Grecia, la mossa di Tsipras: "Il 5 luglio referendum sulla proposta dei creditori"
Il premier ellenico spiega di essere stato costretto alla consultazione perché "ci hanno chiesto pesi insopportabili". Oggi stesso una delegazione dell'esecutivo incontrerà il presidente della Bce, Mario Draghi27 giugno 2015
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ATENE - La svolta drammatica nella crisi greca arriva a ridosso della mezzanotte. Alexis Tsipras annuncia che "il popolo sarà chiamato" domenica 5 luglio a votare il referendum sulla proposta dei creditori. Il premier ellenico ha detto di essere stato costretto a indire la consultazione perchè i partner dell'Eurogruppo hanno presentato un ultimatum alla Grecia che è contro i valori europei per cui "siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà dei cittadini". In un discorso televisivo dai toni enfatici, afferma: "Ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse".
Per Tsipras l'obiettivo di alcuni dei partner europei è proprio l'umiliazione dell'intero popolo greco. L'annuncio alla nazione dopo una riunione di emergenza, nella notte, del governo. Durissimo il ministro dello Sviluppo, Panayiotis Lafazanis, che ha chiesto alla nazione di votare contro il piano internazionale voluto dai creditori. Stessa posizione espressa anche dal portavoce di Syriza in Parlamento. Un altro dei protagonisti di questi drammatici mesi di trattativa, il ministro dell'Economia Yanis Varoufakis, interviene invece con un tweet sul filo dell'ironia ("Buffo quanto suoni radicale il concetto che sia il popolo a decidere".
L'EMERGENZA FINANZIARIA. Il vicepremier, George Katrougkalos, ha assicurato che il governo greco "non chiuderà le banche lunedì e non saranno introdotti controlli sui capitali". E ha annunciato: "Il collega Yannis Dragasakis ed il caponegoziatore Euclid Tsakalotos vedranno oggi il presidente della Bce, Mario Draghi". Il capo negoziatore greco, Euclides Tsakalotos, ha aggiunto che il premier ha parlato con Draghi e che il presidente della Bce ha dimostrato comprensione per la scelta del referendum. Nessuna dichiarazione, finora, da Francoforte.
Tsipras ha aggiunto che chiederà un'estensione di pochi giorni del programma di salvataggio della troika (Bce-Ue-Fmi), che scade il 30 giugno, per poter arrivare senza problemi a tenere il referendum del 5 luglio. Ma l'annuncio del referendum ha riaccelerato in piena notte la corsa dei greci ai bancomat. La banca Alpha ha addirittura sospeso le contrattazioni online secondo quanto riferisce lo stesso sito web dell'istituto, per impedire di spostare i soldi su altri conti.
L'OPPOSIZIONE. Tutta l'opposizione greca critica aspramente Tsipras per la scelta di ricorrere al referendum sostenendo che questa mossa porterà il Paese fuori dall'Europa. Il Pasok chiede le dimissioni del premier. I centristi di Potami rimproverano a Tsipras di non aver combattuto la sua battaglia nel cuore delle istituzioni europee. Per i conservatori di Nea Dimokratia il premier è un irresponsabile che ha portato la Grecia al totale isolamento nell'Unione.
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ef=HREC1-1
Grecia, tutte le incognite del referendum
Sarà possibile estendere il piano di salvataggio di qualche giorno? Serviranno controlli sui capitali? Come si muoverà il presidente della Repubblica? Molti gli interrogativi sulla mossa di Tsipras che potrebbe anche ridare fiato ai falchi del rigoredal nostro inviato ETTORE LIVINI
ATENE - Il referendum, in teoria, è una delle forme più dirette di espressione democratica. Comporta una risposta spesso semplice, un sì o un no, e il suo obiettivo - in teoria - è fare chiarezza su questioni che paiono confuse. Quello convocato da Alexis Tsipras il 5 luglio per far decidere ai suoi concittadini se accettare o meno le proposte di compromesso di Ue, Bce e Fmi nasce invece su una domanda quasi retorica - il 70% dei greci vuole rimanere nell'euro per i sondaggi, il 50% anche a costo di un cattivo accordo - ed è destinato invece a creare da subito molti più dubbi che certezze.
Grecia, Tsipras: "Ci chiedono pesi insopportabili"
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Quale sarà la reazione dell'ex-Troika che nella notte era tentata di ritirare il compromesso su cui i greci dovrebbero votare? Sarà possibile estendere di qualche giorno il piano di salvataggio, operazione che dovrebbe essere votata in alcuni paesi Ue? Come sarà formulato il quesito visto che (in teoria) la Costituzione ellenica non prevede consultazioni popolari su temi fiscali? Cosa farà il presidente della repubblica Prokopis Pavlopoulos, uomo di Nea Demokratia, chiamato a convocare un voto contestato dall'opposizione? Riuscirà Atene - difficile - ad arrivare al 5 luglio senza imporre severissimi controlli sui capitali che rischiano di fare precipitare la situazione? E, soprattutto, come farà il governo Syriza a votare in parlamento norme che ora respinge con durezza in caso di vittoria del sì?
Il caos istituzionale in Grecia era evidente già nella notte. L'ex presidente del Pasok Evangelis Venizelos ha chiesto a Pavlopoulos di non accettare la proposta di referendum. Antonis Samaras, leader del centrodestra, ha ribadito che per lui la domanda da fare ai greci è se vogliono rimanere nell'euro o no. Syriza ha provato a sostenere che il quesito sarà solo sulla proposta dei creditori e che non avrà - difficile immaginarlo - alcun effetto pratico. La prima vera risposta del paese arriverà però oggi dai bancomat, da Bruxelles e dalla piazza. Nella serata di ieri in alcune banche della periferia si sono formate lunghe code alle due di notte per ritirare i soldi, nel timore di una chiusura a tempo indeterminato delle banche. Nel centro della città - ne siamo stati diretti testimoni - gli sportelli automatici erano invece deserti e perfettamente funzionanti. Il blocco dei capitali (con un tetto ai prelievi e limiti al loro trasferimento) diventerebbe però un primo segnale dalla Bce all'elettorato sulle potenziali conseguenze del suo voto. Il "nobile no" chiesto da Tsipras contro i ricatti dell'Europa - sarebbe il messaggio implicito di Mario Draghi - porta il paese al caos.
"Bisogna mantenere il sangue freddo", confidava poco prima dell'alba una fonte governativa. Vero, e il primo problema sarà reggere una piazza dove nei giorni scorsi si sono alternati (con qualche frizione sempre più evidente) i fronti pro e contro l'euro in un escalation di tensione che il referendum rischia ora di esacerbare. L'opposizione insiste a chiedere elezioni, sostenendo che quella sarebbe la via maestra per far decidere ai greci il loro futuro. L'Eurogruppo di oggi si troverà sul tavolo la bomba sganciata da Tsipras e dovrà prendere alcune decisioni cruciali. Tra le quali come accompagnare - magari anche con aiuti - Atene verso il referendum nelle prossime difficilissime ore. Difficile che l'ex Troika, spaventata dal voto, possa fare marcia indietro oggi. Anzi. La mossa di Tsipras potrebbe ridare fiato ai falchi del rigore che da tempo sostengono che è meglio abbandonare il paese al suo destino per non dar corpo ai nuovi movimenti anti austerity che stanno nascendo nel continente. La matassa ellenica si è ingarbugliata ancora di più. E il referendum, invece che portare chiarezza, ha reso il gioco molto più complicato e - sostiene qualcuno - pericoloso.
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... ef=HREC1-1
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)