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Un referendum di cui non si parla

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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda pianogrande il 18/04/2016, 0:56

Robyn ha scritto:I dati del referendum dimostrano che in Italia esiste un labour party al 35% è cioè una sinistra che non si riesce ad intercettare nessuno lo sà se tutto il csx è csx.In tutti casi non si può far finta di niente di fronte a 13 milioni di italiani che la pensano diversamente sull'ambiente che sono per uno sviluppo compatibile con l'ambiente e il paesaggio e non per la decrescita come qualcuno pensa


E quei 13 milioni contano più degli altri 42 milioni?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda flaviomob il 18/04/2016, 1:52

A Potenza e nelle isole Tremiti l'affluenza è stata superiore al 50%. Segno che il voto è stato indirizzato su tematiche specifiche coerenti col contenuto del referendum, non certo su gretti personalismi. Bisognerà tener conto della volontà delle comunità locali.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda franz il 18/04/2016, 6:49

flaviomob ha scritto:L'affluenza alle ore 12 nell'anno 2011 era 11,64%. Se non sarà raggiunto il quorum dovremo comunque ringraziare il governo che ha buttato 300 milioni di euro per non accorpare referendum ed amministrative.

Leggo che l'accorpamento non era possibile, per legge.

Renzi: Hanno vinto i lavoratori" "L'Italia ha parlato: questo referendum è stato respinto. E' un risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative di tutti gli opinionisti". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha commentato il risultato del referendum abrogativo sulle trivelle in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Il governo non si annovera tra i vincitori di questo referendum - ha aggiunto - Credo che abbiano vinto gli ingegneri, gli impiegati e gli operai che hanno mantenuto il lavoro, ha vinto chi lavora nelle piattaforme" . Poi Renzi ha indicato chi, a suo avviso, ha perso: "Gli sconfitti ci sono, hanno dei nomi e dei cognomi. Qualche consigliere regionale, qualche presidente che ha cavalcato a tutti i costi questo referendum per esigenze personali". E a proposito dei costi economici sopportati per consentire lo svolgimento del referendum, Renzi ha sottolineato che è stato "inutile buttare oltre 300 milioni di euro. Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perché una legge non ce lo permette", aggiungendo che "questi 300 milioni" si sarebbero potuti utilizzare per investimenti: "ad esempio avremmo potuto acquistare 250 carrozze per i trasporti pendolari". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 39b53.html
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda diffidente il 18/04/2016, 9:27

Personalmente ho votato NO, mi sembra un mezzo suicidio impedire di utiizzare delle risorse che ci sono per obbligare ad importare TUTTO il fabbisogno di gas naturale, di cui vi sono riserve non trascurabili, e di petrolio, dato che, volente o nolente, questi cmbustibili sono ancora importantissimi nella vita quotidiana. In piu' Voi piu' esperti di me m insegnte che i Paesi da cui si ci rifornisce di combustibili fossili sono sospettati a vario titolo di essere ostili all'Europa, pensiamo al finanziamento da parte Qatariota e Saudita dei centri culturali islamici legati al fondamentalismo ed al sostegno da parte Russa ai movimenti anti UE ed anti Euro tutte azioni che , direttamente od indirettamente, si giovano dei proventi derivati dall'esportazione di combustibili fossili.
E' anche vero che questo rferendum é stato promosso da molti protagonisti della politica con lo scopo,per carità, legittimo politicamente, di dare una spallata a Renzi, accusato di essere arrogante. Tutto ci sta, chi non é contento di Renzi puo' e deve darsi da fare per contrastarlo e ben vengano le iniziative referendarie, ma non ci sta che chi non approva questi suicidi economici per danneggiare Renzi sia bollato come "italiota" e "beota".
Solo pochi anni fa, con un clima politico avvelenato, il 54% degli aventi diritto voto', con esito a favore del SI, per il Referendum sull'acqua pubblica ,dunque non é vero che tutti siano anestetizzati o demoralizzati, credo, piuttosto, che molte persone non fossero d'accordo con i promotori del referendum.
Onestamente non so adesso che cosa penseranno di fare i tanti oppositori di Renzi, a cominciare dal M5Sche dava per scontata la vittoria al referendum e deve ragionare con il fatto che sono a loro favorevoli circa 13 milioni di persone e, soprattutto, la forte opposizione all'interno del PD che é maggioranza assoluta sui social mediama sembra un po' meno preponderante nel "mondo esterno"
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda mariok il 18/04/2016, 9:54

