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Laura Boldrini e la stepchil adoption

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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 03/02/2016, 20:34

A dire il vero ancora non riesco a capire come possa esserci la maternità surrogata.La legge 40 già vieta la maternità surrogata e nel ddl il bimbo deve essere biologico cioè della madre naturale e deve già presistere prima della formazione del legame fatto all'anagrafe.In più se ci sono due anni di affido e poi l'adozione durante tutto questo periodo il giudice può verificare se il bimbo è nato da una maternità surrogata.In caso di maternità surrogata non serve il carcere e altre cose semplicemente il bimbo non può essere ne affidato e nè adottato.Poi bisogna agire all'origine stroncando il traffico di bimbi nati dalla maternità surrogata e la carta di Parigi è già un bel passo in avanti
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda mariok il 08/02/2016, 18:22

« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda annalu il 09/02/2016, 21:55

Robyn ha scritto:[...]In caso di maternità surrogata non serve il carcere e altre cose semplicemente il bimbo non può essere ne affidato e nè adottato [...]

Perfetto. E' tutto così semplice: puniamo il più innocente!
Del resto, è nella tradizione cattolica punire i "figli della colpa", era un po' che non se ne sentiva più parlare, giusto trovarne di nuovi, più aggiornati ai tempi.
E magari creiamo nuovi befotrofi speciali, per i bambini che la legge dichiara "non adottabili e non affidabili".
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 09/02/2016, 22:38

annalù la laicità è una cultura del limite,la laicità deve rifuggire sempre dagli estremismi e non sono d'accordo con Galimberti perche è libertario mentre sù questi temi bisogna essere liberali che è diverso perche c'è un limite.Per ex l'analisi genetica per alcune malattie gravi che evita che nascano bambini con gravi malformazioni e il welfare cioè il rmg e tutti le altre prestazioni possono avere un'effetto positivo ancora sulla diminuzione degli aborti.La legge praticamente interverebbe in prevalenza solo nel caso di pericolo della vita della donna e in caso di violenza sessuale e meno in caso di malformazioni del feto e per ragioni sociali ed economiche
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda flaviomob il 09/02/2016, 23:42

La maternità surrogata è legale in Canada, un paese certamente più evoluto del nostro ad ogni livello.
A parte questo, faccio mie le parole di Annalu.
Tra parentesi, la surrogata è utilizzata nell'80-90% dei casi da coppie eterosessuali e fino ad ora non si è mai trattato di questo argomento in parlamento: guardacaso solo quando si parla di omosessualità spuntano i duri e puri (che magari prima votavano la fiducia a un puttaniere, ma non fa nulla).
Oltretutto l'adozione del figlio del compagno non ha alcuna relazione con la maternità surrogata: è chiaro che chi ha i mezzi per pagarsela e farla all'estero la farà comunque. L'unica conseguenza è togliere una tutela a bambini innocenti nel caso che il loro genitore biologico muoia anzitempo. I neurodeliri di certi politici che vogliono introdurre l'ultrareato sono ridicoli: se in alcuni stati è legale, non possono certo esercitare la giurisdizione della Repubblica delle Banane all'estero. Si preoccupassero piuttosto del record di pedofili e turisti sessuali che i cittadini della medesima Repubblica detengono nel globo terracqueo.

Poi arriva Formigoni, poverino, l'autofobo

https://www.change.org/p/mattarella-dev ... -formigoni


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Figli, figliastri e colpe dei padri

Messaggioda franz il 10/02/2016, 12:16

Figli, figliastri e colpe dei padri

Leggendo questa intervista a Giuseppe Vacca, Presidente dell’Istituto Gramsci di Roma (http://www.corriere.it/politica/16_febb ... ed0a.shtml ) mi sono venute in mente le parole con cui Pasolini apriva le Lettere Luterane: “Uno dei temi più misteriosi del teatro tragico greco è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri”.

