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Perché l’Europa non esce dalla crisi

MessaggioInviato: 07/10/2013, 13:15
da franz
5 ottobre 2013 • Paolo Manasse e Isabella Rota Baldini

Europa e Stati Uniti, racconto di due città: mentre oltreoceano la ripresa economica è ben avviata la zona Euro continua ad arrancare. Perché? Le differenze cruciali tra le due aree sono alla base della loro diversa capacità di uscire dalla recessione. Non a caso infatti la crisi ha frenato il processo di convergenza tra i paesi europei portando alla luce nodi strutturali irrisolti . Questi nodi hanno aggravato l’impatto recessivo degli shock di domanda, il credit crunch e le politiche di austerità. I recenti anni di difficoltà economica hanno anche esposto la fragilità e l’inadeguatezza delle istituzioni europee, rivelandone gli errori del loro disegno complessivo.

Un benchmark USA/UE condotto sui seguenti punti:

1. Reddito Pro-Capite
2. Convergenza/Divergenza
3.1 Produttività
3.2 Mercato del lavoro
3.3 Deficit di bilancio
3.4 Debito pubblico
3.5 Austerità
4. Redistribuzione in Europa e America
5.Conclusioni

....
testo completo, grafici, tabelle, dibattito su http://noisefromamerika.org/articolo/pe ... ce-crisi-0

Re: Perché l’Europa non esce dalla crisi

MessaggioInviato: 07/10/2013, 19:23
da trilogy
Interessante perchè sostanzialmente presenta in modo ordinato una serie di questioni che avevamo individuato e discusso ampiamente sul forum :mrgreen:

Solo un paio di osservazioni a proposito di:

2. convergenza divergenza
Secondo i modelli economici di crescita, i paesi più poveri dovrebbero crescere più rapidamente di quelli ricchi poiché il capitale, rispetto al lavoro, è relativamente scarso e dunque, a parità di tecnologia, più produttivo, cosa che incentiva il risparmio e l’investimento.


Nella realtà europea si è verificato qualche cosa di differente. Con l'introduzione dell'euro, che ha portato alla scomparsa nell'eurozona del rischio di cambio, si è avuto un ingente flusso di capitali e d'investimenti,ad esempio, da Germania a Spagna. Questo flusso ha alimentato la domanda interna e l'investimento immobiliare fino alla bolla, simile la situazione con l'Irlanda. Se per assurdo i capitali avessero alimentato settori votati all'export la storia spagnola dal 2010 sarebbe stata molto diversa. Quindi il modello è predittivo fino a un certo punto, il risultato finale dipende da scelte qualitative.

seconda questione:
5. conclusioni
Il cosiddetto il fondo “salva stati” (EFSF divenuto poi ESM) ha contribuito alla ricapitalizzazione delle banche in Spagna e dovrebbe anche finanziare interventi sul mercato dei titoli di Stato per arginare attacchi speculativi e fenomeni di contagio. Questo strumento rischia però di generare azzardo morale perché non è sorretto da un esplicito impegno di no bail-out, nonostante sia soggetto a condizionalità


Problemi di "azzardo morale" con l'ESM sono molto improbabili, le condizionalità e la procedura per avere aiuti sono tali da scoraggiare ogni azzardo. Mentre è vero che nell'ipotesi di un attacco speculativo pesante, contro un grande paese dell'eurozona, l'ESM non reggerebbe. Nessun strumento d'intervento, dotato di un capitale finito e noto al mercato funziona in condizioni di turbolenza estrema.