La sinistra che non cambia mai

E meno male che era l'esempio di una nuova sinistra europea!

Francesco Gerace @FrancescoGerace · 9 febbraio 2017
La Brexit spacca il Labour. Ancora in crisi la linea Corbyn
Il sì del leader laburista alla legge che permette al governo di avviare i negoziati sulla Brexit
Nuvole nere sui laburisti inglesi, anzi nerissime. Questa volta la divisione si è consumata sulla legge che consente al governo di iniziare i negoziati sulla Brexit, quella che nelle intenzioni del governo conservatore dovrebbe essere una “hard Brexit“. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha sostanzialmente ordinato ai suoi deputati di votare come il governo, anche se ha chiarito che “il governo non ha un assegno in bianco di istituire un paradiso fiscale off-shore in Gran Bretagna”.
La votazione è andata secondo previsioni dando, con 494 favorevoli e 122 contrari, il via libera ai negoziati con l’Unione europea (ora dovrà avere l’approvazione anche alla Camera dei Lord). La notizia però è la profonda spaccatura all’interno del Labour dove 52 deputati, tra cui 4 membri del governo ombra, hanno votato in difformità con la linea decisa da Corbyn.
Tra questi il nome di spicco è quello di Clive Lewis, ministro ombra del Business e che molti vorrebbero prossimo sfidante di Corbyn al congresso laburista. Il deputato eletto nel collegio Norwich South, che ha votato in massa per il Remain, ha dichiarato: “Quando sono stato eletto ho promesso ai miei elettori che avrei portato la voce di Norwich a Westminster, non il contrario. Quindi in tutta coscienza voterò come i cittadini che ho l’onore di rappresentare”.
Questa rivolta potrebbe aprire una nuova – sarebbe la terza nei due anni di segreteria Corbyn – crisi all’interno del Labour che continua a perdere consensi. Per la prima volta si parla addirittura di scissione, impensabile fino a pochi anni fa in un Paese dove il bipartitismo è stato per lungo tempo un mantra. Ma la debolezza del partito della sinistra britannica preoccupa in molti, perché potrebbe consegnare per lunghi anni il governo ai conservatori – cosa che è successa dal dopoguerra fino all’arrivo di Tony Blair – e non dare ai britannici un’alternativa credibile.
Il leader Labour minimizza sostenendo che “non c’è nessuna crisi all’interno del partito” e sottolineando come “la maggioranza dei deputati laburisti abbiano votato in conformità con quanto deciso dai vertici” e aggiungendo “su tutte le altre votazioni c’è unità, su tutte le altre campagne c’è unità”. Dunque tutto bene, non sembrerebbe vedendo quanto successo negli ultimi 2 anni all’interno del partito.