La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 01/07/2015, 9:55

Sì, la Grecia in passato ha fatto carte false, ma dopo l'intervento della Troika si continuava a dire che Atene stava rispettando gli impegni presi, anche perché i prestiti arrivavano solo dietro pesanti condizioni. Dopo quattro anni la Grecia è devastata sul piano sociale, economico e finanziario proprio perché ha RISPETTATO LE REGOLE imposte dagli altri. L'Irlanda è uscita ANTICIPATAMENTE dal piano FMI perché ha capito che la stavano strozzando. Ma la Grecia era messa molto peggio, anche politicamente ha avuto condizionamenti al limite del ricatto (e forse anche oltre) da Francia e Germania (che vendeva molti milioni di armi a un paese al collasso!).

http://www.ilsussidiario.net/News/Ester ... i-/243029/

http://lavocedeltrentino.it/index.php/i ... lla-grecia

Merkel parla a nome dell'Europa? Non ha nessuna delega a farlo e non rappresenta nessun altro paese europeo!

Junker è stato il capo di un paese che favorisce le mafie internazionali, i falsificatori di bilanci, gli evasori, gli elusori e i riciclatori di denaro sporco.

La terza guerra mondiale si gioca su due sponde: una finanziaria, l'altra militare o paramilitare.

____

Grecia, quando l'errore è nella diagnosi
di MARIANA MAZZUCATO

IL MOTIVO per cui non si è riusciti a raggiungere un accordo con la Grecia è che la diagnosi era sbagliata fin dal principio: questo ha finito per far ammalare il paziente ancora di più, e oggi il paziente vuole interrompere la cura. Questa triste storia rappresenta un fallimento di immani proporzioni per la Ue.

Come Yanis Varoufakis ripete fin dall'inizio, la Grecia non aveva una crisi di liquidità, ma una crisi di solvibilità, originata a sua volta da una crisi di "competitività", aggravata dalla crisi finanziaria. E una crisi di questo tipo non può essere risolta con tagli e ancora tagli, ma solo con una strategia di investimento seria accompagnata da riforme serie e non pro forma per ripristinare la competitività. La vera cura.

Invece, fingendo che la Grecia avesse solo una crisi di liquidità ci si è concentrati troppo su pagamenti del debito a breve termine e condizioni di austerity sfiancanti imposte per poter ricevere altri prestiti, che sarà impossibile rimborsare in futuro se non torneranno crescita e competitività. E non torneranno se la Grecia non potrà investire. Un circolo vizioso senza fine.

La realtà è che è impossibile avere un'unione monetaria con competitività tanto differenti. E finora non c'è stata una comprensione chiara di come e perché queste differenze di competitività siano nate. Se da un lato è corretto mettere l'accento sulle riforme fiscali e sulle modifiche all'età pensionabile per riportarle in linea con il resto d'Europa, dall'altro lato si è parlato molto di quello che bisognava buttare non si è parlato per nulla di quello che bisognava costruire. Come in Italia, si è puntato solo a ridurre le pensioni, gli stipendi dei dipendenti pubblici, le rigidità del mercato del lavoro ( eufemismo che sta per diritti dei lavoratori!), partendo dal presupposto che sbarazzandosi delle inefficienze sarebbe arrivata la crescita. Ma nulla è più lontano dalla verità. C'è molto da costruire, non solo da eliminare, e fin quando non si farà questo la Grecia non arriverà a nulla. E il rapporto debito/Pil aumenterà perché il denominatore (il Pil) rimarrà al palo, anche se il numeratore (il deficit) resterà basso.

La Grecia deve fare quello che la Germania fa (investire), non quello che la Germania dice (tagliare)! Molti criticano la Germania perché investe poco, ma la verità è che negli ultimi decenni la Germania ha investito in tutte le aree decisive non solo per aumentare la produttività, ma anche per creare una crescita trainata dall'innovazione. Aziende come la Siemens, che vince appalti pubblici nel Regno Unito, sono il risultato del dinamismo dell'ecosistema pubblico/privato in Germania, con forti investimenti pubblici sui collegamenti fra scienza e industria; la presenza di una banca pubblica grossa e strategica (la KfW), che offre alle imprese tedesche capitali "pazienti", impegnati sul lungo termine; un modello di governo d'impresa incentrato sugli stakeholders (i portatori di interesse) e focalizzato sul lungo periodo, invece del modello anglosassone incentrato sugli shareholders (gli azionisti) e focalizzato sul breve periodo, che l'Europa meridionale ha copiato; un rapporto ricerca e sviluppo/Pil superiore alla media; investimenti sulla formazione professionale e il capitale umano; una strategia mission- oriented che punta a rendere "verde" l'intera economia.

Immaginate che risultato diverso ("compromesso") avremmo avuto se le trattative avessero puntato a far digerire alla Grecia una strategia di investimenti, invece che altri tagli: va bene, noi vi salviamo, ma voi riformate il vostro Paese e mettete in moto investimenti pubblici (del tipo su elencato) per essere pronti per la sfida dell'innovazione del 2020!

Invece, insistere sul proseguimento dello status quo, con abbondanza di altre misure di austerity, ha prodotto una Grecia sempre più debole, più disoccupazione e più perdita di competitività. Alla Grecia bisognava sì somministrare la medicina tedesca, ma quella vera, non quella ideologica. E non dimentichiamo ciò che tanti hanno ripetuto: dopo la seconda guerra mondiale il 60 per cento dei debiti tedeschi fu cancellato. È un altro esempio di come la Germania abbia beneficiato di una medicina, ma ne prescriva una diversa per tutti gli altri.
Tra l'altro è anche vero che questa medicina la Grecia l'ha ingoiata in questi ultimi, dolorosi mesi, ma pochissimi glielo hanno riconosciuto: ha ridotto il disavanzo, tagliato il numero di dipendenti pubblici e alzato l'età pensionabile. Se gli avessero dato maggior respiro, avrebbe potuto fare di più.
Se la Grecia dovesse uscire, l'unica speranza è che l'insistenza di Varoufakis per un programma di investimenti a livello europeo possa almeno trovare una soluzione nazionale. Forse si potrebbe partire dalla creazione di una banca per lo sviluppo come la KfW e usarla per mettere in moto una strategia di investimenti a lungo termine.

L'Italia deve trarre gli insegnamenti giusti da questa tragedia greca. La competitività dell'Italia è scadente quasi quanto quella della Grecia, e fino a questo momento la strategia di investimenti è stata alquanto deficitaria: qualche misura pro forma sull'istruzione, tagli al settore pubblico e tanta attenzione a quello a cui i lavoratori devono rinunciare. Perciò, se ci sarà la Grexit - e l'Europa non si deciderà a portare nella stanza un vero dottore - preparatevi per l'exItalia il prossimo anno.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

http://www.repubblica.it/esteri/2015/07 ... ef=HRER1-1


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 01/07/2015, 10:20

Iniziano ad arrivare i sondaggi sull’orientamento dei greci al referendum, presi per la prima volta dopo l’annuncio da parte del governo sulla consultazione popolare. E riservano subito molte sorprese interessanti. Mercoledì mattina «Ephemerida Ton Syntakton», uno dei principali quotidiani greci, pubblica la prima rilevazione della società ProRata.La maggioranza dei greci, il 54%, segue l’indicazione del premier Alexis Tsipras e si dichiara orientato al «No» nel referendum sul programma proposto alla Grecia dalle istituzioni creditrici. Favorevole al «Sì» è invece il 33%, mentre il 13% risulta indeciso.

http://www.corriere.it/economia/15_lugl ... a19f.shtml


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 01/07/2015, 10:53



"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 01/07/2015, 11:40

gabriele ha scritto:Calmati Francesco.
Non ci crede nessuno che si è salvato la grecia solo per l'effetto domino. In primo luogo sono stati salvati i capitali privati, altro che banalizzare.
Ripeto: è un liberalismo di comodo

Sono calmissimo, anche perchè io alla grecia non ho prestato nulla (non mi risulta nella mia contabilità)
Chi è nervoso invece sta in Italia: 40-50 miliardi. Quanto fa a testa?
Comunque non sono stati salvati solo i capitali privati (salvo il default parziale del 50%) ma è stata salvata soprattutto la grecia, che pero' dopo 3 anni è qui ancora a chiedere prestiti ponte per pagare i debiti, rifiutando pero' di fare le riforme che la rimettono in sesto. In grecia hanno fatot tagli, non riforme. Ancora oggi si va in pensione a 55 anni, cacchio.
Ha detto bene Renzi: noi abbiamo tolto le baby pensioni non certo per finanziare quelle greche.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda gabriele il 01/07/2015, 11:55

franz ha scritto:Comunque non sono stati salvati solo i capitali privati (salvo il default parziale del 50%) ma è stata salvata soprattutto la grecia, che pero' dopo 3 anni è qui ancora a chiedere prestiti ponte per pagare i debiti, rifiutando pero' di fare le riforme che la rimettono in sesto. In grecia hanno fatot tagli, non riforme. Ancora oggi si va in pensione a 55 anni, cacchio.
Ha detto bene Renzi: noi abbiamo tolto le baby pensioni non certo per finanziare quelle greche.


Forse la Grecia non doveva essere salvata. Forse doveva andare in default e si doveva intervenire posteriormente.
La situazione è di uno stato a galla che continua a galleggiare.

I danni che si sono creati sono enormi e forse un default immediato ne avrebbe fatto meno, per i greci intendo, non certo per i capitali provati salvati.

Non è che Tzipras sia spuntato dal nulla come un fungo. E' frutto anche del continuo e tormentato galleggiamento finanziario tenuto in piedi a forza. Ecco perché quello perpetrato è un liberalismo di comodo. Facile investire e rischiare un capitale se poi c'è una sovraistituzione che ti para il di dietro se c'è qualcosa che va male. Il rischio in tutto questo dov'è? E se non c'è il rischio è ovvio che gli investimenti vengono fatti solo ed esclusivamente che per speculare.

Per il resto non posso che darti ragione. Le regole sono regole. O le se rispetta o si è fuori. E se si è fuori, se ne pagano le conseguenze. I greci, come noi (perché anche noi siamo tenuti a galla), devono pagarne le conseguenze.

Voti corrotti e mafiosi che fanno andare a picco la tua nazione perché nel frattempo ti fa comodo andare in pensione a 50 anni? Alla fine paghi tu i disastri che fanno.
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
Avatar utente
gabriele
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 2690
Iscritto il: 18/05/2008, 16:01

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 01/07/2015, 12:20

Tsipras non ha rubato ne' falsificato bilanci. Chi lo ha preceduto sì, eppure è preferito come interlocutore politico da UE, FMI e BCE.

Una risposta a Pianogrande: l'Euro stabile non ha affatto difeso i redditi da lavoro. Dalla fine degli anni Ottanta i redditi reali da lavoro hanno continuato a diminuire mentre sono aumentati i PROFITTI. L'Italia era già nel Sistema monetario europeo (anche se questo processo è avvenuto, indipendentemente dalla moneta utilizzata, in tutto l'occidente).
la Commissione europea che, nello studio “Employment in Europe” del 2007, segnalava che, per la media europea, i redditi da lavoro sono passati dal 69,9% del PIL nel 1975 al 57,8% nel 2006. In Italia tale fenomeno è stato ancora più pronunciato. Sempre tra il 1975 e il 2006 si è passati dal 69,7% al 53,3%. Tra il 1993 e il 2005 la quota andata ai profitti è passata dal 23,1% al 31,3% del PIL. Otto punti di PIL, qualcosa come 120 miliardi di euro, passati in dodici anni dai redditi da lavoro ai profitti.



