mauri ha scritto:http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... 156537772/Prodi: "L'Ulivo non è un'esperienza irripetibile"
L'ex presidente del Consiglio: "Necessario riunirsi su un'idea di rinnovamento"
"Quella del centrosinistra unito non penso sia un'esperienza irripetibile. Non penso sia irripetibile, soprattutto dopo quello che sta succedendo. Io vedo che la gente ha bisogno di sentirsi unita in questo mondo che si disgrega, con Trump, con la Brexit, con le crepe che arrivano dappertutto. Io vedo che c'è un naturale desiderio di riunirsi ma è uno sforzo che non mi sembra impossibile". Romano Prodi parla a Bologna ed entra nel dibattito che si sta sviluppando nel Pd e nel centrosinistra. Prodi appare preoccupato dal discorso di insediamento di Donald Trump. "Io lo interpreto subito - ha aggiunto - come una necessità dell'Europa di mettersi assieme perché di fronte a un'America che vuole rompere i rapporti, a un'America che mette muri è chiaro che noi o siamo uniti o finiamo male".
Innanzitutto andrebbe fatta un po' di chiarezza già sui termini.
Un conto è parlare di Ulivo, che in buona parte è confluito nel PD, un altro è parlare di Unione, l'alleanza cioè che ha dato vita all'ultimo governo Prodi.
Relativamente al primo aspetto, il discorso riguarda il compimento del progetto che era alla base della fondazione del PD, liberandolo definitivamente dalle scorie di un passato fatto di vecchie diatribe tra post-comunisti e post-democristiani.
Quanto all'Italia per Prodi, è necessario "riunirsi su delle idee, su un rinnovamento. Perché riunirsi per riunirsi non serve e niente. Il grande problema è ricominciare a parlare di politica. Di problemi veri come la distribuzione del reddito, l'occupazione, la scuola, pensare nel lungo periodo e non nello scontro quotidiano per riformare una società che è diventata profondamente ingiusta. Perché le basi di queste tensioni - ha concluso - sono date dall'ingiustizia".Ricominciare a parlare di politica significa parlare di una visione del futuro, a cominciare dall'Europa, questione che non può essere ridotta alle lamentele sull'austerità o sui migranti. Bisogna porsi invece con chiarezza e lungimiranza il problema di cosa fare del progetto europeo, se dobbiamo ritenerlo ormai tramontato, accodandoci di fatto alla destra nazionalista e populista, o indicare con chiarezza se e come si pensa di recuperarlo, correggendo gli errori e le carenze che ne hanno caratterizzato la storia soprattutto recente.
Analogo discorso riguarda l'Italia. Quale futuro, come e con quali priorità. Continuare a beccarsi sul job act, sui veti verso questo o quel leader, sulla ricerca di un improbabile "nuovo prodi", serve solo a chi continua a fare la sua miserabile battaglia per meschine rivincite.
Quanto all'Unione, mi dispiace essere in disaccordo con il professore. Quella sì che è un'esperienza non solo irripetibile ma da evitare accuratamente... della serie... "abbiamo già dato".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville