La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda ranvit il 22/05/2009, 18:19

Dal corriere.it :

Il retroscena: Anche Letta preoccupato
Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»: disegno contro di me

ROMA — Il sorriso negli ultimi tem­pi Berlusconi lo indossa solo nelle occa­sioni pubbliche, e anche in quei casi la maschera a volte cede. D’altronde non è facile celare l’inquietudine per chi si sen­te «vittima di un disegno costruito a ta­volino » che ha l’obiettivo di indebolirlo, fiaccarlo e infine isolarlo, per trasformar­lo in un’anatra zoppa, in un leader cioè senza più leadership, in un premier sen­za più potere, in attesa di essere sostitui­to. È un’ossessione che non lo lascia più, anzi che è proprio il Cavaliere ad ali­mentare giorno dopo giorno, andando alla ricerca di riscontri che convalidino la tesi.

Perché è vero che nel Palazzo e nelle ur­ne non c’è al momento la possibilità di scalfire la sua forza: non ci sono i numeri in Parlamento per un ribaltone, nè c’è un’opposizione in grado di rimontarlo nei consensi, «e siccome non riescono a colpirmi politicamente, stanno tentando altre strade». Il punto è che il suo tallone è ben in mostra, le vicissitudini personali hanno allargato l’area del bersaglio. Lo de­scrivono «assai irrequieto e angosciato», convinto com’è che «siamo solo ai preli­minari »: il colpo semmai — ecco il moti­vo del suo stato d’animo — lo attende do­po le elezioni, a ridosso del G8.

In questa sindrome che lo attanaglia, Berlusconi intravede una sinistra coinci­denza a sostegno delle sue congetture: nel ’94, al vertice di Napoli, fu l’avviso di garanzia del pool di Mani Pulite a desta­bilizzarlo; stavolta — siccome nemme­no il caso Mills sembra produrre quegli effetti — teme ci proveranno «con la spazzatura». Se accadesse, sarebbe un terremoto. Raccontano che finora il pre­mier non sarebbe riuscito a capire da do­ve stia arrivando l’attacco: scartata l’ipo­tesi dell’opposizione e dei giornali, «ter­minali » a suo dire del disegno, lascia aperta la pista della magistratura, della finanza italiana e persino di lobby inter­nazionali.

Ancora ieri — dopo l’ennesima offen­siva contro il «Parlamento pletorico» e le «toghe rosse» — ha confidato di non aver paura di manovre di Palazzo: «Il pro­blema non sono Fini o Casini, figurarsi, ma certi poteri. Non vorrei stessero di nuovo pensando a mettersi in proprio». Non è un caso se nei giorni scorsi Gianni Letta si è mosso con riservatezza e caute­la nei panni dell’ambasciatore: ha avuto colloqui con Carlo De Benedetti, editore del gruppo Repubblica-L’Espresso, e con importanti banchieri. E non è un ca­so se ieri a Confindustria si è avvertito il gelo del premier con pezzi del gotha im­prenditoriale, se De Benedetti ha stretto le mani di (quasi) tutti i ministri senza mai incrociare il Cavaliere.

Difficile capire se Letta coltivi la stes­sa sindrome, di certo è preoccupato, per­ché convinto che «la campagna di ag­gressione », unita alla campagna mediati­ca, non si arresterà. Di più. Teme che sta­volta non sarà come ai tempi del «caso Saccà», quando da un’inchiesta della Procura di Napoli emersero le intercetta­zioni tra il dirigente Rai e il premier su alcune attrici. «Stavolta il tentativo per colpire Berlusconi sarebbe stato perfe­zionato, costruito meglio», sussurra un autorevole ministro. E non è facile spie­gare al Cavaliere che non può andare in pizzeria come uno qualunque o mostrar­si disponibile con chiunque. Nei giorni in cui tutto ebbe inizio, Berlusconi urlò ad alcuni suoi consiglieri: «Non sono te­nuto a dirvi sempre dove vado e cosa faccio. Non faccio nulla di male nella mia vita».