Direte: ma che c’entra questo con le questioni dei diritti civili, invocate nell’intervista? Infatti c’entra solo per un aspetto ed è quello che provo a condividere con chi mi legge. Nel fare un gran calderone tra diritti relativi al riconoscimento di unioni tra persone che non vogliono ricorrere al matrimonio (ricordiamoci che le “unioni civili” riguardano anche queste famiglie); persone che non possono perché la legge glielo impedisce (giacché sono omo-sessuali); persone che non possono né vogliono perché con-giunte in altro modo (fratelli, cugini o che altro), le posizioni politiche più radicali finiscono per contrapporsi sul punto che appare più fragile della proposta di legge Cirinnà, cioè quello che la pigrizia giornalistica identifica come stepchild adoption, ovvero la possibilità di adottare, da parte di uno dei membri della coppia (ancora da costruire, dal punto di vista giuridico), il figlio dell’altro membro. Ciò che renderebbe possibile educare, mantenere, curare e anche legittimamente coccolare, questo figlio da parte del genitore adottivo anche nel caso che il genitore “naturale” dovesse venire a mancare. Questa parte del ddl Cirinnà prevede casi che oggi riguardano circa 500 coppie, secondo dati ufficiali, che potremmo immaginare sottovalutati, certamente, ma non credo moltiplicati per 1000.

Trovo molto giusto che si sia pensato a introdurre questa misura in un ddl che cerca di dare legittimità giuridica, seppure in ritardo, a una realtà ormai diffusa, seppur sempre minoritaria, anche in Italia come in tutto il resto del mondo.

E trovo molto anacronistica, triste, autoreferenziale, culturalmente poco adeguata al tema, la dura opposizione di una larga – e del tutto legittima, però – parte della società italiana, particolarmente in area cattolica. Questa opposizione si focalizza testardamente sul problema della possibilità di adozione del “figliastro” (questo significa stepchild: se chi usa questo termine inglese lo sostituisse con l’italiano già, secondo me, ci ripenserebbe…) e vede dietro questo provvedimento, che a me e milioni di altri italiani sembra assolutamente “umanitario” oltre che giusto, l’ombra terribile dell’uteroinaffitto.

Parliamone.

Magari parliamone sapendo di che si tratta.

Magari parliamone riflettendo per esempio a questo: quando una coppia “regolare”, etero, sposata, e infertile, adotta un bimbo che evidentemente è stato concepito e si è sviluppato in un utero “altro” che non appartiene alla moglie , così come non appartiene al marito il seme che ha reso possibile il concepimento, in questo caso la maggioranza netta delle persone è incline a pensare a quella coppia come generosa, disponibile, positiva.

Quando invece due uomini decidono di fare la stessa cosa prestando il seme di uno di loro a un utero, magari appartenente a una persona amica; o quando due donne decidono di concepire un figlio stabilendone le modalità, la cosa assume contorni che fan tremare, pongono dubbi, in alcuni casi indignano o addirittura “disgustano”.

A me pare che questa reazione sia segno di inadeguatezza culturale. Non si riesce a far entrare nei propri schemi mentali qualcosa che propone un allargamento di possibilità entro l’ambito di ciò che è “concepibile” -lato sensu- nell’ambito, per di più, di un allargamento dei confini dell’amore. Cito ancora una volta il Pasolini delle Lettere Luterane: cos’è che accomuna “una signora fascista e un extraparlamentare, un intellettuale di sinistra e un marchettaro? E’ una terribile, invincibile ansia di conformismo”.

Ansia di conformismo. Non so davvero se questo è ciò che ha spinto Giuseppe Vacca a dire cose del tipo “la famiglia è una”. Una? cosa vuol dire una? Se si intende il concetto di una microcomunità legata da affetti, condivisione di beni e di obiettivi, tra cui quello della procreazione e dell’allevamento di prole, va anche detto che “malgrado la sua universalità, la f. assume nei diversi contesti sociali e culturali una straordinaria varietà di forme, sì da rendere problematico individuare un tratto distintivo che la caratterizzi in ogni circostanza” (Enciclopedia Treccani, alla cui voce, molto esaustiva, rimando http://www.treccani.it/enciclopedia/famiglia/). A quale famiglia si riferisce, professor Vacca?

E, ancora, si interroga il professore “come si fa a dire che avere figli è un diritto?”. E chi lo dice? Il Ddl Cirinnà? Le famiglie arcobaleno? Chi ha manifestato in nome e in difesa delle unioni civili? Avere figli è un atto molto spesso meditato e altrettanto spesso non consapevole, egoistico o generoso, questione di amore o questione di trasferimento e perpetuazione del patrimonio, anche e soprattutto quando avviene all’interno di quella che chi ha paura dell’adozione dei figliastri definisce “Famiglia naturale”. E allora in che modo un diritto individuale prevaricherebbe il “modo in cui si compongono le volontà e le coscienze dei gruppi umani”? Francamente c’è da stupirsi di una simile argomentazione! Non credo che il diritto individuale di cui stiamo parlando limiti o vìoli la libertà e i diritti di nessun altro, a meno che si voglia immaginare un mondo in cui una folla di coppie omosessuali, assatanate dal desiderio di spargere la propria progenie per il mondo, forzi la volontà di povere creature bisognose costringendole all’affitto dei loro organi riproduttivi. Qui raggiungeremmo il ridicolo.

Un’ultimissima notazione. Mi fa soffrire leggere anche questa affermazione, in risposta alla domanda – capziosa- del Corriere della Sera “Sbaglia la sinistra a fare dei diritti individuali il fulcro della sua azione politica?”

«Assolutamente sì. La sinistra subisce una deriva nichilista, in termini marxisti la definiremmo spontaneista».

Secondo me la sinistra fa molto bene, invece a fare dei diritti (individuali ? civili, invece e quindi collettivi) il fulcro della sua azione. Peccato piuttosto che non sempre sia così!

Quindi, riallacciandomi a Pasolini, per concludere non vorrei che i figli, legittimi, naturali, desiderati, casuali, abbandonati, accolti, detestati o molto amati, diventino le vittime incolpevoli dei peccati della superbia intellettuale e dell’ansia di conformismo dei propri padri!
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda flaviomob il 10/02/2016, 16:39

http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... surrogata/

...
Se veramente si volesse ridurre la fetta di maternità surrogate richieste dalle coppie gay, il modo più pratico e funzionale sarebbe invece quello di dare alle coppie omosessuali gli stessi diritti di adozione "normale" che hanno le coppie etero (quella nazionale e internazionale, dagli orfanotrofi). Certo, non eliminerebbe del tutto la "domanda" di questa pratica da parte delle coppie gay - così come non ha eliminato la stessa domanda da parte delle coppie etero - ma di certo la ridurrebbe. Probabilmente, anzi, la ridurrebbe di più rispetto a quanto avviene nelle coppie etero, dove di solito c'è una maggiore attenzione a una genitorialità almeno in parte biologica, rispetto a quella interamente adottiva.
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 10/02/2016, 21:16

Per quale motivo le coppie etero dovrebbero ricorrere all'utero in affitto?In caso uno dei partner è sterile si può ricorrere alla fecondazione artificiale e l'eterologa,nel caso invece che ambedue i partner etero siano sterili bisognerebbe rendere più facile l'adozione.La stepchild adoption per le coppie gay è una cosa differente perche sono legami che si formano e che nessuno può contrastare anche se sono casi limite,e non si può impedire al partner non biologico di portare il bimbo a scuola,lasciargli l'eredità,portarlo a giocare etc.Altra cosa è l'adottabilità esterna di un figlio e stiamo parlando di un problema inesistente perche le coppie gay in genere non richiedono per loro dei bimbi.Infine sulla procreazione artificiale c'è da registrare che non è un fenomeno marginale 1 coppia sù 5 in Italia è sterile
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda annalu il 11/02/2016, 16:53

Robyn ha scritto:Per quale motivo le coppie etero dovrebbero ricorrere all'utero in affitto? [...]

Robyn a volte davvero fai cadere le braccia!
Prima proponi di rendere doppiamente orfani i bambini nati dall'utero in affitto impedendo loro di essere riconosciuti anche dal genitore biologico che li ha desiderati, poi arrivi a pensare che l'utero in affitto serva solo per gli omosessuali (maschi, penso)!
La sterilità di una coppia può dipendere dall'incapacità a produrre gameti, ed allora si può ricorrere alla fecondazione eterologa; per i maschi questo è l'unico possibile motivo di sterilità, mentre per le donne è tutto molto più complesso.
Una donna può avere ovaie perfettamente funzionanti, ma può non essere in grado di portare avanti una gravidanza, nei casi più gravi per malformazioni uterine più o meno importanti, ma anche per numerose altre patologie che consentono un concepimento normale ma poi impediscono il normale proseguimento della gravidanza (mai sentito parlare di aborti spontanei?).
Per questi casi, a volte vissuti molto dolorosamente dalle persone coinvolte, è stata messa a punto la tecnica che consente ad una donna di portare avanti la gravidanza di un'altra donna che non è in grado di farlo.
In seguito alcune donne sono ricorse a questa tecnica senza averne assoluta necessità.
E' noto che negli USA alcune attrici - e probabilmente anche altre professioniste - sono ricorse all'utero in affitto per non venir limitate nella loro carriera. Questo mi pare davvero un uso aberrante di una tecnica preziosa: che madre potrà mai essere una donna che non se la sente di dedicare al proprio bambino nemmeno un anno della propria vita?
Eppure questi casi hanno suscitato molto meno scandalo dell'uso molto limitato di tale pratica da parte di coppie di uomini omosessuali.
Infine, la step-child adoption (che significa "adozione del figliastro", cosa lecita per i coniugi che riconoscono il figliastro, cioè il figlio naturale dell'altro coniuge) sanerebbe molte situazioni difficili di figli nati con metodi assolutamente naturali e figli naturali di uno dei membri della coppia dello stesso sesso, sia che si tratti di due madri che di due padri. Questi bambini già esistono, vivono insieme ai nostri figli ed ai nostri nipoti (tutti legalmente riconosciuti, per carità, e naturalmente tra i "nostri" bambini non c'è nessun orfano e nessun bambino abbandonato, dato che avere due genitori di sesso diverso è un "diritto"), ma è come se fossero figli di un genitore solo, dato che l'altro che pure lo accudisce non risulta avere alcuna relazione con lui, così che se il genitore biologico dovesse venir a mancare, il bimbo verrebbe privato anche dell'altro genitore, che finora è vissuto con lui volendogli bene.
E a te tutto questo sembra giusto?
Ti sembra giusto che un bimbo debba sempre essere il primo a pagare?
A me questa storia non pace proprio, e non riesco a restare indifferente di fronte a chi si ostina a ritenere "bambini di minor valore quindi meritevoli di minori diritti" tutti i bambini che vengono amati ed allevati da coppie dello stesso sesso.

Annalu
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Re: Laura Boldrini e la stepchil adoption

Messaggioda Robyn il 11/02/2016, 17:24

Mai detto che l'utero in affitto è praticato dalle coppie dello stesso sesso,anzi il fatto che ricorrano di meno a questa pratica disgustosa rispetto alle coppie etero significa che non richiedono dei bimbi e quindi non è necessaria l'adozione esterna ma può essere ammessa come caso limite la stepchild adoption per il figlio biologico del partner.Mi riferivo alle coppie etero cioè l'utero in affitto al quale fanno ricorso può essere disincentivato da adozioni più facili e dalla pma se la coppia è sterile.Naturalmente l'eterologa che in Italia è stata ammessa dalla corte costituzionale non commercializza il dna ed è riservata solo alle coppie che presentano problemi di sterilità
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