da pinopic1 il 09/02/2009, 14:19
Walter Veltroni: "Berlusconi se lo tolga dalla testa: al Quirinale non ci andrà mai"
fonte Intervista di Ninni Andriolo - L'Unità
Berlusconi dice una grande bugia quando afferma che agisce in nome della libertà e contro lo statalismo. È vero esattamente il contrario....».
Anche per Eluana, onorevole Veltroni?
«Certo. Lo Stato si ingerisce in modo intrusivo in una vicenda affidata sinora all’amore dei genitori e a una serie di sentenze. Entra in una vicenda personale, mentre suo compito sarebbe quello di fare una legge sul testamento biologico che non intervenga su un singolo caso, ma valga per tutti. Io, poi, non ho sentito da parte del governo la stessa preoccupazione per la vita quando si è approvato quel provvedimento sulla sicurezza che priva di cure migliaia di persone...».
Domenica pomeriggio, Veltroni è nel suo ufficio, a Sant’Andrea delle Fratte. Sul video scorrono le agenzie con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio. «Martedì scenderemo in piazza a Roma e a Milano - annuncia il leader Pd - Lo faremo per difendere il Capo dello Stato e la Costituzione da chi vuole forzarla»
Segretario, si aspettava un attacco così violento al Capo dello Stato?
«L’applauso ricevuto, l’altro ieri, a Napoli, dimostra l’apprezzamento dell’opinione pubblica nei confronti di Giorgio Napolitano. I cittadini sanno che indebolendo la Presidenza della Repubblica si renderebbe ancora più fragile il Paese. Ci vuole un uomo di garanzia. Ci vuole un luogo dove tutti si possono riconoscere. Napolitano e il Quirinale lo sono e devono restarlo»
Martedì, a Roma, parlerà Oscar Luigi Scalfaro, una scelta simbolica...
«Scalfaro incarna lo spirito con cui fu fatta la Costituzione, Uno spirito estraneo a Berlusconi. Il Presidente del Consiglio non conosce né la storia d’Italia, né quella della nostra democrazia. Scalfaro non fu tra i protagonisti di una Carta “fatta sotto l’influsso della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che guardavano alla Russia come a un modello”...»
Parole di Berlusconi, queste...
«Appunto. Da padre costituente, Scalfaro rappresentò la cultura cattolica democratica. E sedette accanto a chi aveva fatto la Resistenza nel Partito d’Azione, nel Pci, nel Psi o tra i monarchici. La nostra Costituzione è una delle più rispettate al mondo, anche perché è stata fatta proprio sotto l’influsso della fine della dittatura fascista e nasce dalla coscienza che quei tempi bui non si sarebbero dovuti ripetere».
La Carta può essere riformata, però...
«Certo, e il Parlamento aveva iniziato un ottimo lavoro. Dentro i confini dei grandi principi della Costituzione, possono realizzarsi interventi che rendono la macchina della democrazia più efficiente e veloce»
Anche Berlusconi chiede decisioni veloci...
«Berlusconi vuole portare il potere legislativo in una sola mano, nella sua. Mostra fastidio e intolleranza nei confronti di chiunque abbia un’opinione diversa dalla sua. È questo il suo atteggiamento nei confronti dell’opposizione, della magistratura, dell’informazione, dei sindacati. L’Italia non è un’azienda di sua proprietà, ma un Paese che appartiene a sessanta milioni di italiani»
Il premier, però, ieri ha reso omaggio alla Costituzione. Ha corretto la rotta?
«Berlusconi è capace di smentirsi mentre parla. Non esiste paese al mondo in cui un primo ministro dichiara, giornali e tv registrano le sue parole e il giorno dopo lui parla di manipolazioni. Da 15 anni in Italia è così. La presidenza del Consiglio è un ruolo di responsabilità. La realtà dei fatti è che Berlusconi ha sferrato al Capo dello Stato un attacco che è stato respinto dal Paese. Dall’opinione pubblica, dalle forze politiche tutte e dallo stesso Fini. Voglio sottolineare l’autonomia del Presidente della Camera. Ci sono avversari politici che conoscono bene la differenza che corre tra le istituzioni e una sezione di partito. Fini lo ha dimostrato in diversi passaggi»
Ma Berlusconi ingaggia lo scontro anche con lui, a quanto pare...
«L’animus di Berlusconi è questo. Voglio sottolinearlo: il Presidente del Consiglio ha scelto con freddezza e cinismo di strumentalizzare la vicenda della povera Eluana con un disegno politico preciso...»
Quale segretario?
«Negli ambienti bene informati circola la tesi che Berlusconi vorrebbe andare alle elezioni anticipate per cercare di assicurarsi che il Parlamento che eleggerà il prossimo Capo dello Stato sia più controllabile. Interessi assolutamente privati a fronte di un Paese che vive una crisi economica e sociale gravissima»
Uno scontro istituzionale per spianare la strada che sale al Colle, quindi?
«Se lo tolga dalla testa Berlusconi: al Quirinale non ci andrà mai. In quella carica si sono succedute personalità che hanno garantito l’unità della nazione e il rispetto della Costituzione. Lui non è in grado di garantire unità, ma solo divisione».
Lei parla di “venature autoritarie”, ma Berlusconi non è andato già oltre?
«Il suo è un disegno scellerato e autoritario. Già l’anno scorso parlai del rischio di una trasformazione della nostra democrazia e ricordai il modello Putin. Allora ci furono molte polemiche, ma i fatti di questi giorni confermano la diagnosi».
Con un’aggravante, la crisi sociale che si acuisce...
«E sta diventando devastante, come dimostrano gli incontri nei luoghi di lavoro che visito girando l’Italia. Dai problemi che pongono le lavoratrici del gruppo Limoni, vicino Perugia, che hanno perso il posto, agli operai della Bayer che non potranno godere della Cassa integrazione, a quelli del polo chimico di Porto Torres, agli artigiani e ai commercianti dell’Umbria. Berlusconi è lontano mille chilometri dall’Italia reale. Vive in un mondo di opulenza sfacciata. Non sente la voce di un Paese che soffre, non lo ha nel cuore. Un’insensibilità dalla quale discende la totale assenza d’iniziativa del governo»
Da padre, però, si mostra sensibile alla vicenda umana di Eluana...
«In realtà la sfrutta come diversivo, perché rimanga sullo sfondo la crisi del Paese. I ritornelli su Kakà e sul resto servono a oscurare i veri problemi. Gli ho sentito dire che Eluana ha ripreso il ciclo mestruale, che può avere dei figli. Considero tutto questo come la forma più bassa a cui la politica sia arrivata. Berlusconi aveva la possibilità di fare una legge sul testamento biologico e non l’ha fatta. Ha governato questo Paese per otto anni, la vicenda Englaro era nota da mesi. Il premier, invece, si è svegliato improvvisamente. E per un’operazione strumentale dai toni inaccettabili. Quando sento certe espressioni penso al padre che cura quella povera ragazza. Chi è più in grado di esprimersi sullo stato di salute di Eluana, un politico o il padre che l’ha vista nascere, crescere e l’ha accompagnata per 17 anni con l’affetto, l’amore e il dolore che un genitore può conoscere?»
Un Paese spaccato a metà, da una parte i cattolici e dall’altra i laici?
«È questo il disegno. In tutti gli altri paesi, con una crisi paragonabile a quella del ‘29, si punta a unire la società. Da noi, invece, si punta a dividerla. A dividere i sindacati, o a frapporre barricate tra maggioranza e opposizione, o a separare il Nord dal Sud. Adesso si cerca anche di dividere laici e cattolici».
Un rischio che corre anche il Pd nel voto sul disegno di legge del governo?
«Bisogna abituarsi al fatto che nei grandi partiti, ma anche in quelli più piccoli, esistano posizioni diverse sulle questioni etiche. Esistevano anche nell’Ulivo. Considero ciò qualcosa di incomprimibile, perfino un valore rispetto a partiti nei quali coscienza e pluralismo sono negati. Noi siamo una forza diversa. D’altra parte i democratici americani, che hanno eletto Obama, si sono divisi sull’aborto e sulla guerra. Materie nelle quali non può scattare la disciplina di partito. Noi siamo tutti d’accordo nel respingere la manovra di Berlusconi, nel manifestare a favore della Costituzione, nell’affermare la priorità del rispetto di leggi. Gravissimo, tra l’altro, che si faccia un provvedimento a fronte di una sentenza passata i giudicato»
Come voteranno i gruppi Pd di Camera e Senato?
«Decideremo domani (oggi,ndr), decideranno i gruppi. Ma so per certo qual è il giudizio politico comune su questa vicenda: dall’attacco sferrato alla Costituzione, alla denuncia della strumentalizzazione odiosa di Berlusconi, alla possibilità di affrontare in maniera seria, con una legge sul testamento biologico, un tema di grande rilevanza etica».
E Di Pietro?
«Di Pietro ha già reso un servizio a Berlusconi, offendendo il Presidente della Repubblica. E in queste ore non ho sentito da lui parole urlate, di analoga intensità, contro gli attacchi alla Costituzione. Ci si renderà conto, alla fine, che, come sempre, coloro che gridano di più sono i più funzionali ai disegni peggiori. L’alternativa alla destra non sono le urla di Grillo, ma un’opposizione forte. Di Pietro convoca manifestazioni contro il Capo dello Stato, noi le organizziamo contro le minacce alla democrazia di Berlusconi. Ecco, sta qui la differenza»
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)