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Bipolarismo o bipartitismo?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Bipolarismo o bipartitismo?

Messaggioda franz il 20/06/2009, 17:01

La realtà oggi (bipolare) è questa:
http://parlamento.openpolis.it/grafico_ ... votes_16_C
In pratica il voto degli eletti del PD e IDV è indistinguibile.
Lo stesso vale per il voto PdL e Lega.
Se ci fossero due grandi partiti quella realtà credo che non cambierebbe.

Unica voce leggermente fuoro dal coro è l'UDC.
Oggi all'opposizione. Destinata ad esserlo sempre?

Franz
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Re: Bipolarismo o bipartitismo?

Messaggioda pierodm il 21/06/2009, 18:25

Il raffronto delle votazioni parlamentari non assume alcun significato decisivo, in merito alla definizione di una realtà bipolare: è utile come lo sono altri elementi, ma niente di più.
Anche nella vecchia Prima Repubblica, in fondo, da una parte c'era il pentaparito, dall'altra il PCI a sinistra, e il MSI a destra, e tutti votavano più o meno compatti.
Tuttavia, va bene, prendiamo atto della cosa senza troppe chiacchiere: c'è un bipolarismo di fatto
Ma la domanda che ci dobbiamo fare è: siamo contenti di questa situazione?

Chiunque legge anche solo questo forum - a prescindere da giornali e fonti diverse - vede bene che nessuno è soddisfatto, e che anzi non c'è un solo aspetto della nostra politica che sia salvo da critiche feroci o da considerazioni totalmente sconsolate - a parte l'aspetto della "governabilità", che vale però solo quando vince Papi, e che per questo motivo fa rimpiangere i tempi di Mariano Rumor e di Fanfani.

Ora, è evidente che una differenza esiste tra bipolarismo e bipartitismo, nel senso che il secondo è peggio del primo, presentando gli stessi difetti ma resi più istituzionali e più difficili da contrastare: infatti, molti si affannano a sperare e si adoperano alacremente per ottenere che il peggio prevalga, e il bipartitismo finalmente trionfi.
Ciò che mi fa essere ferocemente avverso a questo schema di pensiero, e assolutamente scettico, tuttavia, non è il bi-polopartitismo in se stesso, per il quale mi limiterei ad avere dubbi di scuola e di principio, senza farne cioè uno scandalo.
Quello che mi sembra raccapriciante è che se ne parli con aria messianica, ossia come palingenesi taumaturgica d'ogni male, il che già mette sul piatto della bilancia la spada di Brenno che simili entusiasmi dogmatici hanno l'obbligo di suscitare.
A questo si aggiunge la cosa forse politicamente più grave: bipartitismo per fare che cosa, da parte di chi, in vista di quale obiettivo? In parole spicce, alla "vocazione maggioritaria" del PD, ovvero alla pretesa di raccogliere "tutto ciò che sta di qua", quale programma, quale "visione", quale tipo di stato, società, progetto, corrisponde?
In parole ancora più spicce, d'un amico mio assai poco politicamente corretto: questi, che cazzo so', che cazzo vonno fa'?
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Re: Bipolarismo o bipartitismo?

Messaggioda lucameni il 22/06/2009, 0:52

Io mi ripeto spesso e pazienza.
Comunque sia proprio in merito al bipolarismo intesa come Fede (Speranza e Carità), o meglio ad un "certo" bipolarismo" come Fede (Speranza e Carità), la mente mi va sempre all'ulivista Rovati, braccio destro e maldestro di Prodi: per lui Berlusconi aveva fatto bene a "scendere in campo".
Il Cavaliere Unto, a suo dire pure un gran simpaticone, avrebbe così dato il via libera a "questo" bipolarismo" e così al godimento di questi ulivisti che già avevano in mente un'Italia condannata tra questa sinistra (PD prossimo venturo con tutti dentro, sinistra ultraradicale compresa) e questa destra berlusconizzata.
Passaggio obbligato sarebbe stato appunto il bipartitismo; il che faceva molto 'ammerigano.
Volendo anche il referendum che - spero - sta per fallire andava in questa direzione, sulla scorta di quanto auspicava quel geniaccio incompreso di Rovati.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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