Ma è proprio lì che l’opposizione si prepara a mirare. Finora il Pd ha tenuto separato lo scontro politico dalle faccen­de private del premier, ma ora i Demo­cratici stanno raccogliendo le firme alla Camera per un’interpellanza urgente al Cavaliere, perché risponda «direttamen­te » ad alcune domande: «Quando e co­me ha conosciuto Benedetto Letizia»? «Qual è la natura dei rapporti con lui»? «Conosce le copiose proprietà immobi­liari della famiglia Letizia»? «Qual è la natura dei rapporti con Noemi che cono­sce da quando era minorenne»? «Dopo quanto affermato da Veronica Lario, ci sono altre minorenni che incontra o 'al­leva' »? E «quali sono le sue condizioni di salute». Tutto ciò — è scritto nel te­sto — per fare «chiarezza» su una vicen­da che «rischia di danneggiare l’Italia e le sue Istituzioni a livello internaziona­le », anche perché siamo «alla vigilia del G8»...

Francesco Verderami
22 maggio 2009
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda ranvit il 22/05/2009, 19:22

........interessante......se vero.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda pinopic1 il 22/05/2009, 22:49

Le domande mi sembrano retoriche. Nel senso che chi le formula potrebbe conoscere le risposte altrimenti non si esporrebbe al rischio di risposte convincenti.
Per il resto mi sembra che i suoi stiano preparando la strategia di uscita. I poteri forti contro il potere debole, il povero Berlusconi così ingenuamente alla mano e disponibile.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda ranvit il 29/05/2009, 11:30

Da repubblica.it :

A pranzo si sfoga con Fini: non mi avete difeso abbastanza
Sacconi: vogliono far fuori il Cavaliere ma gli italiani sono pronti a rivotare
Berlusconi teme il trappolone "Sono pronto a tornare alle urne"
di CLAUDIO TITO


ROMA - Per ora è solo una minaccia. L'arma fine di mondo. Eppure Silvio Berlusconi ha iniziato a sventolarla. Non nelle occasioni ufficiali. Ma nelle riunione informali. Negli ultimi giorni, la "soluzione finale" è stata accennata in più di una circostanza. Quale? Le elezioni anticipate.
Il presidente del consiglio si sente sotto assedio. Stretto tra le inchieste giornalistiche, le indiscrezioni sulle indagini condotte dai magistrati a Napoli e il terrore che altre intercettazioni telefoniche possano improvvisamente riemergere dal silenzio. E allora, ha detto ieri mattina in consiglio dei ministri, "non mi farò piegare". Davanti ai ministri ha evitato con cura di parlare esplicitamente di ricorso alle urne. Eppure nell'ultima settimana con i fedelissimi non ha affatto nascosto che l'ultima carta da giocare sarebbe proprio questa. "Se ci fosse uno show down - sono state le parole ripetute a diversi esponenti del governo - allora dovremmo ripresentarci davanti agli elettori. Chiedere il loro giudizio. E sono convinto che gli italiani staranno ancora con me".

Allo stato, il premier non ha ancora deciso di imbracciare concretamente il fucile che possa porre fine alla legislatura. Vuole aspettare il risultato delle europee. Soprattutto vuole capire se il "Noemigate" e le inchieste napoletane sul termovalorizzatore imboccheranno una svolta decisa. Circostanze che lui definisce "scorciatoie" per disarcionarlo. "Ma se qualcuno insegue scorciatoie - ha ammonito - sarò io il primo a prenderle. Si torna al voto". Uno schema proposto pubblicamente pure dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: Si cercano armi improprie per far fuori il presidente. Ma gli italiani sono pronti a rivotare". Ragionamenti che in modo meno esplicito il capo del governo ha fatto anche durante la riunione dell'esecutivo di ieri. "Più mi danno delle botte in testa - ha avvertito - più mi sento forte. Di certo tutte queste bugie, tutti questi attacchi non riusciranno a intimidirmi. Io non mi piegherò".

Sta di fatto, che il sospetto di una macchinazione per assestargli una "spallata" è andato via via crescendo nell'ultimo mese. Il fantasma del "ribaltone" guidato nel 1995 da Lamberto Dini è tornato a materializzarsi dalle parti di Via del Plebiscito. Lo spettro di un governo istituzionale magari per realizzare una parte di riforme istituzionali o una nuova legge elettorale aleggia sui tetti di Palazzo Chigi. Le mosse compiute da settori della finanza e dell'industria lo hanno innervosito. Sospetta che anche in quegli ambienti si stia creando una sponda "ribaltonista". Il Cavaliere vuole subito spazzare via tutti i dubbi. Che in una certa misura ha manifestato anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma soprattutto li ha espressi con veemenza agli alleati. E già, perché dai partner di maggioranza avrebbe voluto più solidarietà dopo la richiesta di divorzio di Veronica, dopo le polemiche sulla famiglia Letizia e dopo la sentenza Mills. Tant'è che ancora in consiglio dei ministri ha protestato per come è stato difeso l'altro ieri nel corso della trasmissione "Porta a porta". Lì, a rappresentare il centrodestra, c'era Ignazio La Russa. "La prossima volta - lo ha rimproverato - chiamami e ti spiego come sono andate le cose". Del resto si è lamentato anche con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ieri i due sono tornati a parlarsi dopo un bel po' di tempo. Il Cavaliere si è lasciato andare ad un lungo e appassionato sfogo. Non a caso da Montecitorio è uscita una sola indiscrezione sul pranzo: "solidarietà umana all'amico Silvio". Una formula, usata anche dal capo dello Stato, che non ha convinto del tutto il premier. Poi, certo, il capo del governo e il presidente della Camera hanno concordato i prossimi passi da compiere per ridurre il numero dei parlamentari e per le nomine Rai. Ma il cuore dell'incontro sono state le vicissitudini del Cavaliere.

La carta del voto anticipato resta comunque una "extrema ratio". Berlusconi ha fatto sapere di volersi buttare a capofitto nella campagna elettorale. "Le volgarità di Franceschini sono un tonico per me". Adesso considera la frase del segretario democratico sull'educazione dei figli il suo cavallo di battaglia. Secondo il premier, anche il sondaggio recapitato ieri pomeriggio a Via del Plebiscito dimostrerebbe che il passo falso di Franceschini sta penalizzando il Pd. Sebbene sia cresciuta pure l'astensione di centrodestra. "Se poi c'è lo show down...".

(29 maggio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda ranvit il 29/05/2009, 11:53

da ilmattino.it :

Rifiuti, il procuratore Lepore:
«Berlusconi indagato? Lo saprei»

ROMA (29 maggio) - «Berlusconi indagato? No, altrimenti lo saprei. Ma poi di cosa dovremmo accusarlo? di traffico internazionale di spazzatura? Non scherziamo. Se ci fosse un'indagine del genere e non lo sapessi sarebbe una cosa gravissima». Il procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore, risponde così al Mattino che lo ha interpellato «sulle preoccupazioni degli ambienti romani per gli esiti immediati - scrive il Mattino - di un'inchiesta sui rifiuti in Campania. Qualcosa - aggiunge il cronista - che va ben oltre il “Noemi-gate”o il processo Mills». Il Mattino ricorda che il capo della procura di Napoli è «da dodici mesi il superprocuratore dell'emergenza in Campania» e che quindi anche le altre procure della regione sarebbero tenute a spedire a lui un eventuale fascicolo sulla gestione dell'emergenza rifiuti.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»

Messaggioda ranvit il 29/05/2009, 18:10

da repubblica.it :

Dall'Aquila nuovo, duro attacco del premier alla magistratura
"Con le loro decisioni vogliono ribaltare il voto"
Berlusconi: "Giudici eversivi"
L'Anm: "Basta insulti e invettive"
L'associazione annuncia iniziative a tutela dell'ordine giudiziario
E Mancino ricorda l'appello lanciato dal capo dello Stato


