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Revisione Aperta

MessaggioInviato: 01/04/2015, 9:27
da gabriele
Il lavoro di Cottarelli:

Revisione Aperta

La trasparenza è, in generale, un valore fondamentale nella Pubblica Amministrazione, ma risulta a maggior ragione fondamentale nell’ambito di un programma di Revisione della spesa pubblica, che ha per oggetto il rafforzamento dei meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa. In questa sezione pubblichiamo tutti i dati e le informazioni disponibili sulla spesa e sull'attività di Revisione della spesa confluita nel rapporto frutto del lavoro del Commissario che ha usato numerose fonti, anche alternative ai gruppi di lavoro, con un approccio top down alternativo a quello bottom up perseguito dai gruppi.


http://revisionedellaspesa.gov.it/revisioneaperta.html

Re: Revisione Aperta

MessaggioInviato: 01/04/2015, 9:30
da gabriele
Sento già il rumore di click di mouse da parte di Francesco ;)

Re: Revisione Aperta

MessaggioInviato: 01/04/2015, 10:35
da franz
Hai un udito finissimo :lol:
Dunque, i documenti sono del marzo 2014.
.
(punto)
.

Cosa è stato fatto?
I punti erano i seguenti:


    Riforma degli acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione (avviata dal DL 66 del 2014, e ora in corso di realizzazione) che porterà a regime all’accentramento in 35 soggetti aggregatori degli acquisti al di sopra di una certa soglia e a una maggiore trasparenza dei prezzi di acquisto della pubblica amministrazione.
    Riforma del pubblico impiego, incluso le misure per incrementare la mobilità del lavoro nel settore pubblico contenute nel DL 90 sulla riforma della pubblica amministrazione.
    Accelerazione nell’introduzione dei fabbisogni standard come criterio per la ripartizione dei finanziamenti ai Comuni iniziata con la Legge di Stabilità del 2015, nonché, potenzialmente, alla determinazione del totale dei finanziamenti sulla base dei costi dei Comuni più efficienti (i dati su costi e fabbisogni standard sono accessibili a tutti i cittadini dal portale http://www.opencivitas.it Collegamento a sito esterno dal novembre 2014).
    Riforma della gestione degli immobili pubblici, anche attraverso le norme incluse nel DL 66 del 2014.
    Pubblicazione telematica degli appalti pubblici, adottata nel DL 66 del 2014.
    Riduzione dei costi della riscossione fiscale (parzialmente realizzata nel DL 66)
    Riduzione dei costi per consulenze e auto blu (realizzata nel DL 66)
    Riduzione stipendi dirigenti (realizzata nel DL 66 nella parte riguardante il tetto dei 240.000 euro)
    Revisione delle spese per corsi di formazione dei dipendenti pubblici, riduzione inquinamento luminoso, sinergie corpi di polizia (disegno di legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione)
    Riduzione spese enti pubblici (realizzate in varia misura nel DL 66, nel DL 90—compresa la fusione delle cinque scuole di pubblica amministrazione—e, per quanto riguarda il CNEL, nel disegno di legge costituzionale in discussione parlamentare)
    Digitalizzazione e riforma della struttura dello Stato (disegno di legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione)
    Razionalizzazione delle comunità montane, riduzione dei costi della amministrazione di comuni e regioni, riduzione dei costi degli organi costituzionali (con risparmi previsti nel DL 66 e nella Legge di Stabilità 2015)
    Trasferimenti a imprese dallo Stato (Legge di Stabilità del 2015)
    Trasferimenti a imprese dalle Regioni, abusi di indennità di accompagno, abusi di pensioni di invalidità, taglio microstanziamenti (riduzione dei micro-stanziamenti di spesa operate con la Legge di Stabilità 2015)
    Partecipate locali, trasferimenti alle Ferrovie (legge di Stabilità 2015)
    Risparmi nel comparto della Difesa (DL 66 e Legge di Stabilità 2015)
    Sanità, pensioni, Camere di Commercio, RAI, Autorità indipendenti (risparmi realizzati nel DL 90)
    Trasparenza nella pubblicazione delle spese della pubblica amministrazione (DL 66 e pubblicazione delle banche dati sulle partecipate e sui fabbisogni standard dei comuni)
    Partecipate locali (riforma prevista nel disegno di legge delega sulla riforma della Pubblica Amministrazione).

Re: Revisione Aperta

MessaggioInviato: 05/04/2015, 10:04
da franz
Una prima analisi a cura di Francesco Daveri su LaVoce.info

http://www.lavoce.info/archives/34080/l ... ng-review/

Finalmente sono state pubblicate le relazioni dei venti gruppi di lavoro sulla spending review del commissario Cottarelli. Sono documenti molto diversi fra loro per impianto e stesura. Ma per ridurre davvero la spesa pubblica va prima risolta la questione dei rapporti tra politica e tecnici.

