Le prime reazioni:
Franceschini: "Il Pdl non sfonda"
La Russa: "Puniti dal Sud"ROMA - "Il Pdl non ha sfondato" dice ai suoi Dario Franceschini. "Da oggi cercheremo di costruire un modello alternativo a quello del governo Berlusconi, ma il Pd deve scegliere con chi stare" aggiunge Di Pietro. Che annuncia: "Presto toglierò il mio nome dal simbolo, l'Idv da movimento diventa partito".
Intorno all'una si profila un risultato chiaro:
crescono Lega e Idv, notevole risultato del Pdl, ma inferiore alle aspettative.
Ignazio La Russa ammette in qualche modo la sconfitta. "Il forte calo di votanti al sud e in particolare nelle isole per il Pdl significa due punti in meno".
E su questo punto interviene il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. "Il mancato sfondamento di Berlusconi è il dato più rilevante di queste elezioni".
Riferendosi in particolare ai risultati siciliani che lo vedono in forte posizione, Lombardo ha parlato di "troppa arroganza e di delirio di autosufficienza" del Pdl. Ma ha tirato in causa anche il governo e personalmente il premier: "Ci sono troppi cattivi consiglieri intorno al Cavaliere. Non concedere i fondi al sud è stata una scelta sbagliata che è stata sanzionata dai risultati elettorali".
Lombardo chiude sulla Lega: "Inevitabile l'aumento del suo peso politico e alle regionali questo potrà portare a scenari del tutto diversi".
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini è contento del risultato: "Siamo soddisfatti, e non cerchiamo nuove alleanze. Staremo con serietà in Parlamento, possiamo votare con la maggioranza, ma anche fare una dura opposizione. Non facciamo sconti a nessuno. Mi dispiace per il 15% che non sarà rappresentato dal Parlamento. La politica rifletta anche su questo, questa è una dura lezione per il bipartitismo".
Nella sinistra radicale, fa polemica il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero: "Siamo arrrivati molto vicini al quorum, questo è il prezzo pagato alla scissione voluta da Nichi Vendola". Il quale si consola, e parla di "un cantiere aperto". "Il cammino continua. E' necessario, in Europa, costruire una sinistra del ventunesimo secolo".
(8 giugno 2009)
www.repubblica.it Berlusconi puntava al "voto tombale", ma i risultati non gli hanno dato ragione
Adesso teme un regolamento di conti con gli ex di An e la LegaIl Cavaliere deluso nel bunker di Arcore
"Ma i poteri forti non mi scalzeranno""Con tutto quello che è successo, la crisi, il terremoto, la gente ha voluto premiarci"
ROMA - Silvio Berlusconi avrebbe voluto una "vittoria tombale". "Ma la gente", ha cercato di spiegare ai fedelissimi ieri notte, "è comunque con me".
Il Cavaliere, al telefono con i "big" del Pdl, nella notte non nasconde la delusione. Si aspettava "una
vittoria assoluta" e invece deve fare i conti con percentuali che addirittura mettono a rischio il precedente di un anno fa. Quello delle politiche. Con il passare delle ore, poi, la "delusione" si trasforma in rabbia. Le proiezioni peggiori, in realtà, sono qualcosa di più di un campanello d'allarme.
Il capo del governo è infuriato.
E ai "fedelissimi" non lo nasconde. Anche perché le dichiarazioni di alcuni colonnelli di An lo hanno a dir poco disturbato. Parole che costituiscono la premessa di un probabile regolamento dei conti dentro la maggioranza.
"Se manteniamo il 36-37% - è la difesa del Cavaliere - nessuno può dire che siamo sconfitti. Il Pd sta crollando di sei punti...". Il presidente del consiglio punta l'indice contro le vicende dell'ultimo mese. Sul conflitto coniugale con Veronica Lario, sulla festa di Casoria con Noemi Letizia e sul "complotto" che avrebbe coinvolto anche soggetti stranieri, come i giornali europei e soprattutto il tycoon australiano Rupert Murdoch. "Elementi che hanno pesato - si lamenta il premier con i suoi - soprattutto nel favorire l'astensionismo dei nostri elettori.
Avete visto cosa è successo nelle regioni meridionali?". A suo giudizio, però, "la manovra non riuscirà scalzarmi". Adesso, dunque, più che chiudere lo "scontro" sulle foto di Villa Certosa, si ritrova a fare i conti con le dinamiche interne. Con la Lega recalcitrante e i colonnelli di Alleanza nazionale pronti a sottolineare la sconfitta.
Eppure, ieri pomeriggio quando è andato a votare, il Cavaliere aveva in tasca le ultime previsioni di Alessandra Ghisleri, la sua sondaggista di fiducia. "I dati sono buonissimi - aveva rassicurato -, non c'è bisogno di agitarsi né di essere impazienti". Nessuno, però, aveva previsto l'astensionismo di centrodestra. Dati che il Cavaliere ha letto nella sua Villa di Arcore. "
Il nostro obiettivo - provava a ripetere per l'intera giornata - è attestarci intorno al 40 per cento".
I numeri che gli recapitava la Ghisleri con il passare del tempo cancellavano quella prospettiva. A quel punto Berlusconi ha cambiato registro. Nei contatti con il suo staff riunito a Roma nella de del Pdl, ha iniziato a cambiare registro. "Qualcuno pensava di mettermi in difficoltà con la storia di Noemi - ha messo le mani avanti - , poi ci hanno provato i giornali stranieri. Qualche potere forte è tornato a remare contro. Ma non riusciranno a scalzarmi". E sebbene in campagna elettorale avesse previsto per il Pdl un dato vicino
al 45%, adesso preferisce rimarcare la "tenuta" e il differenziale con il Pd. "Con tutto quello che è successo, con la crisi economica, il terremoto in Abruzzo e la manovra dei giornali di sinistra, forse non potevamo aspettarci di più". L'inquilino di Palazzo Chigi, quindi, inizia ad alzare la diga per proteggere l'esecutivo dalle critiche interne: "Dal dopoguerra nessun partito è mai stato tanto forte. Solo la Dc di De Gasperi ha raggiunto questi livelli".
Eppure, la delusione ha investito anche i maggiorenti del Popolo delle libertà. Un anno fa avevano preso il 37,4%. Il voto europeo rischia di aprire un vertenza all'interno del centrodestra. E già, perché l'avanzata della Lega è già finita sotto la lente di ingrandimento dei "tecnici" berlusconiani. La lotta per l'egemonia del nord, per la guida del Veneto e della Lombardia, rischia di provocare un attrito tra il Cavaliere e Umberto Bossi.
Gli uomini di Gianfranco Fini, a cominciare da Ignazio La Russa, hanno iniziato a marcare gli errore del premier. L'annuncio della presidenza lumbard per il Veneto, l'annuncio della cessione del milanista Kakà e poi l'insufficiente investimento economico nella campagna elettorale. In più Berlusconi ora teme che anche il Carroccio alzi la voce. "Dovremo controllare i leghisti - ha infatti avvertito - dovremo impedire colpi di testa. Dobbiamo stare molto attenti". Non è un caso che negli ultimi ragionamenti del premier, sia tornato ad affacciarsi l'ipotesi di un riavvicinamento con l'Udc di Casini.
(8 giugno 2009)
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“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)