Questo movimento è alla base della crisi scoppiata nel 2007. Che poi ha portato alla crisi di interi stati, con la contrazione del PIL che determinava l'insostenibilità di debiti pubblici in crescita. Per alcuni di questi stati, imbrigliati nelle maglie dell'Euro, ciò ha determinato anche l'impossibilità di battere moneta (come invece hanno fatto Stati Uniti e Giappone), diventando ostaggi dei creditori.

Questa pessima distribuzione del reddito è in ultima analisi una delle cause principali della crisi scoppiata nel 2007 con la bolla dei mutui subprime. L'intero sistema economico si regge sul continuo aumento del PIL guidato da un consumismo esasperato. Ma come fare a vendere sempre più telefonini, automobili e case se lavoratori e cittadini sono sempre più poveri? La soluzione è stata di indebitare le persone oltre ogni limite per drogare la crescita economica e del PIL. In pratica negli ultimi trent'anni la finanza è stata un fine in sé stesso che ha attratto capitali, sottraendoli al lavoro e alla sfera produttiva, e nello stesso momento è stata il mezzo per realizzare un indebitamento esasperato delle persone che avevano visto i propri redditi diminuire, prosciugati dalla finanza stessa.


http://www.fcre.it/attivita/informazion ... el-reddito



http://www.fcre.it/attivita/informazion ... el-reddito


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 01/07/2015, 14:01

I redditi da lavoro sono stagnanti in Italia perché ristagna la produttività ed essa è tale perché non sono state fatte le riforme (pensioni, banche, giustizia, fisco, ...) che l'ingresso nell'euro rendeva indispensabili.
Dare la colpa all'euro è da stupidi ed infatti solo i vari salvini, grillo e brunetta lo fanno.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda flaviomob il 01/07/2015, 14:53

Carissimo Franz, se leggi bene quanto ho citato si parla di dati EUROPEI e non italiani. Certo non dipendono dall'introduzione della moneta unica, sta di fatto che è una tendenza globale: chi è ricco si arricchisce grazie ai profitti, i lavoratori si impoveriscono. E chi si arricchisce di più sta ben attento a tenere i capitali in valuta pregiata: tanto la fregatura la prendono gli altri.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda franz il 01/07/2015, 15:20

I dati europei risentono, statisticamente, delle pessime performance di alcuni stati i quali riducono le performances di altri stati, messi meglio. Per esempio in molto paesi diminuiscono i redditi da lavoro semplicemente perché aumentano quelli da pensione.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Le storie parallele di Atene e Dublino (utili per noi)

Messaggioda pianogrande il 01/07/2015, 15:58

Flaviomob
"Una risposta a Pianogrande: l'Euro stabile non ha affatto difeso i redditi da lavoro. Dalla fine degli anni Ottanta i redditi reali da lavoro hanno continuato a diminuire mentre sono aumentati i PROFITTI. L'Italia era già nel Sistema monetario europeo (anche se questo processo è avvenuto, indipendentemente dalla moneta utilizzata, in tutto l'occidente)".

Io parlavo specificamente dell'Euro.
Su quello dovresti rispondermi.
Come tu mi possa convincere (o tu possa essere convinto) che l'Euro non difende i redditi fissi, mi incuriosisce davvero.
Stessa cosa per il ritorno alla moneta nazionale che i redditi fissi li massacrava di inflazione.

Così potrei constatare quanto io sia rimasto indietro da non riuscire a capire come mai da sinistra (sinistra) si voglia l'uscita dall'Euro cosa che la mia mente evidentemente con qualche buco vede come uno schierarsi dalla parte dell'imprenditoria della svalutazione/inflazione.
Dell'imprenditoria portatrice di truculenza ed ignoranza alla Salvini tanto per intenderci.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 15 ospiti