La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Torniamo a parlare di PD del Nord?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda Gab il 30/06/2009, 13:02

Democrazia e cittadini, la sfida del nuovo PD
da romanoprodi.it

Partiti regionali federati Democrazia e cittadini, la sfida del nuovo PD

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 30 Giugno 2009

Anche se tirare sassi contro i partiti è diventato un esercizio largamente condiviso, non ho mai visto funzionare una democrazia senza un ruolo forte e attivo dei partiti politici. Eppure le energie spese per mettere in pratica l’indicazione contenuta nell’ articolo 49 della nostra Costituzione sono state del tutto trascurabili. Anzi, dobbiamo constatare che sono state spese più energie a impedire che non ad accogliere l’invito dei padri costituzionali che hanno saggiamente scritto che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale“.

Le conseguenze di questo comportamento sono di fronte agli occhi di tutti e non è un caso che in ogni competizione elettorale si moltiplichino le lamentele sulle candidature a cui i cittadini sono chiamati a dare il proprio voto. I cittadini si sentono infatti espropriati nelle loro scelte da decisioni che vengono prese con criteri assolutamente arbitrari e non comprensibili. Tutto questo è grandemente aiutato da una legge elettorale che non consente agli elettori di compiere una vera scelta del candidato, fino ad aver perfino permesso il terribile “gioco” delle “veline”.

In questa sede voglio però limitarmi ad alcune brevissime considerazioni sul Partito democratico che, come dice la parola stessa, deve fare del metodo democratico la sua bandiera e la sua ragione d’essere. Il che vuole dire rispondere ai bisogni e alla volontà dei suoi elettori e evitare che alla vigilia di ogni congresso si ripeta il miracolo della lievitazione delle tessere.

E vuole dire, inoltre, maggiore trasparenza e maggiore vicinanza tra il partito e i propri elettori.
La mia semplice proposta di oggi è la ripetizione (purtroppo dopo molti anni) di quella che feci all’onorevole De Mita quando si stava profilando un crescente distacco tra l’elettorato di alcune regioni e la Democrazia cristiana. La proposta era semplice ed elementare e cioè di costituire in ogni regione un Partito regionale (Lombardo, Laziale, Siciliano, ecc.) dotato di ampia autonomia interna, ma obbligatoriamente federato alla Democrazia cristiana nazionale e legato alle sue decisioni sui temi politici di maggiore rilevanza.

Con una ulteriore clausola, cioè che i delegati inviati dai partiti regionali al Congresso Nazionale fossero esclusivamente in proporzione dei voti riportati nelle ultime elezioni e non dei tesserati al Partito. Ho avuto in seguito più volte occasione di ripetere questa proposta e credo che oggi il Partito democratico, per affrontare con successo il futuro, abbia bisogno di riesaminare questa antica e inutilizzata ricetta, anche se con l’aggiornamento reso necessario dall’introduzione delle primarie. L’elettore ha infatti il diritto di scegliere leaders regionali che conoscano e soprattutto rispondano alla propria base territoriale e che, forti di questa appartenenza e di questa legittimazione, contribuiscano, attraverso i voti della propria regione, alla elezione dei vertici nazionali.

Appare chiaro che questa proposta non è in grado di chiudere totalmente il baratro che si è aperto fra i partiti e i cittadini, ma darà certamente un contributo positivo al controllo democratico della vita politica. Ed un contributo anche maggiore alla democrazia sarà dato dal fatto che i dirigenti del partito saranno maggiormente spinti ad interpretare le esigenze ed i problemi del territorio, rendendo il cittadino più capace di esercitare le sue funzioni di arbitro. Mi rendo conto della semplicità della proposta e della difficoltà della sua attuazione, ma penso che queste ingenuità possano essere perdonate, in quanto provenienti da un cittadino che personalmente, non trarrà alcun vantaggio dalla eventuale messa in atto della proposta stessa.
Avatar utente
Gab
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 506
Iscritto il: 22/05/2008, 16:52
Località: Livorno

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda ranvit il 30/06/2009, 13:14

Molto bene Romano!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda mauri il 30/06/2009, 17:19

"L’elettore ha infatti il diritto di scegliere leaders regionali che conoscano e soprattutto rispondano alla propria base territoriale e che, forti di questa appartenenza e di questa legittimazione, contribuiscano, attraverso i voti della propria regione, alla elezione dei vertici nazionali."

si ma a questo punto perchè non esprimere un candidato per regione alle primarie? 20 candidati
chi prende 50 + 1 diventa segretario, oppure vanno 2 al ballottaggio
il problema è che diventa una campagna elettorale infinita, ma è anche vero che i circoli sono costretti ad andare in mezzo ai cittadini e stare con le persone, e questo è positivo e finalmente si ritorna ad essere presenti in ciccia sul territorio
interessante, non c'è niente da inventare basta ripescare cose vecchie
ciao, mauri
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda franz il 30/06/2009, 22:09

mauri ha scritto:si ma a questo punto perchè non esprimere un candidato per regione alle primarie? 20 candidati
chi prende 50 + 1 diventa segretario, oppure vanno 2 al ballottaggio...

