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Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 10:17
da trilogy
Cassazione, il profitto giustifica il licenziamento

Secondo i giudici della Corte di Cassazione, come riportato da Italia Oggi, il licenziamento di un dipendente potrà essere giustificato anche solo in vista della migliore e della più efficiente organizzazione produttiva dell'impresa o dalla ricerca della maggiore redditività della stessa, ovvero del maggior profitto

Il profitto giustifica il licenziamento. È questa la nuova e rivoluzionaria fattispecie di licenziamento riconosciuta per la prima volta nel nostro ordinamento da una recente sentenza della Corte di cassazione (sentenza n. 25201 del 7 dicembre 2016). Si tratta, scrive Italia Oggi, di un ampliamento di campo del licenziamento per giustificato motivo oggettivo che potrà ricorrere, adesso, non solo nei casi «straordinari» come le situazioni economiche sfavorevoli, ma anche in quelli «ordinari» in cui l’azienda decide di sopprimere una funzione per aumentare la redditività e quindi, in ultima istanza, il profitto.

Con la sentenza in esame i giudici di legittimità compiono una vera e propria rivoluzione copernicana affermando per la prima volta e chiaramente che un licenziamento non sarà più giustificato solo se necessario a fronte di una crisi economica o una perdita di bilancio o un calo di fatturato che metta a dura prova se non addirittura a rischio l’andamento dell’azienda. Il licenziamento di un dipendente, secondo i giudici della Corte di cassazione, potrà essere giustificato anche solo in vista della migliore e più efficiente organizzazione produttiva dell’impresa o dalla ricerca della maggiore redditività della stessa: alias maggior profitto.

In altri termini, il licenziamento per giustificato motivo oggettivo per essere legittimo d’ora in avanti non dovrà più essere considerato la extrema ratio ma uno dei possibili sbocchi dell’autonomia organizzativa e decisionale dell’imprenditore sottratta al vaglio del giudice del lavoro (a cui spetterà unicamente di verificare in concreto l’esistenza della ragione dedotta dell’azienda e il nesso di causalità tra la ragione dedotta e il licenziamento di quel particolare dipendente).

http://www.milanofinanza.it/news/cassaz ... 0904491986

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 11:27
da mariok
A me sembra del tutto giustificato. Credo che non possa esserci nessuna norma che possa imporre ad un'impresa di mantenere un posto di lavoro, impedendogli di fatto di ristrutturare il ciclo produttivo e di incrementare la propria efficienza.

La competitività va perseguita sempre, non solo di fronte a situazioni di crisi.

Quindi no a qualsiasi forma di "reintegra" comunque motivata.

Piuttosto occorrerebbe rivedere pesantemente gli indennizzi dovuti ad un lavoratore licenziato non per sua colpa o inadempienza. Indennizzo che dovrebbe tener conto dell'età del lavoratore e delle sue possibilità di trovare una nuova collocazione.

Da questo punto di vista le attuali norme mi sembrano troppo blande.

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 13:08
da ranvit
Concordo al 100% con mariok (del resto ho sempre sostenuto questa tesi)!
Quello che tocca ai sindacati è verificare che i lavoratori in servizio (che restano) non sia poi sovrasfruttati con una valanga di ore straordinarie....semmai non documentate (ne ho conoscenza diretta...)! Il che significa che i sindacalisti, invece che stare a pontificare nelle varie sedi in cui passano il loro tempo, dovrebbero ispezionare in continuo le imprese..... ;) anche dove i lavoratori non aderiscono al loro sindacato!


Va anche detto che solo imprese competitive possono crescere e creare le condizioni per nuovi posti di lavoro ;)

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 19:30
da Robyn
Fra straordinari,tutele crescenti e art 18 si stà provocando al paese disastri immani.Aver diversificato la disciplina del licenziamento per vecchi e nuovi assunti significa aver completamente scaricato la flessibilità sui giovani,un'esercito di fruttati tra i 18 e i 35 anni in linea perfetta con le dichiarazioni di Poletti secondo cui i giovani è meglio non averli fra i piedi che in queste condizioni preferiranno andare in Europa.Almeno il governo Gentiloni spinga sul parlamento per reintrodurre intermediazione sindacale tipica del modello anglosassone dell'esubero del gmo dopo un'anno di prova,disciplina che prevedeva che il datore di lavoro comunicasse la causa del licenziamento nel gmo e quindi i sindacati in un lasso di tempo breve potessero attivarsi per una ricollocazione aziendale e solo dopo con esito negativo il lavoratore fare ricorso per motivi inesistenti che includono l'assenza di ristrutturazioni e aggiornamenti.Il dl Fornero aveva eliminato trattamenti differenti ma probabilmente a qualcuno non andava bene e per ragioni legate al consenso si sono sacrificati i giovani.Potevano esserci forme di flessibilità non solo nella legge Biagi ma anche nella plurisettimanalità dal lun al ven nei limiti della costituzione e nell'ambito della contratazione decentrata cioè la flessibilità intena aziendale.Eliminare la reintegrazione per motivi inesistenti significa incidere direttamente sulle retribuzioni sulla domanda sulla libertà del lavoratore e sul sistema previdenziale provocando il declino del paese

