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Permette un permesso?

MessaggioInviato: 25/10/2013, 16:58
da flaviomob
24/10/2013

Il lavoro sporco della legge di Stabilità
di Franco Bomprezzi

I permessi lavorativi per chi ha donato il sangue si potranno dunque conteggiare ai fini dell’anzianità pensionistica. Tanto incidono poco sul bilancio, visto che i donatori lavoratori non sono così tanti. I permessi per maternità, paternità o per assistenza ai parenti disabili (quelli in base alla legge 104), invece no. La commissione Bilancio della Camera, come scrive su Vita.it Sara De Carli, ha infatti bocciato un emendamento che pure piaceva al Governo, e che era stato proposto dalle associazioni delle persone con disabilità. Non c’è neppure uno straccio di argomentazione contabile. Si parla genericamente di un impegno consistente, ma non si sa quanto sarebbero costate queste due sacrosante modifiche alle norme della riforma Fornero.
Insomma, sta passando, nel silenzio ipocrita del Parlamento, uno schiaffo alle famiglie delle persone con disabilità, proprio quelle figure di “caregiver” familiare delle quali tanto ci si riempie la bocca nei convegni e nei congressi, oltre che nei documenti pubblici. Da un lato addirittura si promette – senza mantenere nulla – un iter veloce per una legge ad hoc sul prepensionamento dei caregiver familiari, dall’altro si taglia l’unico provvedimento sicuramente legittimo e doveroso, perché basato su un contratto di lavoro onorato per lunghi anni dalle parti, aziende pubbliche e private, quando sono stati concessi i permessi parentali in base alla legge 104.
Sappiamo perfettamente che per moltissimi genitori questa notizia è terribile, non solo perché di fatto costringe a un forzoso allungamento del periodo di lavoro, ben oltre il previsto limite di anzianità, ma anche perché si ha la certezza, a questo punto, di essere stati truffati dallo Stato. Il lavoratore, persona con disabilità o familiare, infatti, ha preso i giorni di permesso previsti dalla legge 104 sapendo che sarebbero logicamente stati conteggiati ai fini dell’anzianità pensionabile. E invece adesso, puff. Abbiamo scherzato. I permessi, tre giorni al mese, moltiplicati per tanti anni di lavoro, comportano adesso un prolungamento forzato dell’impiego (ammesso che il lavoro ci sia ancora) o un ritardo nell’erogazione della pensione (qualora già esodati). E l’impossibilità in ogni caso di dedicare il proprio tempo alle persone care, che ne hanno sicuramente bisogno.
Il bello è che, al netto dei permessi per maternità o paternità, l’importo relativo ai permessi per la legge 104 è sicuramente paragonabile a quello dei donatori di sangue. Il tutto avviene nel giorno in cui un medico malato di sclerosi laterale amiotrofica muore d’infarto dopo aver presidiato il Ministero dell’Economia per battersi in favore dell’assistenza domiciliare. La morte di Raffaele Pennacchio non poteva trovare una risposta peggiore. E poco importa che, apparentemente, le due situazioni non siano collegate tra di loro. Il punto è proprio questo. Non basta più la buona volontà di singoli esponenti del governo, sottosegretari o ministri che siano, quando poi a livello di “larghe intese” e di superiore interesse del bilancio nazionale, qualsiasi rassicurazione assume il valore ridicolo di carta straccia, se non peggio.

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Re: Permette un permesso?

MessaggioInviato: 25/10/2013, 17:02
da flaviomob
Non è giusto aver bisogno di eroi

di Franco Bomprezzi

Una notizia impressionante nella sua crudezza. Raffaele Pennacchio è morto a 55 anni, stroncato da un infarto, dopo aver vinto una battaglia importante assieme ai suoi compagni di lotta, i malati di sla, riuniti sotto la sigla del “Comitato 16 novembre”, agguerriti, tenaci, pronti a tutto pur di costringere all’angolo il Governo, il Palazzo, tutti coloro che dovrebbero fornire risposte dignitose in termini di assistenza e di qualità della vita, non solo per chi soffre di sclerosi laterale amiotrofica, ma per tutte le persone non autosufficienti.

