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A sinistra i veri liberali?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

A sinistra i veri liberali?

Messaggioda ranvit il 24/06/2009, 16:37

da pierluigibersani.it :

5 giugno 2009

Da noi i liberali non esistono. Intervista all'Espresso
"Quelli del centrodestra fanno argine alle liberalizzazioni, ma in fondo se ne vergognano anche un po'. Dopotutto queste retromarce non le fanno certo a bandiere spiegate". Reagisce cosi' Pier Luigi Bersani, ex ministro dello Sviluppo economico per il governo Prodi e padre delle "lenzuolate", allo stillicidio con cui il governo Berlusconi sta cercando di smantellare le sue riforme.

Eppure si diceva che il centrodestra gliele invidiasse.
"Il problema e' che il nostro Paese non ha mai avuto ne' una destra ne' un centro liberale, quindi e' toccato alla sinistra sfondare culturalmente su questo tema. E poi la liberalizzazione in realta' e' il contrario del liberismo: e' il mercato che si da' delle regole, nel rispetto del consumatore. La loro contraddizione e' incarnata dal leader.Berlusconi e' liberista quando c'e' da aumentare la volumetria delle case, ma se c'e' da fare antitrust sulla raccolta della pubblicita', allora fa il protezionista e il monopolista. E' un mix che piace, a questa borghesia delle corporazioni".

Come si batte una lobby?
"E' difficile, e a volte bisogna ingegnarsi. Se andate a guardare, vi accorgerete che ad esempio la liberalizzazione delle ferrovie la feci di notte, e le due lenzuolate per decreto. A volte e' necessario forzare la mano: io non vorrei essere intrusivo, ma se il mercato fa il furbo la legge deve intervenire. La strada parlamentare e' sempre impervia, soprattutto quando vai a toccare le professioni".

E come si batte una lobby?
"Mi accusavano di occuparmi di "minuzie" come i telefonini, e invece era chiaro che si trattava di colpi forti a poteri molto forti. Come assicurazioni e banche, prima di tutto, le stesse che oggi hanno il coraggio di sostenere che siano le liberalizzazioni ad alzare i prezzi. Poi ci sono lobby forti anche se di minor rango, come i farmacisti e i tassisti, che appartengono a settori dove e' stato reso possibile vendere, a caro prezzo, quella che e' un'esclusiva pubblica. Infine una resistenza piu' diffusa e trasversale: quella di chi crede che sia un bene per tutti che ciascuno se ne stia nel proprio recinto.Difendendosi dall'arrivo degli altri, giovani o meno. A questi tre livelli, ovviamente, si sommano le resistenze politiche".

Aiutano, le associazioni dei consumatori?
"Aiuterebbero associazioni piu' forti. Ho sempre pensato che dando loro un ruolo, come feci per le norme sui mutui pregressi, si inneschi un meccanismo selettivo che le aiuta a perfezionarsi. E ad accorparsi: abbiamo bisogno di un movimento consumeristico attrezzato e meno frantumato di quanto non sia oggi".
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A sinistra i veri liberali?

Messaggioda lucameni il 24/06/2009, 17:27

Oddio che a sinistra ci siano veri liberali mi pare azzardato dirlo, non fosse altro per la profonda diffidenza che questa parola riscuote nella base elettorale. Insomma se ne può discutere.
Ma che a destra "non" ci siano liberali (e liberisti, nonostante la differenza di significato) mi pare chiaro.
Bersani l'ha detto bene: un monopolista non può certo fregiarsi del termine liberale e liberista, nonostante lui e i suoi scherani se ne riempino la bocca ogni momento.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: A sinistra i veri liberali?

Messaggioda Paolo65 il 24/06/2009, 17:27

Di sicuro la butto giu facile ma per fare qualcosa di liberale in questo paese bisogna avere solo un pò di coraggio e tenere duro una volta prese le decisioni.

Abbattere l'obbilgo di iscrizione agli ordini per poter esercitare la professione non è difficile.

Duplicare con un solo articolo di legge il numero delle farmacie sul territorio non è difficile.

Mettere per legge che i carburanti si possono vendere anche nei centri commerciali non è difficile.

Duplicare il numero delle licenze dei taxi non è difficile.

Smantellare il monopolio dei notai non è difficile.

La vera difficoltà è trovare una maggioranza che non sia esponente di questi poteri. Ed a DX come a SX ci sono solo un numero limitato di parlamentari liberi in tal senso.

Bersani se vuole essere credibile come potenziale nuovo segretario dovrebbe candidarsi con un programma che dica quelle cose scritte sopra e troverebbe molti elettori,cittadini ormai stufi ed arcistufi che questo paese chiunque lo governi, non cambia o vada addirittura peggio.

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Re: A sinistra i veri liberali?

Messaggioda pagheca il 24/06/2009, 19:49

facilissimo ...eccetto che appena lo fai ti saltano tutti addosso. Vedi tentativi di liberalzzare le licenze dei taxi, una vicenda surreale difficile da comprendere per chiunque non sia vissuto in Italia.

Non voglio dire con questo che molte delle cose che dici non vadano fatte, ne che non ci si debba impuntare per farle, ma che non e' facile come sarebbe altrove.

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Re: A sinistra i veri liberali?

Messaggioda lucameni il 24/06/2009, 20:48

"Vedi tentativi di liberalzzare le licenze dei taxi"

E che ricordo fu osteggiata violentemente dai nosti "liberisti" di destra.
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Re: A sinistra i veri liberali?

Messaggioda franz il 25/06/2009, 8:39

Bersani ha ragione quando parla di corporazioni, il vero problema italiano, ma torto quando scambia le resistenze alle liberalizzazioni come resistenze del mercato. Quando i tassisti insorgono, non è il mercato che furbescamente reagisce ma è un agire politico-sindacale (blocchi stradali, scioperi) ad essere messo in atto. L'italia corporativa, quella delle rendite e dei monopoli si difende con la politica e non è un caso quindi che Berlusconi sia dove è.
L'Italia corporativa si difende con regole ad-hoc, con limiti al mercato ed alla libera impresa.
L'Italia corporativa si difende con un eccessi di normativa e la pesante burocrazia statale che cio' comporta.
Le liberalizzazioni quindi vanno nella direzione del mercato e del liberismo e non vogliono certo dire "zero regole" (che sarebbe anarchismo).
Questo fatto che i liberali siano solo a sinistra e che la destra non abbia liberali pero' è sbagliato.
Sono assoluta minoranza e sono in grande disagio rispetto alla politica di Berlusconi e Tremonti, ma ci sono.
Un esempio puo' essere Antonio Martino e come think tank ricordo l'istiuto Bruno Leoni.
Che poi a sinistra non piacciano le cose che i liberisti dicono è naturale (non piacciono nemmeno alla destra berlusconiana e leghista) ma da qui a negarne l'esistenza ci passa. Possiamo dire piuttosto che una politica liberista e liberale è totalmente assente dalle azioni dei governi di centrodestra e che quel poco che in Italia abbiamo visto (anche come snellimento della macchina amministrativa e riduzione di numero di imposte) è stato proposto dai governi guidati da Prodi. Ma dire che manca una politica liberale è cosa diversa da dire che mancano i liberali.

Diciamo che sono ininflenti. Chiediamoci se sia un bene o un male.

Franz
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