da mariok il 03/02/2017, 21:53
E' ormai consuetudine consolidata che il presidente della repubblica, prima di affidare l'incarico per la formazione del governo, raccolga le indicazioni dei partiti.
Non vedo nulla di male nel fatto che i partiti, prima delle elezioni, sottopongano al giudizio dei loro elettori il nome che proporranno durante le consultazioni. E' abbastanza normale che esso sia il leader del partito, ma in caso di coalizione è giusto che esso venga individuato attraverso primarie.
Ciò ovviamente, a costituzione vigente, non può essere inserito in una legge, in quanto introdurrebbe di fatto il principio della premiership non previsto dalla nostra carta.
Credo che anche l'introduzione di primarie per le candidature a camera e senato avrebbe rilevanza costituzionale e non potrebbe essere fatta con legge ordinaria. L'obbligo di passare, per potersi candidare, per le primarie di un partito, sarebbe una limitazione al diritto all'elettorato passivo non prevista dalla costituzione.
Ciò non toglie che ogni partito possa darsi regole di democrazia interna che prevedano consultazioni elettorali.
Piccola nota a margine (per chi ha la memoria corta). Alle ultime elezioni, Bersani nominò i capi lista e non solo (complessivamente circa 150 candidati "nominati", tra i quali Letta, Cuperlo ed altri) senza passare per le primarie. Ed oggi rompe i coglioni lui e le preferenze (una delle cause, come sappiamo, della corruzione, considerati gli elevati costi di una campagna elettorale).
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville