gabriele ha scritto:franz ha scritto: che il secondo non riesce a decollare.
E' una questione di scarsa fiducia nel sistema di investimenti. In un paese come il nostro, come dargli torto?
Anche questo è vero, ma il punto principale è che se il primo pilastro assorbe il 33% della busta paga, non è ragionevole pensare che un lavoratore si privi di un altro 10~12% per un sistema a capitalizzazione.
Poi se questo sistema fosse affidato all'INPS chi mai si fiderebbe?
I sistemi a capitalizzazione vanno gestiti da persone competenti, da aziende private, esperte nella gestione del capitale, in concorrenza tra loro nella capacità di investire a basso rischio elevate quantità di denaro. Dove i fondi pensione privati sono partiti già negli anni '70 , la loro capitalizzazione supera il PIL del loro paese. Da noi a superare il PIL è il debito pubblico, causato anche dalla voragine previdenziale.
Esaminavo in questi giorni l'ultimo bilancio INPS. Considerando solo contributi e pensioni (quindi lasciando perdere l'assistenza e l'integrazione di reddito) mancano all'appello 26.5 miliardi. Nel settore pubblico abbiamo 3.225,63 migliaia di dipendenti e 2.838,80 migliaia di percettori. I dipendenti pubblici pagano 38.164,13 di contributi (figurativi, direi) ed il pensionati pubblici ricevono 65.039,41 milioni. La differenza (negativa) è di 26.8 miliardi. Poi lo Stato integra usando i soldi delle imposte. Nel settore privato almeno abbiamo 13.5 milioni di lavoratori e 9.5 milioni di pensionati. Il deficit è solo di 3.6 miliardi. Deficit anche per la gestione di Autonomi e professionisti (-2.8 miliardi). Questo deficit è parzialmente attenuato dalla gestione positiva del parasubordinati ma mi sembra un po' il gioco delle tre carte.
A costoro non affiderei nemmeno l'amministrazione di un condominio.