Per i suoi tanti amici e sostenitori questo è il momento del dolore e della rabbia, dell’invettiva e dello sdegno. Una morte annunciata, si direbbe. E come si fa a non sentire una profonda indignazione di fronte all’evidenza. Da troppo tempo, purtroppo, per ottenere risultati minimi, in termini di leggi, di finanziamenti, di predisposizione di servizi umani nel territorio in cui si vive, le persone sono di fatto costrette a mettersi in gioco direttamente, fino allo stremo delle forze, pur di richiamare l’attenzione, pur di far uscire dal torpore e dall’apparente impotenza chi invece può e deve.

Certo, ci sono tanti modi di fare una battaglia per i diritti, e so perfettamente quanto sia importante e prezioso il lavoro di tutti, delle associazioni che fanno meno clamore, di persone competenti che pure esistono e contribuiscono, a ogni livello, a evitare il peggio in questo Paese sempre più cinico e distratto. Ma appare evidente, nelle azioni clamorose dei malati di sla, la loro consapevolezza di non avere nulla da perdere, tanto meno perdere tempo, perché il tempo non c’è, o sta per scadere. Ma se i tempi della ricerca scientifica e clinica sono inevitabilmente più lunghi (in tutto il mondo, non solo in Italia), quelli delle scelte sui servizi e sui finanziamenti necessari, devono e possono cambiare. I malati di sla non possono certo essere rimproverati per il loro coraggio, per la loro capacità di rischiare la vita. Sarebbe giusto non dover ricorrere a queste forme estreme. Eppure.

Il presidio romano davanti al ministero dell’economia e della finanza, con la permanenza notturna, in condizioni di evidente disagio e rischio, ha portato a un risultato soddisfacente, ossia un comunicato ufficiale, che qui potete leggere integralmente, nel quale il Governo si assume alcuni impegni precisi (peraltro doverosi, e in un certo senso scontati, e già annunciati a luglio a Bologna, in occasione della conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità). Ora speriamo almeno che ci sia la dignità di onorare questi impegni, subito, anche per rispetto a una persona per bene che ha perso la vita per lottare insieme agli altri.

Raffaele Pennacchio era tornato in albergo stanco ma soddisfatto. Nelle foto che compaiono su facebook appare sempre con un sorriso dolce e pacato. Lui, medico campano in pensione a causa di questa maledetta compagna di viaggio, era – così scrivono i suoi amici – un vero leone, un combattente educato e civile. Ora è un eroe. Ma non è giusto che il nostro Paese abbia ancora e sempre bisogno di eroi.

http://invisibili.corriere.it/2013/10/2 ... o-di-eroi/

Re: Permette un permesso?

MessaggioInviato: 25/10/2013, 18:50
da Robyn
Il fondo per i malati di SLA và ripristinato così come tutte le forme di assistenza.In Italia abbiamo bisogno del reddito minimo e bisogna chiedersi come fà un paese a reputarsi civile se costringe i suoi anziani a rovistare tra i rifiuti per sopravvivere o se costringe i precari a nessuna forma di sostentamento se perdono il lavoro.Il reddito minimo garantito è per chi non ha reddito o per chi ha un reddito insufficente che attraverso un'integrazione può raggiungere un reddito minimo sufficente e viene dato a precise condizioni legandolo ad un corso di formazione ad accettazione di un lavoro che più corrisponde alle proprie aspirazioni e contrastando le frodi che possono verificarsi con il lavoro sommerso.Le resistenze possono esserci da parte sindacale e da parte imprenditoriale ma possiamo lasciarli gridare.Inoltre in europa si investe molto nell'edilizia sociale proprio per evitare che il reddito venga assorbito dal costo degli affitti e il Regno Unito guida la classifica in fatto di edilizia sociale.In una sinistra in cui qualcuno ostacolasse questi interventi non può chiamarsi sinistra.La sinistra non è solo lib ma anche lab è cioè lib-lab