In realtà ogni regione (o meglio provincia) dovrebbe eleggere il suo candidato, con le sue primarie.
Poi per quello nazionale si vede chi si presenta. Come avviene negli USA. Obama anche se qui era uno sconoscito, là era un senatore eletto da uno dei 50 states (l'illinois). Ci sono 100 senatori in USA, due per stato. Un po' come se noi avessino un senatore per ogni provincia italiana. Ma i candidati alle primarie usa non erano 100 :-) Il processi delle primaire è lungo e molti si ritirano lungo il percorso.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda Gab il 01/07/2009, 10:06

Si, bene Romano ma sa se mi posso permettere, da cittadino a cittadino, la "ulteriore clausola"

Romano Prodi ha scritto:Con una ulteriore clausola, cioè che i delegati inviati dai partiti regionali al Congresso Nazionale fossero esclusivamente in proporzione dei voti riportati nelle ultime elezioni e non dei tesserati al Partito.


l'avrei messa come punto fondamentale.

Perche' ogni volta che rileggo questo concetto di Partito federalista non posso non ricordare questo passaggio dell'intervista di Scalfari a Berlingurer ( La questione morale . Enrico Berlinguer - Repubblica, 1981 )

Scalfari: Intervista a Enrico Berlinguer ha scritto:La passione è finita?
Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...


Ecco non vorrei vedere il processo di trasformazione del partito completarsi
con la definizione di una carta geopolitica di nomi e di luoghi.

Gab
Avatar utente
Gab
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 506
Iscritto il: 22/05/2008, 16:52
Località: Livorno

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 02/07/2009, 22:39

Sono grato a Gab per aver citato un intervento di Berlinguer che non ricordavo, e che dimostra ancora una volta la concretezza di un leader e di un partito che pure sembravano così "politici" e che mettono in cruda evidenza il velleitarismo di quelli attuali, che invece si sforzano di essere e di apparire pragmatici.

Il "rapporto col territorio" è una solenne sciocchezza, che vorrebbe significare tante belle cose, ma che in realtà non significa nulla - a meno di non essere la Lega, che della questione territoriale fa la propria ragion d'essere.
O meglio, quel poco che rischia di significare lo spiega bene Berlinguer.

Del resto, anche senza istituzionalizzarla, una simile vicinanza può esistere tranquillamente nei fatti: quali sono i temi politici che hanno una tipica articolazione "territoriale" e che non sono già di competenza di regioni, province e comuni?
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda franz il 02/07/2009, 22:59

pierodm ha scritto:Il "rapporto col territorio" è una solenne sciocchezza, che vorrebbe significare tante belle cose, ma che in realtà non significa nulla - a meno di non essere la Lega, che della questione territoriale fa la propria ragion d'essere.
O meglio, quel poco che rischia di significare lo spiega bene Berlinguer.

Del resto, anche senza istituzionalizzarla, una simile vicinanza può esistere tranquillamente nei fatti: quali sono i temi politici che hanno una tipica articolazione "territoriale" e che non sono già di competenza di regioni, province e comuni?

Veramente il "rapporto con il territorio dei Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via" era il rapporto clientelare che potevano garantire avendo solide basi di potere a Roma, dove tutto si decide, cosa che anche oggi fa Bossi.
Se poi sapessimo trasformare questa evidente cibaria di cui tante mosche si cibano (per usare una perifrasi cara al Nostro Vate) in una delle "tante belle cose" a cui parimenti si fa riferimento, credo che avremmo tutto da guadagnarci.
Come ogni cosa, come ogni strumento, si puo' usarla bene o male. Un bisturi puo' salvare la vita come toglierla. Dipende da chi lo impugna, dalle sue intenzioni e dalla sue perizia e competenza.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 03/07/2009, 12:09

Veramente il "rapporto con il territorio dei Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via" era il rapporto clientelare che potevano garantire avendo solide basi di potere a Roma, dove tutto si decide...Se poi sapessimo trasformare questa evidente cibaria di cui tante mosche si cibano (per usare una perifrasi cara al Nostro Vate) in una delle "tante belle cose"... - Franz.

