Variante da seguire con molta attenzione: B.1.1.529

Occhio alla sigla B.1.1.529
È la variante di cui tutti parlano da ieri.
Decisamente da tenere sotto controllo.
Note:
Nel Botswana solo 1/5 della popolazione è completamente vaccinato e quindi no, non è una variante "creata dai vaccini".
Invece è elevata l'incidenza delle infezioni naturali: valore molto simile a quello italiano, come casi per milione. Sempre che abbiano veramente contato tutti i casi. La siero-prevalenza (studio sui donatori di sangue) nell'africa del sud è molto elevata: circa 60%
Link:
https://www.theguardian.com/world/2021/ ... -mutations?
https://twitter.com/jburnmurdoch/status ... lw97A&s=19
Il commento dell'amico genetista Marco Gerdol (Trieste)
Ho assistito nel pomeriggio ad una conferenza in cui Tulio de Oliveira, che coordina gli sforzi di sorveglianza molecolare in Sud Africa (e non solo) ha dato un aggiornamento. La situazione è davvero particolare e diversa dai più recenti falsi allarmi riguardo a varianti ormai già estinte da tempo o in netto declino che spuntavano fuori con gran ritardo sulla stampa.
Questo è il primo caso in cui ci sia evidenza piuttosto solida di una variante in grado di competere efficacemente con delta, sebbene il rapido turnover tra le due varianti sia probabilmente favorito dal fatto che l'incidenza dei contagi in Sud Africa attualmente è molto bassa. In breve tempo sembra essere diventata prevalente nel Gauteng, la regione di Johannesburg, dove i casi sono tornati a salire, anche se per ora in modo piuttosto contenuto.
Si tratta di una variante che ha davvero molte mutazioni non sinonime, diverse delle quali sono condivide da altre VOC e VOI e non riguardano soltanto il gene S. Tra quelle a carico della proteina spike ci sono diverse piccole delezioni (ed una piccola inserzione) nel NTD, alcune delle quali con ormai comprovata funzione di evasione immunitaria, altre delle quali invece contribuiscono a stabilizzare la struttura della spike stessa in presenza di mutazioni non sinonime leggermente svantaggiose nel RBD.
L'RBD stesso comprende molte mutazioni, tra cui quelle in posizione 417, 478, 484 e 501, tutte ben note per essere localizzate in corrispondenza di epitopi di particolare rilievo immunologico o in grado di stabilizzare l'interazione tra RBD e recettore. Infine sono presenti diverse mutazioni in prossimità del sito di taglio furinico che, come nel caso di alfa prima e delta poi, potrebbero essere responsabili di un incremento di trasmissibilità.
Naturalmente al momento non ci sono dati clinici a disposizione e quanto detto sopra non può che essere molto speculativo e legato semplicemente a ciò che è noto funzionalmente riguardo a mutazioni già precedentemente caratterizzate.
Tuttavia va anche detto che il trend di crescita della variante è molto evidente, non solo grazie al sequenziamento diretto degli isolati virali, ma anche grazie al fatto che, analogamente alla variante alfa, anche questa sia soggetta a "S gene dropout", ovvero la sua amplificazione in RT-PCR porta ad un risultato negativo (che però è positivo per gli altri geni target), cosa che la rende facilmente discriminabile da delta (dove tutti i target danno un segnale) anche senza bisogno di sequenziamento.
È la variante di cui tutti parlano da ieri.
Decisamente da tenere sotto controllo.
Note:
Nel Botswana solo 1/5 della popolazione è completamente vaccinato e quindi no, non è una variante "creata dai vaccini".
Invece è elevata l'incidenza delle infezioni naturali: valore molto simile a quello italiano, come casi per milione. Sempre che abbiano veramente contato tutti i casi. La siero-prevalenza (studio sui donatori di sangue) nell'africa del sud è molto elevata: circa 60%
Link:
https://www.theguardian.com/world/2021/ ... -mutations?
https://twitter.com/jburnmurdoch/status ... lw97A&s=19
Il commento dell'amico genetista Marco Gerdol (Trieste)
Ho assistito nel pomeriggio ad una conferenza in cui Tulio de Oliveira, che coordina gli sforzi di sorveglianza molecolare in Sud Africa (e non solo) ha dato un aggiornamento. La situazione è davvero particolare e diversa dai più recenti falsi allarmi riguardo a varianti ormai già estinte da tempo o in netto declino che spuntavano fuori con gran ritardo sulla stampa.
Questo è il primo caso in cui ci sia evidenza piuttosto solida di una variante in grado di competere efficacemente con delta, sebbene il rapido turnover tra le due varianti sia probabilmente favorito dal fatto che l'incidenza dei contagi in Sud Africa attualmente è molto bassa. In breve tempo sembra essere diventata prevalente nel Gauteng, la regione di Johannesburg, dove i casi sono tornati a salire, anche se per ora in modo piuttosto contenuto.
Si tratta di una variante che ha davvero molte mutazioni non sinonime, diverse delle quali sono condivide da altre VOC e VOI e non riguardano soltanto il gene S. Tra quelle a carico della proteina spike ci sono diverse piccole delezioni (ed una piccola inserzione) nel NTD, alcune delle quali con ormai comprovata funzione di evasione immunitaria, altre delle quali invece contribuiscono a stabilizzare la struttura della spike stessa in presenza di mutazioni non sinonime leggermente svantaggiose nel RBD.
L'RBD stesso comprende molte mutazioni, tra cui quelle in posizione 417, 478, 484 e 501, tutte ben note per essere localizzate in corrispondenza di epitopi di particolare rilievo immunologico o in grado di stabilizzare l'interazione tra RBD e recettore. Infine sono presenti diverse mutazioni in prossimità del sito di taglio furinico che, come nel caso di alfa prima e delta poi, potrebbero essere responsabili di un incremento di trasmissibilità.
Naturalmente al momento non ci sono dati clinici a disposizione e quanto detto sopra non può che essere molto speculativo e legato semplicemente a ciò che è noto funzionalmente riguardo a mutazioni già precedentemente caratterizzate.
Tuttavia va anche detto che il trend di crescita della variante è molto evidente, non solo grazie al sequenziamento diretto degli isolati virali, ma anche grazie al fatto che, analogamente alla variante alfa, anche questa sia soggetta a "S gene dropout", ovvero la sua amplificazione in RT-PCR porta ad un risultato negativo (che però è positivo per gli altri geni target), cosa che la rende facilmente discriminabile da delta (dove tutti i target danno un segnale) anche senza bisogno di sequenziamento.