SPENDING REVIEW DA 803 PAGINE

Un anno dopo la loro consegna, il governo ha pubblicato su un sito web liberamente accessibile la relazione riassuntiva dell’allora commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli e i tanti file che riassumono il lavoro dei venti gruppi che vi hanno collaborato.
Le aree coperte nei vari rapporti sono: investimenti pubblici, organizzazione della pubblica amministrazione, costi della politica, acquisti di beni e servizi, immobili pubblici, pubblico impiego, partecipate locali, fabbisogni e costi standard, province, comuni, regioni più nove ministeri (sviluppo economico, infrastrutture, economia, difesa, sanità, giustizia, lavoro, esteri, interno). Un totale di 803 pagine (72 dal rapporto Cottarelli e 721 dai rapporti dei venti gruppi di lavoro) di slide, analisi e proposte.
Non c’è dubbio che la filosofia ultima dell’intero progetto -derivante dal mandato ad ampio spettro conferito a Cottarelli dall’allora presidente del consiglio Enrico Letta – sia stata meglio abbondare che mancare per difetto.

RAPPORTI MOLTO DISOMOGENEI FRA LORO

Qui però sorge un problema: cosa dovrebbe fare la politica con questi file? C’è la relazione riassuntiva di Cottarelli, a disposizione del governo da molti mesi e con indicazioni per ora rimaste nel cassetto: la politica ha probabilmente giudicato troppo “politico” il rapporto riassuntivo del “tecnico” Cottarelli.
Rimangono allora le 721 pagine dei rapporti di lavoro, forse più tecnici. Qui il guaio è che i file dei gruppi di lavoro di Cottarelli non sono la Treccani della spending review. In molti casi le relazioni sono di grande utilità, perché includono un riassunto e vari allegati in cui le proposte sono descritte con precisione. In altri, però, le proposte sono incomplete e delineate solo per capitoli. Gli squilibri di impianto e stesura sono molto evidenti nel caso dei rapporti sui ministeri. Quelli su sanità e lavoro sono dettagliati, rispettivamente su 94 e 101 pagine. Il rapporto sulla giustizia è invece di tre pagine e contiene solo una tabella con l’indicazione dei potenziali risparmi di spesa, senza commenti e senza allegati. Il rapporto relativo al ministero dell’Economia è di quattro pagine, con tante parole e pochi numeri. Il documento rimanda a un allegato non pubblicato.
Se poi si guarda lo schema grafico della distribuzione dei compiti tra i vari gruppi si trova una lista di tredici ministeri. I rapporti ministeriali scaricabili sono invece solo nove: all’appello mancano beni culturali, politiche agricole, istruzione e università e ambiente.
Gli stessi squilibri si trovano anche nei rapporti cosiddetti “orizzontali” tra enti pubblici: otto pagine su pubblico impiego e investimenti pubblici, centosette pagine sui costi della politica, un vero e proprio libro comprensivo di una pagina di ringraziamenti. E poi ci sono sovrapposizioni tra un rapporto e l’altro, come è inevitabile che sia data la procedura di raccolta dal basso delle indicazioni. Ad esempio, il file che si occupa dei costi della politica parla di come tagliare le spese per il funzionamento di comuni e regioni. Ma dello stesso argomento hanno trattato anche, con punti di vista diversi, i partecipanti ai gruppi specializzati, rispettivamente, nell’analisi di comuni e regioni.

UN COMPITO DEI TECNICI O DEI POLITICI?

Se il lavoro istruttorio di Cottarelli e di chi ha collaborato con lui doveva costituire la base perché la politica – a valle – potesse finalmente prendere decisioni informate sulla base del parere di esperti, qualcosa è andato storto. Un lavoro incompleto non è meglio di niente, è semplicemente incompleto. Cioè non finito, e dunque meno utile a fini informativi e comparativi di quello che poteva essere.

Il che riporta a un tema di fondo, quello del rapporto tra tecnica e politica. I piani di revisione della spesa pubblica intrapresi negli ultimi anni (quello di Cottarelli è venuto dopo quelli di Piero Giarda e di Enrico Bondi) hanno sofferto di un problema irrisolto: descrivere le riduzioni di spesa come fossero una questione tecnica, chirurgica, mentre il problema era ed è politico.
Fino a che la politica dà in appalto ai tecnici la stesura di un listone di cose da fare, anche radicali, non si va da nessuna parte. Le listone dei chirurghi dei tagli sono montagne che hanno finora partorito solo il topolino della listina di spesa “aggredibile”. Con l’unico risultato che la spesa pubblica in percentuale sul Pil è aumentata di tre punti dal 2003 a oggi, per un totale di cinquanta miliardi in più. È quindi giusto e inevitabile che la palla ritorni finalmente alla politica che potrà tenere conto delle indicazioni (quelle più dettagliate) della Treccani incompleta del sito sulla revisione della spesa. Si sarebbe però risparmiato tempo se la politica avesse indicato subito un insieme di aree su cui intervenire, limitando l’analisi tecnica all’individuazione degli strumenti più adeguati per raggiungere quegli obiettivi politici.