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 19:46
da Robyn
Abbiamo assistito con il governo renzi ad un governo di giovani che doveva fare l'interesse dei giovani ma per paradosso ha fatto il contrario proteggendo i protetti e scaricando di nuovo la flessibilità sui giovani attraverso la differenziazione della discplina del licenziamento che il dl fornero aveva reso uniforme.La strada non è quella di smantellare le giuste cause ma di avvicinare protetti e non protetti fare in modo che la flessibilità sia coniugata alle tutele e che sia distribuita.Per essere distribuita una parte della retribuzione deve essere legata al merito perche i cinquantenni che hanno una più bassa produttività con premi più bassi non rischiano l'espulsione e con la eliminazione degli scatti di anzianità non si toglie retribuzione ai giovani.A questo punto il giudice a seguito di un licenziamento verifica il nesso di causalità fra la ragione economica e il licenziamento e se non trova nulla ne ricava che quel licenziamento è dovuto a discriminazione o a ritorsione o per uno sciopero e fà la reintegrazione che il lavoratore può rifiutarsi di accettare.Giusto aumentare l'indennizzo che adesso è molto blando

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 29/12/2016, 21:03
da Robyn
l'articolo iniziale è incompleto.La cassazione afferma che in presenza di ristrutturazioni in condizioni sfavorevoli,e di ristrutturazioni in condizioni favorevoli cioè di economia in crescita che prevedano il licenziamento di un dipendente questo è leggittimo.Nel caso il giudice verificasse che nessuna delle ipotesi elencate dal datore di lavoro esiste,il licenziamento è illegittimo e se ne deduce che è dovuto o a discriminazione o a altri motivi e procede alla reintegrazione

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 02/01/2017, 23:02
da Robyn
Questa pronuncia della cassazione rappresenta un punto di snodo di passaggio in cui finisce definitivamente una fase ed in cui le cose avranno una proiezione differente dal passato.Adesso bisogna ricostruire le tutele del lavoro in maniera differente dal passato in cui ci sia l'equilibrio fra le parti e dove pur essendoci flessibilità non c'è precarietà dove si cerca di fare in modo che il lavoratore faccia il lavoro più in linea con le proprie aspirazioni.In base alla costituzione ognuno deve svolgere in base alla sua scelta e alle sue possibilità una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale del paese.L'importante è che il csx capisca che una fase si è chiusa definitivamente e che bisogna risalire la china.Se modellare le tutele in modo differente non lo farà il csx potrebbero farlo altri

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 12/01/2017, 19:39
da Robyn
mariok ha scritto:A me sembra del tutto giustificato. Credo che non possa esserci nessuna norma che possa imporre ad un'impresa di mantenere un posto di lavoro, impedendogli di fatto di ristrutturare il ciclo produttivo e di incrementare la propria efficienza.

La competitività va perseguita sempre, non solo di fronte a situazioni di crisi.

Quindi no a qualsiasi forma di "reintegra" comunque motivata.

Piuttosto occorrerebbe rivedere pesantemente gli indennizzi dovuti ad un lavoratore licenziato non per sua colpa o inadempienza. Indennizzo che dovrebbe tener conto dell'età del lavoratore e delle sue possibilità di trovare una nuova collocazione.

Da questo punto di vista le attuali norme mi sembrano troppo blande.


L'indennizzo molto consistente già c'è e sono le 24 mensilità che il job act ha imprudentemente tolto ai nuovi assunti,ma rimasto per i vecchi assunti.L'indennizzo di 24 mensilità è una protezione che tuttavia per le grandi aziende è insufficente perche questa cifra per esse rappresenta una cifra modesta facilmente erogabile.Per questo che c'era la reintegrazione per motivi nulli ed inesistenti

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 12/01/2017, 23:16
da Robyn
Eppure per superare l'empasse sull'art 18 nel csx una strada ci sarebbe ed era una mia proposta originaria ma che è stata impossibile da attuare per le resistenze della cgil.Dopo un'anno scatta l'art 18 quindi dopo un'anno nel job act si può fare ricorso anche per il gmo.Se nel gmo il licenziamento è legittimo si applica la normale indennità maturata fino a quel momento.Se il licenziamento nel gmo è illeggittimo il magistrato intima la reintegrazione e se l'azienda si rifiuta di farlo il magistrato applica la maggiorazione a 24 mensilità che sale per le grandi aziende.In ogni caso và reintrodotta prima di ogni comunicazione aziendale l'intermediazione sindacale con la quale azienda e rappresentanze sindacali cercano un'intesa per ricollocare il lavoratore

Re: Il profitto giustifica il licenziamento

MessaggioInviato: 14/01/2017, 1:05
da Robyn
Spesso si dice che un licenziamento per motivi economici può nasconderne uno discriminatorio o disciplinare ma gia il vecchio art 18 della fornero implementava azioni che permettevano di portarlo alla luce e ricondurlo alla fattispecie di discriminatorio e disciplinare .Quindi la paura che un licenziamento illeggittimo per gmo maggiorato nell'indennita e senza reintegrazione possa nasconderne uno disciplinare o discriminatorio è una paura che non ha ragione di esistere