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Gentilmente

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Gentilmente

Messaggioda pierodm il 23/03/2009, 23:16

Ringrazio Paolo, che due righe due in risposta alla mia richiesta le ha scritte: un po' poco, ma almeno dimostra di aver capito il senso di ciò che stiamo discutendo.
L'obsolescenza e le caratteristiche della sinistra che non sono gradite, consistono secondo Paolo in tre cose: deficienza di liberalismo, buonismo e terzomondismo.
Tre temi che dimostrano quanto fosse opportuna la mia domanda, e la ragione per cui l'ho fatta.

Sul liberalismo abbiamo già molto discusso, e molto ancora potremmo discutere, ma una cosa è sicura: se pure una simile deficienza fosse tanto affligente per la sinistra, rimane assai difficile farne un caso che riguarda la sola sinistra, e tanto meno un caso legato all'obsolescenza ideologica legata al mutare dello spirito dei tempi - in un mondo che riscopre, a destra, il protezionismo e lo statalismo, e nella sinistra liberal americana un misto di new-deal, di welfare e di liberal-socialismo.

Sul buonismo e terzomondismo, francamente ho ben poco da dire: il primo è una questione di stile, che solo la destra trasforma in argomento politico.
Temo che, se andiamo a verificare in dettaglio di che cosa si tratta, troveremmo brutte sorprese, assai simili all'invocazione di Maroni sull'atteggiamento "più cattivo" che bisognerebbe avere verso gl'immigrati.
Oltre tutto, mi sembra un po' strano che il buonismo possa essere impugnato da chi critica la sinistra da posizioni "cattoliche" - ad occhio, non credo che la cosa riguardi Paolo, ma attribuisco le sue indicazioni ai vari critici in generale, anche perché tra le imputazioni che si fanno alla "sinistra obsoleta, etc" c'è quella del laicismo.
Un giudizio molto simile riguarda anche il terzomondismo, con una precisazione ulteriore: si può non essere d'accordo con questa o quella posizione verso questo o quel fenomeno di politica internazionale, ma questi temi non sono affatto "obsoleti", né sono obsolete le ragioni di coloro che cercano nuovi atteggiamenti e diversi modi di affrontare le annose questioni sul tappeto - come sta a dimostrare la polemica attualissima sul viaggio del Papa in Africa, oltre che le novità in materia da parte della nuova presidenza USA.

Per il resto, ringrazio Stefano, che ha ben interpretato ciò che mi ha indotto ad aprire questo argomento.
Avrei, per altro, ben accolto l'invito di Pino, se non fosse successo proprio in questi giorni che è "saltato" il driver della scheda audio del mio PC, e che non sono ancora riuscito a re-installare, incomprensibilmente: dunque non sono in grado di effettuare niente che implichi prestazioni audio.
Avrei comunque qualcosa da dire, nel bene e nel male, sui giovani che si accostano alla politica, ma - senza aver ascoltato ciò che mi viene suggerito - sarebbe un discorso pregiudiziale e teorico, poco rispettoso della concretezza che invece sta alla base di questo argomento.

Infine, Matt.
Vorrei sapere chi sono "quelli come me", e anche dove fonda Matt la sua convinzione di avere il diritto di rivolgersi a qualcuno in questo modo: come ripeto forse per la centesima volta, mi sta bene che chiunque possa pure rivolgersi a me chiamandomi "povero stronzo" - non è un invito, non vi eccitate... - a patto che non si limiti solo a questo ma s'impegni in un minimo di spiegazione.
Non è una questione di bon ton, ma di utilità e di decenza della conversazione.
Lo stesso vale per ciò che riguarda la frase "chi ragiona come te": che significa? chi ragiona come? che cosa ha scandalizzato a tal punto Matt, nel mio post al quale risponde?
Senza avere l'accortezza di specificare, rimane soltanto una baccajata da lavandaie - chiedo scusa alle lavandaie, che facevano un mestieraccio e avevano qualche buona ragione per cercare un'innocente diversivo cantando e litigando.

Va be', io ci ho provato, ma è stato inutile: lo sapevo già, in fondo, ma se l'avessi detto senza una controprova sarebbe sembrato un pregiudizio.
In generale - rispetto a ciò che ripetono come de coccio Matt, Ranvit e qualche altro - devo dire che mi ricordano Franco Melli, un giornalista romano conosciuto fuori da Raccordo per aver a lungo partecipato al Processo di Biscardi.
Melli ad un certo punto ha preso di mira, in ogni suo intervento nelle varie emittenti radiotelevisive romane, Francesco Totti, qualunque fosse l'argomento in esame e il punto di partenza di ogni discussione: fosse pure il calcio nelle Filippine, o la carriera di Silvio Piola, o la vita di George Best, dopo una decina di parole veniva chiamato in scena Totti, ovviamente in chiave ferocemente critica. Era diventata una macchietta, tanto che se ne è occupata anche Striscia la Notizia, consegnando un Tapiro a Melli.
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