A questo punto che va fatto? Lasciarle languire, o rilanciarle dando loro un senso?
Intanto, pare che le aree metropolitane non funzionino: il sindaco della città capoluogo (essendo eletto dai cittadini del comune) dell'hinterland pare proprio non curarsi.
Patto per Napoli, sindaci Pd in rivolta
Sos a De Vincenti: “Noi esclusi” I Comuni metropolitani “sfiduciano” de Magistris
OTTAVIO LUCARELLI
I SINDACI Pd dell’area metropolitana chiedono al ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, di essere coinvolti nel tavolo del Patto per Napoli che si è riunito venerdì sera in prefettura. Sul tavolo 308 milioni già assegnati e da spendere rapidamente. Luigi de Magistris è presente al tavolo nella doppia veste di sindaco cittadino e metropolitano, ma di progetti per l’hinterland c’è traccia solo nell’altro patto, quello firmato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca.
Da qui la protesta dei sindaci democratici lanciata da Vincenzo Figliolia. Il primo cittadino di Pozzuoli invia un appello al ministro De Vincenti che già da sottosegretario del governo Renzi ha costruito i patti assieme ai vertici di Regione e Città metropolitana.
«Faccio appello al ministro e al governatore Vincenzo De Luca - scrive Figliolia - a guardare Napoli nella sua grandezza di Città metropolitana. Siglare un Patto per Napoli deve poter significare il cambiamento di immagine dei Comuni che la rappresentano. Questo investimento è una grande opportunità di sviluppo per tutti i territori che abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Per questo invito il ministro al coinvolgimento dei sindaci dei comuni della Città metropolitana in nome della collaborazione istituzionale. Apprezzo lo sforzo messo in campo dal governo e per questo sono sicuro che la voce dei primi cittadini non resterà inascoltata ». Venerdì scorso in prefettura de Magistris ha puntato soprattutto sui progetti e i cantieri per la città a partire, oltre Bagnoli, dalla demolizione di un’altra Vela di Scampia entro giugno (operazione avviata addirittura ai tempi di Antonio Bassolino sindaco), dall’accelerazione dei lavori per le linee della metropolitana e dall’Albergo dei Poveri di piazza Carlo III fino alla raccolta differenziata dei rifiuti su cui ha puntato l’indice di nuovo anche il presidente De Luca sottolineando i ritardi dell’area urbana.
Nel Patto per Napoli nessuna traccia, invece, di interventi per l’area dell’hinterland. Progetti che spuntano, invece, nel Patto per la Campania siglato tra governo e Regione con un obiettivo di spesa di 9.5 miliardi di euro entro il 2020. Da qui la protesta dei sindaci Pd dell’area metropolitana tra i quali il segretario provinciale Venanzio Carpentieri (Melito), Antonio Carpino (Marigliano), Giuseppe Cirillo (Cardito), Marco Del Prete (Frattamaggiore), Luca Mascolo (Agerola), Antonio Pannullo (Castellammare di Stabia), Maria Rosaria Punzo (Villaricca), Luigi Sarnataro (Mugnano), Giuseppe Tito (Meta di Sorrento), Domenico Tuccillo (Afragola) e Giorgio Zinno (San Giorgio a Cremano).
«Ci auguriamo che il Patto per Napoli - scrivono i sindaci assuma nel più breve tempo possibile un respiro di dimensione metropolitana aprendo subito un dialogo intenso con il governo. Solo avviando un confronto anche con tutti i Comuni metropolitani, rispetto ai prossimi interventi da finanziare, potrà realizzarsi il potenziamento dei servizi, delle infrastrutture e delle risorse per tutta la comunità della provincia di Napoli anche oltre i confini del capoluogo. Riteniamo che questo rappresenti la modalità più vera con la quale potrà essere data attuazione al processo di riforma voluto dalla legge Delrio».
Numerose, invece, le opere per la provincia di Napoli contenute nel Patto per la Campania. Opere che vanno dall’area flegrea all’area vesuviana passando per l’area Nord con interventi per strade, ferrovie e risanamento ambientale. Dopo i tavoli per i rispettivi patti, che si sono sviluppati venerdì in prefettura, ora l’attenzione passa al prossimo incontro per Bagnoli voluto dal ministro De Vincenti per coinvolgere il Comune in un’operazione che vede de Magistris sempre contrario sulla scelta di commissariare l’area ex Italsider.