Ieri Emiliano in un'intervista a Sky è tornato sulla questione del mancato smantellamento delle piattaforme inattive.

Ci sarebbero alcune piattaforme dichiarate "produttive ma non più eroganti" per le quali le compagnie non pagano royalties (per una questione di franchigie) le cui licenze sarebbero tenute fittiziamente in vita e che ora, per effetto della norma non abrogata dal referendum, potrebbero rimanere tali sine die.

Insomma, se è così, si tratterebbe di un vero e proprio imbroglio, con tutti i rischi ambientali connessi ad un impianto non più presidiato.
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda diffidente il 18/04/2016, 10:03

Ovvia, a Genova vi é una certa tradizione di costruzione e manutenzione di piattaforme estrattive, da quello che so le piattaforme non sono saldate al fondale con colate di cemento od altri mezzi, il loro sgancio dal sito di trivellazione é sempre possibile, sia pure complicato. Tra l'altro, si parlava di utilizzarle come infrastrutture per aree di acquacoltura o, piu' semplicemente, come piloni per l'allevamento dei mitili,non necessariamente devono essere smantellate. Altre potrebbero diventare centri di permanenza temporanea per i richiedenti asilo,come fu Ellis Island ngli USA
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda trilogy il 18/04/2016, 10:12

Al link sotto trovi tutte le piattaforme presenti in mare e il loro status operativo.
Una piattaforma può avere più pozzi, alcuni eroganti altri non eroganti,
Alcune piattaforme sono ferme per ulteriori accertamenti geologici,
altre sono probabilmente esaurite.
Comunque, da ragazzino ci andavo a pesca sotto alcune di queste piattaforme.
Era pieno di vita marina, pesci molluschi, crostacei, quindi anche lo smantellamento ha un suo impatto ambientale.

http://unmig.mise.gov.it/unmig/struttur ... sp?on=true
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda gabriele il 18/04/2016, 10:32

Scusate per l'OT ma questa non potevo non postarla :D

Referendum. Spunta il comitato degli indecisi: “Vogliamo la casella NON CI STIAMO CAPENDO UN CAZZO”

Terra dei Cachi (EELST) – Alla vigilia del referendum “sulle trivelle” che più precisamente concerne la durata dei titoli abilitativi per le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare come fosse antani con scappellamento a destra, sono ancora molti i cittadini che ritengono di non essere sufficientemente informati per esprimere il proprio voto.

Nelle ultime settimane gli elettori sono stati come travolti da una perdita di liquami tossici ma economicamente appetibili tra cui bufale, fact checking, fact checking dei fact checking, bufale sui fact checking, fact checking sulle bufale sui fact checking e addirittura una puntata speciale di Porta a porta, durante la quale il plastico di una trivella ha individuato un giacimento di cazzate fossili sotto lo studio di Vespa.

Per i sostenitori del Sì, l’attuale normativa, consentendo di mantenere in attività le piattaforme estrattive per un tempo indefinito, comporterebbe il rischio concreto che, qualora un asteroide puntasse contro la Terra, tutte le squadre di trivellatori sarebbero impegnate e nessuna potrebbe salvare il pianeta.

I sostenitori del No, invece, affermano che in caso di blocco delle piattaforme, aumenterebbe significativamente il numero di petroliere in transito tra l’Italia e l’India, con il conseguente rischio di perdere tra 450 e i 3000 Marò all’anno.