Siamo al punto di partenza.
Per conoscere e provvedere in merito alle necessità del Veneto, doveva arrivare Bisaglia col treno e con un dossier di fotografie fatte con la Leica?
Tuttavia, facciamo pure che il PD abbia bisogno di questi apporti di aborigeni siculi o veneti o marchigiani DOP, c'è bisogno di creare venti partitini regionali? In mancanza di questi partitini, i politici del PD da dove proverrebbero: dalla Tunisia, dalle Filippine, dal Venezuela?
E poi, non esiste già un'articolazione provinciale e regionale del partito, fin dai tempi della vecchia repubblica?
Gli esempi portati da Berlinguer - e confermati nella citazione di cui sopra - non dimostrano che c'è sempre stata una vocazione localistica, e che questa si concilia malissimo con il perseguimento - anzi, anche solo con l'ipotesi - di un "bene generale" sui temi d'interesse nazionale?
Infine, rimane inevasa - come spesso sucecde - la domanda: quali sono i temi politici che hanno una tipica articolazione "territoriale" e che non sono già di competenza di regioni, province, comuni, comunità montane, GAL e PIT?
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda ranvit il 03/07/2009, 12:13

A proposito di Berlinguer. E' chiaro che aveva capito molto degli "altri" ma.... un tubo dei suoi!
La sua azione favori' il convincimento che quelli di sinistra erano "diversi"....nel senso di non corrotti e capaci : idiozia pazzesca che ancora oggi genera i suoi frutti autolesionistici (noi siamo bravi, onesti e capaci, è l'elettorato italiano ignorante e pecorone che vota Berlusconi/Lega).

Oggigiorno gli ex-Pci sono esattamente (e come poteva essere diversamente?) come erano "gli altri" descritti da Berlinguer.


Tornando all'argomento.
Le parole d'ordine tipo : modernizzazione, rapporto con il territorio, i giovani etc sono tutte vuote ed insignificanti se non tradotte in azioni concrete.
Rappresentare il territorio non è la capacità di portare "pacchetti di voti" nei congressi di partito, ma di operare concretamente per la soluzione dei problemi (reali o percepiti.....sta poi al politico assegnare la giusta risposta) della gente.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Torniamo a parlare di PD del Nord?

Messaggioda pierodm il 05/07/2009, 16:37

Le parole d'ordine tipo : modernizzazione, rapporto con il territorio, i giovani etc sono tutte vuote ed insignificanti se non tradotte in azioni concrete.
Rappresentare il territorio non è la capacità di portare "pacchetti di voti" nei congressi di partito, ma di operare concretamente per la soluzione dei problemi (reali o percepiti.....sta poi al politico assegnare la giusta risposta) della gente.
- Ranvit.

Parole sante, che incornicerei, se non fosse che hanno bisogno di qualche specificazione.
La "soluzione dei problemi" non solo e non tanto della gente, ma del sistema sociale, economico e politico: certo, poi tutto si riflette sulla "gente", ma in un modo spesso indiretto, talvolta contorto e indecifrabile, quasi sempre con effetti diversi e diseguali per "gente" diversa.
In una società complessa non c'è un corpo omogeneo di "gente", di elettori, ovvero una classe sociale unica che ha su ciascun tema "una" necessità, "un" problema.
Un partito deve scegliere - o meglio avere una visione dei problemi dalla quale la scelta discende organicamente - deve scegliere quale necessità di quale classe sociale, o insieme di classi diverse.
Il problema grosso nasce dal fatto che, nella competizione elettorale, si cerca di accontentare la maggioranza, anche quando la logica e i desdideri di questa maggioranza non sono vantaggiosi per il sistema sociale nel suo insieme.
Questo è probabilmente "il" problema della democrazia.

Quanto a Berlinguer e la diversità della sinistra, non concordo affatto con Ranvit: la sinistra era e continua ad essere diversa, e - nei limiti in cui è possibile, cioè piuttosto stretti - migliore. Nei dirigenti migliori, e nella base.
In ogni gruppo, in ogni società ci sono quelli migliori e quelli peggiori - specialmente sul piano culturale, intellettuale e politico, oltre che etico - e non si capisce perché bisogna negare ostinatamente che questa parte migliore sia rappresentata in Italia dai progressisti, ossia da quella che in generale chiamiamo "sinistra".
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

PrecedenteProssimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti