. Anzi, dobbiamo approfondire.

La gente. La gente che vede e che si accorge.
La "gente" non vede una mazza, o meglio vede quello che decide di vedere, e spesso quanto più la sa lunga tanto più la sa sbagliata.

Ma, al di là di questo, chiariamo ancora una volta: io non penso che ci sia una maggioranza di scemi perché non votano a sinistra. Io penso che ci sia una maggioranza - antica e cangiante nei colori della giubba, ma assai meno nella sostanza - di gente mal-pensante o non-pensante perché non solo vota, ma sostiene con fervore una destra sistematicamente e tenacemente fascistoide, e comunque fautrice di comportamenti e stili di pensiero ignobili.
Ricordo ancora una volta quello che diceva in tempi non sospetti un mio professore di filosofia assolutamente non sospetto, essendo dichiaratamente un conservatore liberal-democratico - una rarità: "il problema della politica italiana è quello di avere una destra in prevalenza fascista, inguardabile e inaccettabile", alludendo non solo e non tanto ai vertici di partito, ma proprio alla famosa "gente".

Se non ci decide a vedere le cose in questa luce, non si arriverà mai a niente, o nel migliore dei casi si starà sempre in bilico sul filo del rasoio, presi in mezzo tra una vittoria faticosissima e precaria e una sconfitta rovinosa e di lunga durata.
Vittoria, se mai ci fosse, probabilmente ingannevole.
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Sentirsi diversi non vuol dire per forza essere migliori

Messaggioda franz il 06/07/2009, 14:25

Che ci siano persone che si sentono diverse e migliori di altre è noto.
Probabilmente è una caratteristica psicologica ed una esigenza esistenziale di molti. Forse tutti.
Ovviamente tutti possono sostenere di essere diversi ma non tutti di essere migliori.
Forse chi non puo' esserlo (e nel fondo del suo cuore lo sa) si attacca ad altre cose per cercare di affermare una sua qualsiasi pretesa.
Ecco perché ci sono gruppi che sostengono di essere "diversi e migliori".
Rappresentano l'occasione per chi migliore non è di salire sul carro del vincitore.
Chiaramente c'è modo e modo di spacciarsi per migliore e non tutti sono leciti.
Gli ariani nazisti per esempio sostenevano una superiorità verso altre razze (non ariane) ma sappiamo che questo genere di superiorità non è piu accettata. Tantomeno a sinistra.
Anche vari leghisti del nord, lombardi e veneti, si sentono "diversi" e "superiori" rispetti al "terün" ed ai "negher". Ma anche qui scopriamo che non c'è nulla di che vantarsi.
E perché mai allora una generica appartenenza ad una parte politica dovrebbe trasformare una diversità (che non voglio negare) in una superiorità, che mi pare fuori luogo?

Mi pare una sorta di velato razzismo, del genere piu' sottile, intellettuale.
Gli esseri intelligenti e consapevoli che tutto sanno a capiscono contro gli esseri ignoranti e grezzi che non capiscono un tubo.
Nessuno vuole appartenere al secondo gruppo. Innegabile che conoscenza ed intelligenza siano distribuite in modo diverso nella popolazione ma va dimostrato scientificamente che questa diversa distribuzione segua un profilo politico e partitico.
Dimostrare è molto diverso da affermare e credere, pratica questa autogratificatoria (siccome sono di sinistra allora in qualche modo sono migliore anche io e quindi mi conviene crederci).

Io ritengo che l'ignoranza e l'intelligenza siano equamente distribuite, così come la stupidità ed il banditismo.
La politica dovrebbe far prevalere la qualità di un progetto, non la supposta superiorità (morale? Intellettuale?) dei supporter.

Ciao,
Franz
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda mauri il 06/07/2009, 15:51

si ero "diverso" mi sentivo così, forse superiore con intorno persone grige, ero molto più giovane e colorato
oggi mi sento come tutti gli altri con una piccola differenza, conosco i miei difetti e limiti, mi piace mettermi in discussione sempre e cercare di capire cosa c'è di nuovo e di nuovo da imparare, faccio e sbaglio? ammetto i miei errori e chiedo scusa
io mi sento di sx,
nel panorama politico della sx vedo la scleratizzazione dei dirigenti e degli apparati elefantiaci, devono essere lievi e rapidi, mai uno che riconosce i propri errori, anzi danno colpe ad altri del proprio fallimento politico
vedo anche quella gente che ci governa che a volte ha delle uscite di sx, bah qui c'è qualchecossa che non funge
si, per il csx è ora di voltare pagina altrimenti questa sarà la ns era glaciale
ciao, mauri
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Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 06/07/2009, 20:08

Come nel famoso paradosso, chi più si affanna a negare o banalizzare la "diversità", e ad accusare altri di avere la puzza sotto al naso, è quello che più di tutti si sente diverso e migliore, che ha più puzza sotto al naso e che ritiene di essere fuori dalla mischia a tal punto da poter vedere e giudicare dall'alto della propria superiorità.
Ma - al contrario di questi - io non nego che queste persone abbiano il diritto di sentirsi migliori, e nemmeno che in effetti lo siano, almeno sotto certi aspetti: salvo poi,naturalmente, a dimostrarlo nei fatti, che nel nostro caso sono fatti intellettuali, idee, ragionamenti e scelte di posizione.
Franz, per esempio, ha appena detto cose che non condivido e che trovo ababstanza banali, ma nonostante questo Franz è certamente più colto, più intelligente, e il suo impegno nell'affrontare certi discorsi più apprezzabile della media delle persone che mi capita di incontrare. Lo stesso vale per la gran parte dei partecipanti a questo forum.
La riprova è estremamente semplice e alla portata di chiunque: basta ascoltare una delle tante emittenti radiotelevisive nelle quali interviene la "gente", e la differenza di livello culturale, intellettuale, dialettico, etc, tra le varie parti di cui si compone l'elettorato salta immediatamente agli occhi, senza tante elucubrazioni.

Che esista una "illusione" autogratificante è vero, ma questa è un'ovvietà.
Qui parliamo di diversità reale, non di quella immaginata e percepita: dipende poi, naturalmente, in quale campo, ossia entro quali confini la consideriamo. Nel nostro caso parliamo di diversità politica e culturale.
Se qualcuno vuole impegnarsi nel dimostrare che questa diversità, e la relativa scala di valori, non esistono, può risparmiarsi la fatica: tanto vale dire che stiamo perdendo tutti tempo con l'Ulivo, il PD, la discussione, la politica, il forum, le idee e i punti di vista, dato che tutto ciò non significa niente e che una scelta vale l'altra, e tutta la faccenda può essere liquidata con uno dei cavalli di battaglia del qualunquismo: de gustibus non est disputandum, ovvero tutti i gusti so' gusti, a me me piace così e non me rompete le palle co' tutte 'ste pippe mentali.

Del resto, lo stesso Luca - mentre obietta e polemizza - dice in fondo che sceglie il meno peggio: come dire che sceglie la parte che giudica migliore dell'altra. Il fatto che, poi, giudichi anche questa parte una "pessima compagnia" riguarda una sua sindrome esistenziale, un pessimismo cosmico dalle dimensioni drammatiche che merita semmai un capitolo a parte.

Ma poi ...
In fondo perché mai dovrei stare qui a sudare per dimostrare l'evidenza, o per difendere ciò che non ha bisogno di essere difeso?
Se piace pensare che eravamo - erano, siamo, sono, saranno, sarebbero - tutti uguali, e tutti ugualmente fatui, disonesti, ignoranti, traffichini, etc, che si pensi pure.
Ma poi nessuno si azzardi ad alzare un sopracciglio di fronte alle stranezze di Papi, o alla xenofobia di Borghezio, all'obsolescenza di D'Alema, al massimalismo di Bertinotti, al clericalismo di Buttiglione, al velleitarismo di Diliberto, all'infantilismo dei pacifisti di Agnoletto, ai furbetti del quartierino, al centralismo, allo statalismo ...: in nome di che ci si permette di alzare quel sopracciglio?
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