Nel clamore della battaglia tra favorevoli e contrari all’abrogazione (ossia tra contrari e favorevoli alle piattaforme estrattive) si era levata la voce del comitato Qualunquisti&Idrocarburi a sostegno dell’astensione, le cui tesi mirano a svelare l’ipocrisia dei referendari.

Il portavoce dei Qualunquisti, il Prof. Ioméne Stoaccasa, si chiede: “Come ci vanno gli elettori alle urne? Prendono l’auto? Ma lo sanno quanto carburante consumerebbero andando alle urne per votare contro il prolungamento delle concessioni di estrazioni petrolifere? Secondo i nostri calcoli, il risultato è: molto. E sapete quanto petrolio viene estratto dalle nostre piattaforme offshore entro le 12 miglia? I nostri esperti ce lo comunicheranno non appena saranno riusciti a dividere zero per infinito. Da questi semplici dati, emerge con estrema chiarezza che se tutti gli italiani andassero a votare rischierebbero di trovarsi a metà strada senza benzina. Ed è per questo noi affermiamo il sacro diritto di starcene a casa domenica prossima. E anche perché in TV c’è il campionato”.

Molto più chiara, invece, è la posizione dei petrolieri. Il presidente dell’Associazione Omareneromareneromarené lancia l’allarme: “Qualora vincesse il Sì, saremmo costretti ad estrarre tutto il poco materiale rimasto nei giacimenti prima del termine delle concessioni. Ma così facendo, finiremmo per superare le soglie di esenzione e dovremmo pagare le tasse su quello che estraiamo. Una barbarie! Non solo, ma ci troveremmo anche a dover smantellare le piattaforme, anziché poterle lasciare a stagnare per decenni fino a quando l’UNESCO le dichiari patrimonio dell’umanità e a quel punto l’Isis le demolisca al posto nostro”.

Proprio negli ultimi giorni, però, un nutrito gruppo di cittadini modello, si è riunito nel “Comitato degli Indecisi”, fondato dal ristoratore romano Nunciò Voja, detto Penniente. Il signor Voja, ha spiegato così le ragioni del proprio comitato: “Non abbiamo un’idea chiara su che cosa votare, ma pretendiamo che la nostra voce valga come quella di chi ha letto, si è informato, ha discusso e si è formato un’opinione. Noi non abbiamo fatto niente di tutto questo e tra l’altro oggi pomeriggio ci scade la consegna del fantacalcio quindi non c’abbiamo proprio tempo”.

“D’altra parte – spiega Nunciò Penniente Voja – noi abbiamo sempre votato senza mai capirci una mazza in tutte le elezioni almeno da 20 anni a oggi e non vediamo per quale motivo non abbiamo diritto al nostro spazio anche nei referendum. Accanto al Sì e al No, vogliamo una terza casella, come sulla schedina. O almeno l’aiuto dal pubblico”.

http://www.lercio.it/referendum-spunta- ... -un-cazzo/
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda mauri il 18/04/2016, 12:10

franz ha scritto:Renzi ha sottolineato che è stato "inutile buttare oltre 300 milioni di euro. Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perché una legge non ce lo permette", aggiungendo che "questi 300 milioni" si sarebbero potuti utilizzare per investimenti: "ad esempio avremmo potuto acquistare 250 carrozze per i trasporti pendolari". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 39b53.html


quindi caro renzi cambia la legge, hai avuto tutto il tempo per farlo, e non ci prendere per il cuculo con le tue battute del cavolo sui pendolari, le piattaforme in disuso possono essere riconvertite per produrre energia sia eolica che marina
ciao mauri
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Re: Un referendum di cui non si parla

Messaggioda mariok il 18/04/2016, 12:34

se la legge prevede lo smantellamento dei siti e la messa in sicurezza o va cambiata la legge, precisando da chi e cosa va fatto per una loro diversa destinazione, o si procede senza rinvii alle calende greche.
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