Grillo sconfessa senatori M5S: «Abolizione reato di clandestinità non fa parte del programma»
Il leader:«Loro posizione è del tutto personale». Ed è gelo in Parlamento, mentre scoppia la bagarre con i leghisti
Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sconfessano i senatori dell’M5s che mercoledì hanno presentato, facendolo approvare, un emendamento (a firma Buccarella e Cioffi) per l’abolizione del reato di clandestinità. «La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d’accordo sia nel metodo e nel merito». E in Senato, durante la discussione sull’emendamento presentato dai due, è scoppiata una bagarre, quando i leghisti hanno alzato dei cartelli di protesta contro l’abolizione del reato di clandestinità.
DOTTOR STRANAMORE - «L’M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo». Beppe Grillo e Casaleggio attaccano così i due senatori che mercoledì hanno presentato in commissione Giustizia l’emendamento per l’abolizione del reato di clandestinità. Per i leader M5S l’emendamento è un invito ad imbarcarsi per l’Italia. «Il messaggio che riceveranno sarà interpretato nel modo più semplice: “la clandestinità non è più reato”. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?».
«Il M5S - ricordano Grillo e Casaleggio - non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». «Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma - avvertono - non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità».
ATTACCO - Ma c’è un attacco diretto da Grillo e Casaleggio anche a come il M5S prende le decisioni in Parlamento: «Non siamo d’accordo all’emendamento approvato mercoledì in Senato nel metodo perche’ un portavoce (il capogruppo al Senato ndr) non può arrogarsi una decisione cosi’ importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno». L’attacco di Grillo arrivava decisamente a sorpresa se si pensa che mercoledì Grillo sul suo blog aveva pubblicato la nota del Senato del M5S sull’abolizione del reato di clandestinità, quasi a volerla condividere.
IL GRUPPO - In ogni caso, dopo la mossa di Grillo e Casaleggio è gelo nel M5S. Nessuno risponde al telefono, tutti tacciono. E grande è la consapevolezza che sulla questione saranno particolarmente forti le tensioni nelle prossime ore. Il tutto mentre è attesa per le 20 una riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato sull’argomento. A rompere per primo il silenzio è il deputato Manlio Di Stefano che su Facebook scrive: «Facciamo un po’ di chiarezza sul reato di clandestinità, io nel merito lo detesto per il semplice fatto che l’Italia non è la Francia, noi subiamo sbarchi continui e questo reato non fa altro che complicare i rimpatri e affollare le carceri. Resta il problema del metodo e le colpe sono varie e condivise. I nostri senatori hanno agito in buona fede, la tragedia di questi giorni ha accelerato il processo decisionale senza consultare niente e nessuno. Errare è umano e quando si è in buona fede si può sempre rimediare. A riveder le stelle».
Poco dopo parlano anche gli stessi Buccarella e Cioffi che difendono così la loro scelta: «Noi pensiamo di aver svolto il nostro lavoro al meglio e non pensiamo di aver commesso errori». «Probabilmente- dice Buccarella in Senato- ci possono essere sistemi da affinare e da migliorare nella condivisione di scelte piu’ delicate. Potremmo aver sottovalutato la portata di quell’emendamento, magari potendo difficilmente immaginare che sarebbe passato in commissione». Cioffi aggiunge: «E’ tutto molto tranquillo, molto semplice, qual e’ il problema? Noi abbiamo un regolamento, decidiamo a maggioranza. Grillo? Io non ci ho parlato, nessuno di noi ci ha parlato».
Erano stati infatti tanti i senatori e i deputati che avevano salutato questo provvedimento come un successo del Movimento Cinque Stelle. In serata dall’ufficio stampa del Senato del M5S era arrivato un comunicato in cui si sottolineavano le posizioni dei Cinque Stelle. Dall’account Twitter ufficiale del Movimento Cinque Stelle era partito l’annuncio. Come dire, insomma, che all’interno tutti apparivano abbastanza compatti sul provvedimento. C’era chi, come il deputato Bernini su Twitter addirittura aveva salutato con entusiasmo l’emendamento, oltre ovviamente ai senatori Buccarella e Cioffi. Nessun cenno era invece arrivato dal portavoce al Senato Paola Taverna, che evidentemente conosceva già i dubbi di Grillo e Casaleggio. Poi, in mattinata, arriva post a doppia firma, che non lascia più dubbi. In questi mesi non sono mancate le polemiche sulle posizioni del M5S sullo ius soli. Non ne parliamo perché non è nel programma ma non vuol dire che siamo contrari, era la posizione che circolava. Ora però la spaccatura sul rispetto dei diritti dei migranti e sulla questione immigrazione all’interno del Movimento sta diventando sempre più netta. E le accuse a Grillo e Casaleggio «Siete come Le Pen» stanno diventando sempre più forti. Ma non solo. Il tema rischia anche di spaccare i sostenitori. E tanti sono i commenti negativi che in questi minuti arrivano sotto il post e su Twitter: «State solo pensando a prendere i voti della Lega», è l’accusa di alcuni. «E questa sarà la vostra tomba elettorale», è il giudizio dei detrattori.
10 ottobre 2013 www.corriere.it