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Tendenza alla bancarotta

MessaggioInviato: 15/08/2015, 10:45
da franz
Tendenza alla bancarotta

di Claudio Romiti

15 agosto 2015 POLITICA

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Mentre Renzi & company si concentrano su ulteriori pasti gratis da distribuire con la ripresa autunnale della politica ( sul tavolo molte idee per mandare in pensione anticipata altre pletore di assistiti, compresa quella del presidente dell’Inps Boeri di un assegno universale over 55 per le fasce più povere della popolazione), la Corte dei conti ha pubblicato una serie di dati agghiaccianti sull’andamento della spesa pubblica.

Quest’ultima è cresciuta nel periodo della della crisi ad un tasso proibitivo per il Paese di Pulcinella, con un più 3,1% all’anno. Nel 2014, dunque in piena era renziana, il totale dei pagamenti della pubblica amministrazione ha raggiunto la stratosferica cifra di 838,1 miliardi. E tutto ciò, si badi bene, è avvenuto in totale controtendenza rispetto all’andamento del Pil; quest’ultimo sceso dai 1.615 miliardi del 2011 ai 1.542 miliardi dello stesso 2014. In termini di controllo pubblico delle risorse, da sempre un fondamentale indicatore per misurare la libertà economica di un popolo, tutto questo ci dice siamo passati da un pur eccessivo 50,8% del 2011 ad un mostruoso 54,4% nel primo anno della storica rottamazione, con una evidente tendenza al rialzo.

Ora, come sia stato possibile che questo miracolo alla rovescia sia avvenuto riducendo addirittura le tasse lo sa solo il giovane timoniere che occupa la stanza dei bottoni. I numeri, che come diceva un noto capo bolscevico hanno la testa dura, parlano invece una lingua molto diversa rispetto alle chiacchiere e alla propaganda dei signorini soddisfatti al potere. Se il reddito nazionale scende e le spese dello Stato aumentano, visto che il deficit pubblico non è esploso, è matematico che siano aumentate le entrate, cioè il prelievo tributario allargato. In altri termini, così come quotidianamente sperimentano sulla propria pelle famiglie e imprese, le tasse sono aumentate e nulla ci autorizza a pensare che esse possano essere abbassate. Anzi, le continue campagne di bonus e regalie varie promosse dal premier a getto continuo stanno addensando fosche nubi sull’orizzonte fiscale degli italiani, a cominciare dalle sinistre clausole di salvaguardia con le quali si dovrà molto presto fare i conti. Altro che favole.

http://www.opinione.it/politica/2015/08 ... 15-08.aspx

Re: Tendenza alla bancarotta

MessaggioInviato: 15/08/2015, 12:26
da Robyn
Questi del csx con il rmg vogliono infrangere la forza della tradizione.Ma quale bonus bebè,ma quale housing sociale,ma quali assegni familiari,ma quali pannelli solari,ma quale senato di secondo livello,ma quale uninominale,ma quali organi di garanzia,ma quale alta velocità per lo scambi ,ma quali sottopassi,ma quala Rai libera?tutto deve stare nella forza della tradizione tutto è nella tradizione.Quando si scoprono le tangenti è fisiologico,tutto è nella tradizione

Re: Tendenza alla bancarotta

MessaggioInviato: 16/08/2015, 9:37
da franz
Francamente piu' che dare bonus bebé (o detrazioni fiscali per i figli) io come stato costuirei gli asili o darei incentivi alle grandi aziende se gestiscono un asilo interno. Ritengo che se andiamo verso una spesa pubblica del 54% stiamo andando peggio, non meglio. Il dato va comunque verificato. Probabilmente non riguarda la sola Pubblica Amministrazione ma il Settore Pubblico Alllargato, quindi anche le partecipate a tutti i livelli.

Re: Tendenza alla bancarotta

MessaggioInviato: 16/08/2015, 12:25
da Robyn
Mi pare che l'assistenza non derivi da più tassazione ma dalla separazione tra previdenza e assistenza.Il bonus bebè è per stimolare la natalità per contrastare la crisi demografica che non significa far nascere quattro o cinque bambini in genere la media è due,ma a fianco vanno anche costruiti i nidi per favorire la donna nel mercato del lavoro,se poi le aziende vogliono costruire nidi aziendali lo facciano non è vietato,ma logica porta a pensare che si usufruisce del nido fin quando si stà in quell'azienda.Per quel che riguarda i tagli alla spesa esistono tanti spazi il primo per esempio può essere quello di trasferire i lavoratori della burocrazia che lavorano nel pubblico nel privato,facendo offrire servizi nel privato diminuire drasticamente le partecipate.La spesa non è quella sociale la spesa riguarda altri comparti altri privilegi per ex l'assistenza sanitaria e l'istruzione data anche a chi supera una certa fascia di reddito.Ma il problema i fondo è sempre lo stesso si tratta di capire se esiste chi sà fare risparmi di spesa intelligenti