L'AQUILA - "Quando con delle sentenze basate sul ribaltamento della realtà si vuole ribaltare la decisione popolare e si vuole sostituire chi è stato eletto dal popolo, questa si chiama con una parola sola: volontà eversiva ed eversione". Silvio Berlusconi ribadisce i suoi attacchi ai "grumi eversivi" della magistratura. Stavolta lo fa dall'Aquila, durante un sopralluogo all'ospedale gravemente danneggiato dal terremoto del 6 aprile. Provocando la reazione dell'Associazione nazionale magistrati, del vicepresidente del Csm e dell'opposizione.

L'attacco di Berlusconi. 'Ho citato l'esempio del '94 - spiega il premier, polemizzando coi giudici - quando sono stato eletto e ho avuto un attacco della magistratura su una cosa che non esisteva, e per la quale io sono stato assolto, dieci anni dopo, con formula piena. Quell'attacco ha ribaltato il voto degli elettori. Quindi c'è stato un fatto eversivo nei confronti di un voto democratico. Volevo precisare cosa intendevo dire. Quando si tenta di andare contro chi è stato eletto democraticamente con accuse fondate su una situazione falsa, questo è un fatto eversivo". Quindi boccia l'ipotesi di voto politico anticipato, avanzata dal ministro Maurizio Sacconi: "No", si limita a dire a chi gli chiede un commento.

L'Anm: "Basta invettive". "La magistratura non intende lasciarsi trascinare in una contrapposizione politico-elettorale, ma ha il dovere di non assuefarsi a questi metodi e di dire basta allo stillicidio d'insulti e invettive, che fa male al paese e alle sue istituzioni": così replica al Cavaliere, in una nota la giunta dell'Associazione (la firmano il presidente Luca Palamara, il segretario Giuseppe Cascini e il vicepresidente Gioacchino Natoli), aggiungendo che "nelle prossime riunioni degli organi rappresentativi dell'Associazione adotteremo ogni iniziativa idonea a tutela della credibilità dell'ordine giudiziario". La giunta dell'Anm sottolinea anche che il presidente del Consiglio dovrebbe ascoltare il monito di Giorgio Napolitano, che aveva invitato a "non abbandonarsi a forme di contestazione sommaria e generalizzata dell'operato della magistratura".

L'appello di Mancino. Un invito a ricordare il senso delle parole del capo dello Stato arriva anche dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. Che ricorda "la recente nota attribuita agli ambienti del Quirinale nella parte in cui viene giustamente ribadito che politica e giustizia hanno 'una comune responsabilità istituzionale' e perciò non possono guardarsi 'come mondi ostili', Abbassare, perciò, i toni dello scontro, che si è nuovamente riacceso, non è solo un auspicio, ma un preciso dovere di chi riveste ruoli istituzionali: rispettare le competenze altrui fa parte delle regole di ogni sana democrazia".

Le critiche dell'opposizione. Nel Pd a parlare è Anna Finocchiaro: "Basta con polveroni che inquinano il clima politico. Gli ennesimi attacchi contro la magistratura che vengono dal presidente del Consiglio sono inaccettabili". Ancora più duro Antonio Di Pietro: "Eversivo è il discorso di Berlusconi, lui è un eversivo e uno piduista che sta stravolgendo le regole democratiche del Paese".

Berlusconi all'Aquila. Al suo arrivo all'ospedale, il premier viene accolto da diversi applausi e più di una persona lo incita ad andare avanti nel suo lavoro. Una sola persona, che ha detto di chiamarsi Bruno e si autodefinisce "sfollato", lo contesta urlandogli di "farsi processare" e di "rispondere alle domande". Il Cavaliere non si scompone minimamente e continua a salutare le due piccole ali di folla formatesi all'ingresso della struttura.

(29 maggio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46


Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti