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“Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda trilogy il 07/02/2017, 9:08

mariok ha scritto:Grazie trilogy

Ma una domanda sorge spontanea: se non ci fosse l'euro ed il TARGET2, i 1.000 miliardi di euro per finanziare le nostre importazioni, noi e gli altri paesi del sud-europa da dove li avremmo presi?

E non ci saremmo dovuti imporre un'austerità ben superiore a quella impostaci dalla Germania?


Se non ci fosse l'euro e il target2 a fronte di una fuga di capitali la ricetta è standard: si svaluta, si alzano i tassi d'interesse, si introducono controlli amministrativi sui movimenti di capitale, si chiedono prestiti in valuta a istituzioni sovranazionali o altri paesi che impongono tagli alla spesa.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Giovigbe il 07/02/2017, 9:20

trilogy ha scritto:
Se non ci fosse l'euro e il target2 a fronte di una fuga di capitali la ricetta è standard: si svaluta, si alzano i tassi d'interesse, si introducono controlli amministrativi sui movimenti di capitale, si chiedono prestiti in valuta a istituzioni sovranazionali o altri paesi che impongono tagli alla spesa.


Chi ci rimette (come sempre) da questa ricetta sono le classi più povere ....quindi ci hai dato valide ragioni per dire viva l'euro
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri. VOLTAIRE
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 07/02/2017, 10:32

ranvit ha scritto:Dedicato a mariok e pianogrande :D


Facciamo un esempio. Nelle relazioni tra Germania e Grecia, poniamo che nel primo anno l’attivo tedesco rispetto al passivo della Grecia dipenda dal fatto che la Germania vende automobili per un valore superiore a quello speso dai tedeschi che vanno in vacanza in Grecia. A questo punto, ci sono due reazioni possibili: nella prima, gli operai tedeschi sono pagati di più dalle loro imprese, e l’anno dopo faranno vacanze più lunghe in Grecia, cosicché i conti ritornano in equilibrio; nella seconda, i salari degli operai tedeschi rimangono invariati, ma il surplus della Germania viene prestato alle banche greche affinché anche nel nuovo anno i cittadini greci abbiano soldi a prestito per continuare a compare macchine tedesche.



Ottimo esempio.

Ma il problema dove sta?

La Germania che vende le sue automobili ai greci o i greci che continuano a comprare auto non potendosele permettere?
:lol: :lol:

Bellissima anche la soluzione proposta:

In passato, quando ognuno aveva la sua moneta, i tedeschi il marco ed i greci la dracma, c’era il meccanismo della svalutazione. La moneta greca perdeva periodicamente valore sul marco, e così i greci compravano automaticamente meno automobili tedesche.

L'ipotesi che i greci riformino il loro sistema in modo da diventare più competitivi e sviluppare altri settori a maggiore valore aggiunto rispetto al turismo, è naturalmente esclusa in partenza.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 07/02/2017, 12:08

mariok, ma....davvero non hai capito? :roll:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 07/02/2017, 12:40

Le spiegazioni sono interessanti e imparo e ringrazio ma non posso fare a meno di considerarle parziali.

Perché parziali?

Spiegano perché il surplus di un paese debba (o finisca per) trasferirsi, in un modo o nell'altro, sugli altri paesi in caso di moneta unica.
Non spiegano come mai la Grecia il surplus non ce l'ha e la Germania sì e quello sarebbe il dato politico (socio politico) che andrebbe a completare quello ragionieristico.

E' (politicamente) giusto che gli stati meno efficienti facciano le vittime?

Quando è stato fatto l'Euro c'è stato un atteggiamento troppo ottimistico sul comportamento dei vari paesi?

Mi basterebbe trovare qualcuno d'accordo sul fatto che, se l'Euro fallisse, non sarebbe colpa degli stati efficienti ma di quelli inefficienti.

Se l'Euro fallisce la colpa è della nostra politica e della nostra imprenditoria e giù fino all'ultimo cittadino ognuno nel suo piccolo.

Ci è stata data una occasione e ci siamo dannati l'anima per perderla.

Colpa della Cermania?

Troppo comodo.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda ranvit il 07/02/2017, 13:15

Amen..... :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda mariok il 07/02/2017, 15:34

Cercasi ancora in Europa una voce politica in grado di rispondere alle trombe di Trump con il suono di campane meno stonate.
I tedeschi (almeno la parte dei cosiddetti falchi) sono quelli che sono.

Ma da questa parte non è che andiamo meglio. A parte i Grillo e i Salvini che si schierano con Trump e fanno pienamente i suoi interessi, gli altri (a cominciare dal nostro ex-premier) balbettano su flessibilità, improbabili rilanci dell'economia attraverso i debiti, dando anche loro, sia pur indirettamente,ragione a Trump.

IL DOPPIO FRONTE DELL’EUROTOWER
MASSIMO RIVA

ANCORA una volta ci voleva la parola ferma, lucida, saggia di Mario Draghi per far sentire la voce dell’Europa nel mondo. Più e meglio di tanti capi di governo impauriti dalla propria ombra, il presidente della Bce ha capito che gli attacchi lanciati da Donald Trump contro Berlino sono in realtà una dichiarazione di guerra che riguarda l’Europa intera. Quando si dice che la Germania approfitta di una moneta “esageratamente sottovalutata” per “sfruttare” Stati Uniti e partner europei si coglie uno dei punti più critici nella costruzione dell’euro. Quindi, solo in apparenza si punta a mettere sotto accusa la Germania: nella sostanza l’obiettivo fraudolento è quello di far saltare il sistema della moneta unica europea.
E su questo fronte Draghi è stato di una risolutezza senza sbavature. Non solo ha dichiarato l’euro «irrevocabile» perché con esso salterebbe il mercato unico e l’Unione stessa. E così fatto capire a Trump di essere pronto ad accettare la sfida. Poi ha soggiunto un lapidario «noi non siamo manipolatori della moneta» a uso e consumo sia del presidente Usa sia del Finanzminister tedesco Schäuble, che pur di attaccare la Bce sembra disposto a cavalcare le accuse americane contro la presunta sottovalutazione dell’euro. Doppio, quindi, è il fronte su cui il presidente della Bce dovrà combattere in una guerra monetaria che s’annuncia aspra e senza quartiere.
Sul versante esterno, occorre ricordare che, con Trump, negli Usa ha preso il sopravvento quel blocco di interessi economico-finanziari che ha sempre visto come fumo negli occhi la presenza sui mercati valutari di una moneta europea. Al principio, questa ostilità è stata attenuata da un diffuso scetticismo sulla capacità di volare del calabrone dell’euro. Dopo 15 anni di esperienza sul campo molto è cambiato: pur tra alti e bassi, l’euro si è guadagnato un ruolo non irrilevante negli scambi internazionali anche perché espressione di un’area commerciale di quasi mezzo miliardo di consumatori, fra i più abbienti della Terra. Da una rassicurante incredulità iniziale molti americani hanno cominciato a guardare alla moneta europea come a un fastidioso concorrente del dominio planetario del dollaro. Ben consapevole del peso che l’arma valutaria ha nell’arsenale del perfetto protezionista ora Trump sta cercando di dare voce e risposte a questi timori.
In modi e termini che sono abili e insidiosi. Il principale tallone d’Achille dell’euro consiste proprio nel fatto di aver sì unito monetariamente gran parte d’Europa ma con effetti asimmetrici fra i Paesi soci. I più deboli hanno perduto la possibilità di ricorrere alle svalutazioni competitive. I più forti — la Germania — hanno incassato il beneficio di non dover pagare il prezzo della rivalutazione del cambio e proprio per la presenza nel sistema delle economie meno robuste. Un’asimmetria carica di effetti pericolosi come testimonia il crescente dilagare di movimenti antieuro in numerosi Paesi, non ultima l’Italia. Ed è a questi che, con astuzia bottegaia, Trump offre una sponda nella speranza che lo aiutino a restaurare l’egemonia del dollaro. Trappola nella quale sembrano entusiasti di cadere i vari Grillo, Salvini e Le Pen.
Ragione di più questa per restare sgomenti, sul fronte interno della guerra, dinanzi all’insipienza con la quale l’attacco americano è stato accolto in Europa. A cominciare dalla più diretta interessata, Angela Merkel, la quale si è limitata a replicare dichiarando che in materia Berlino rispetta pienamente l’indipendenza della Banca centrale europea. Risposta farisaica perché la cancelliera non può sorvolare sul paranoico tiro al bersaglio del suo Finanzminister contro il vertice della Bce. Ma risposta soprattutto infingarda perché evita di affrontare la questione di sostanza su cui l’amministrazione Usa fa leva per creare scompiglio in Europa: la cura delle asimmetrie provocate dall’euro non può essere lasciata solo a Mario Draghi. Né basta parlare di Europa a più velocità: far finta di non vedere il problema di fondo non lo risolve, lo aggrava. Cercasi ancora in Europa una voce politica in grado di rispondere alle trombe di Trump con il suono di campane meno stonate.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda pianogrande il 07/02/2017, 16:59

L'Europa mi appare un po' come il PD.

Pur di prendersi un po' di potere, vari politici (e seguito) europei si mettono dalla parte di Trump (e Putin) a dare addosso all'Unione.

Gente che ci vuole riportare indietro di almeno mezzo secolo in nome di "sovranità" in cui si leggono altri significati abbastanza riconducibili alla mancanza di regole e di controlli.

Chi ci guadagna dalla mancanza di regole e di controlli?
Mah!

La "campana" giusta sarebbe quella della efficienza, correttezza, tirarsi su le maniche, pagare le tasse, combattere le mafie... potrei continuare per un po'.

Ma l'Europa dei furbi è in stragrande maggioranza.

Non oso pensare a quale percentuale arriviamo se sommiamo i furbi che la combattono e i furbi che semplicemente la sfruttano e la sfrutteranno (finché dura).

Il fatto che Mario Draghi sia italiano mi dà qualche speranza ma forse solo perché la rassegnazione di fronte a tanta evidenza mi fa troppa paura.
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Robyn il 07/02/2017, 19:10

I Greci che vogliono acquistare auto tedesche non c'entrano nulla sono le banche greche che per fare credito ai greci se li fanno prestare dalla bundensbank attraverso la bce perche non li hanno e calcoliamo che senza il mercato greco e dei paesi mediterranei la bmw fallirebbe
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: “Giorgio se ne vò jì e ‘o vescovo ne ‘o vò mannà“

Messaggioda Giovigbe il 07/02/2017, 19:41

con scelte come questa noi italiani siamo "già" fuori dell'europa.....vaje a spiega a schauble perché co 2000 MLD de debito ....noi pensamo ar gorf


dall'UFFINGTON POST

Commissione Senato dà l'ok all'emendamento Pd al decreto Salva Banche per reinserire i 97 milioni a garanzia della Ryder Cup

La Commissione Finanze del Senato ha dato il via libera all'emendamento che introduce i 97 milioni a garanzia della Ryder Cup che sarà ospitata dall'Italia nel 2022. Come l'HuffPost aveva già documentato nei giorni scorsi, la proposta di modifica, già cassata durante l'approvazione della Legge di Bilancio insieme agli altri emendamenti "marchetta", è tornata in "agenda" durante la discussione per la conversione del decreto legge Salva-Banche - quello per intendersi varato il 23 dicembre scorso dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per stanziare i 20 miliardi necessari al salvataggio del Monte Paschi di Siena.

Quale sia il legame tra il golf e il decreto salva-risparmio resta un mistero. Ma l'emendamento proposto il 31 gennaio scorso dal Pd Renato Guerino Turano, senatore eletto nella circoscrizione Estero, ha ottenuto il parere positivo del Governo ed è stato approvato dalla Commissione di Palazzo Madama. Al voto non hanno partecipato tre senatori della minoranza Pd e un senatore di Forza Italia.


La legge di conversione del dl Salva-Banche ha subito sollevato le polemiche delle opposizioni. I senatori della Lega hanno chiesto in Aula al presidente Pietro Grasso di intervenire sul decreto per dichiarare inammissibile l'emendamento approvato in Commissione Finanze. La Lega ha annunciato una "guerra totale" sul testo: altro elemento di scontro è infatti il No della Commissione alla black-list dei debitori delle banche fallite o salvate dallo Stato, acconsentendo solo alla diffusione dei profili di rischio dei debitori. Conoscere i profili di rischio "è più importante" che conoscere solamente i nomi dei principali debitori delle banche, ha detto il sottosegretario all'Economia esprimendo la posizione del Governo.

"Il palazzo alle nostre spalle sta truffando gli italiani, tiene nascosti i nomi di quelli che si sono intascati milioni di euro senza restituirli e allo stesso tempo prende 100 milioni dal fondo per i risparmiatori per fare una gara di golf in toscana. I banchieri vengono salvati e con loro gli amici degli amici", ha dichiarato il segretario leghista Matteo Salvini nel corso di un sit-in con i parlamentari del Carroccio, davanti l'ingresso del Senato. "Se approvano il decreto così com'è questo palazzo noi lo circondiamo", ha aggiunto il leader dei leghisti.

Tornando all'emendamento pro-golf, annunciano barricate anche i senatori del M5S: "Una maggioranza quasi trasversale all'insegna dei soliti privilegi. Ringraziano per l'ennesimo spreco sia il Coni di Malagò che il comitato organizzatore dell'evento, nelle cui fila ci sono molti nomi noti, dal figlio di Gianni Letta e cugino di Enrico all'ex dg Rai Gubitosi passando per il renziano Guido Barilla e per Francesco Soro, capo di gabinetto del Presidente Malagò al Coni", commentano.

I 100 milioni a garanzia della manifestazione sportiva avevano già fatto la loro apparizione durante la discussione della Legge di Bilancio varata dal governo Renzi. Nel lungo articolato (104 articoli) arrivato alle Camere c'erano tantissime misure, alcune prioritarie, altre meno. Tra queste ultime, ad esempio, c'erano i fondi per il Centro meteorologico europeo, quelli per la Coppa del mondo di sci o, appunto, le risorse per la Ryder Cup. Casi che sollevarono polemiche perché, mentre da un lato venivano finanziate questi progetti meno "prioritari", il Governo stoppava un altro emendamento alla legge di Stabilità che stanziava 50 milioni di euro per l'emergenza sanitaria di Taranto legata all'Ilva. Ci fu un acceso scontro tra l'allora premier Matteo Renzi e il presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia sulle responsabilità per la cancellazione dell'emendamento salva Ilva. I 97 milioni per la Ryder Cup poi sparirono dal testo approvato. Ma non per molto.


e dove troviamo i soldi .............aumentando la benzina
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