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Chi vuole in realtà le grandi intese?

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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda diffidente il 02/10/2016, 14:16

Quelloche mi preoccupa é che con una sola Camera dotata di potere legislativo in cui chi vince le elezioni, anch se di poco, avrà maggioranze "bulgare" la maggioranza di turno potrà fare tutto quello che vuole, anche leggi ad personam liberticide, cosa che abbiamo già in parte visto nel quinquennio 2001-2006,ma mentre li' ci fu il bicameralismo ad impedire l'appovazione di leggi da regime, come quelle che volevano rendere la magistratura impotente, nel futuro questa protezione non ci sarà. quello che temo é che una maggioranza diversa dal PD con questa legge potrebbe benissimo fare un regime, soprattutto se vincesse Berlusconi, coma anche De Benedetti ha pensato e come sembra,purtroppo, probabile.
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda Robyn il 02/10/2016, 14:24

Per questo ci sono tre organi di garanzia il senato il presidente della repubblica la corte costituzionale ed infine il referendum.Il senato che può richiamare una legge e modificarla sensibilmente anche se la camera uò rigettare le modifiche il presidente che può rimettere la legge al parlamento la corte costituzionale che può rendere illeggittima una legge o parte di essa il referendum che può abrogarla.Infine le elezioni per cambiare maggioranza e il voto di sfiducia in parlamento
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda diffidente il 02/10/2016, 19:10

Dunquen, il nuovo Senato non potrà bloccare un progetto di legge, soltanto proporre delle modifiche, e non vrà un vero potere, c'é bisogno di forti contrappesi che la riforma di Renzi,purtroppo, non prevede. per questo io votero' NO , se riusciro' ad andare a votare.
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda Robyn il 02/10/2016, 19:28

Ma è così in tutti i paesi hanno il bicameralismo differenziato.La differenza la deve fare la classe dirigente nel senso che bisogna interdire l'ingresso nelle istituzioni di certa classe dirigente affaristica
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda mariok il 02/10/2016, 19:47

Certo che di confusione su questa riforma ce n'è proprio molta.

Questa della definizione del senato come "organo di garanzia" è proprio nuova.

Nella nostra costituzione alle "garanzie costituzionali" è dedicato il Titolo VI della seconda parte, diviso a sua volta il due sezioni:

- la prima che parla della Corte costituzionale

- la seconda che parla delle revisioni costituzionali (leggi costituzionali ed immodificabilità della forma repubblicana)

Al Presidente della repubblica è dedicato il Titolo II che all'art. 87 dichiara: "Il Presidente della Repubblica e` il capo dello
Stato e rappresenta l’unita` nazionale"


Del senato si parla nel Titolo I (Il parlamento) dedicato alle camere (sezione I) ed alla formazione delle leggi (sezione II), cioè al potere legislativo.

Comunque, a proposito di garanzie costituzionali, mi sembra che questo articolo spieghi bene come stanno le cose

Su Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale i sostenitori del “No” sfidano la matematica

20 giugno 2016

Uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori del No è che la riforma costituzionale, combinata con l’Italicum, “mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio” di maggioranza attribuito dall’Italicum.

Si tratta di un’affermazione totalmente falsa, che sfida le leggi della matematica…

Come funziona oggi

Attualmente i grandi elettori sono 1009 (630 deputati, 315 senatori più i senatori a vita, tre delegati per regione). Per eleggere il Presidente della Repubblica servono i due terzi degli aventi diritto nei primi tre scrutini e la maggioranza assoluta a partire dal quarto.

In occasione dell’elezione di Mattarella, servivano quindi 673 voti nei primi tre scrutini, mentre ne bastavano 505 dalla quarta votazione.

La maggioranza di Governo disponeva di 599 voti, e di questi 446 erano del solo Pd.

A partire dalla quarta votazione, quindi, la maggioranza era in grado di eleggere da sola il Presidente, mentre al Pd mancavano solo 59 voti per raggiungere il quorum necessario.

(per i dati vedi: http://www.glistatigenerali.com/preside ... quirinale/).

Come funzionerà se vince il “Sì”

Con la riforma, i grandi elettori saranno 730 (630 deputati e 100 senatori) ma cambieranno i quorum per l’elezione del Presidente: non sarà infatti mai possibile l’elezione a maggioranza e il quorum più basso, applicabile a partire dalla settima votazione, sarà pari a tre quinti dei votanti.

Assumendo che i grandi elettori siano tutti presenti e votino (le assenze sono pochissime nell’elezione presidenziale), alla maggioranza serviranno quindi 438 voti.

Come si sa, l’Italicum attribuisce alla maggioranza 340 seggi alla Camera. Se anche tutti gli elettori del partito di maggioranza votassero secondo le direttive di partito (e a voto segreto non accade mai) per eleggere il Presidente, mancherebbero quindi 98 voti: pari a tutti i senatori meno 2!

Siccome il Senato sarà eletto su base proporzionale, i senatori della maggioranza non potranno mai essere 98.

È quindi tecnicamente impossibile che il vincitore delle elezioni possa eleggere da solo il Presidente della Repubblica. Sarà sempre necessario un accordo con l’opposizione: un accordo che, come si è visto, oggi non è teoricamente necessario.

Le garanzie a tutela dell’opposizione sull’elezione del Presidente sono quindi fortemente rafforzate dalla riforma.

E la Consulta?

Oggi la Corte Costituzionale è nominata per un terzo dal Parlamento in seduta comune (stesse regole che per il Presidente della Repubblica), per un terzo dal Presidente della Repubblica e per un terzo dalle supreme magistrature ordinarie e amministrative.

La riforma modifica l’elezione dei cinque membri di nomina parlamentare, che saranno eletti tre dalla Camera e due dal Senato.

La conseguenza sarà che la maggioranza potrà eleggere autonomamente i tre giudici di nomina della Camera, disponendo di 340 voti, ma non avrà alcuna certezza di eleggere i due membri di nomina del Senato, essendo ben possibile che nelle due Camere si formino maggioranze diverse in conseguenza di risultati delle elezioni regionali diversi da quelli delle elezioni nazionali.

Oggi invece, a sistema invariato, la maggioranza dispone, come si è visto, di voti sufficienti per eleggere da sola tutti e cinque i giudici nelle votazioni in seduta comune.

In ogni caso, se anche la maggioranza eleggesse tutti i giudici di nomina parlamentare, l’indipendenza della Corte resterà comunque garantita dal fatto che gli altri dieci saranno nominati cinque dalla magistratura e cinque da un Presidente della Repubblica che, come si è visto, sarà stato eletto con il concorso decisivo dell’opposizione.

Le garanzie costituzionali escono quindi rafforzate dalla riforma e non certo indebolite: va bene che i giuristi, incluso il sottoscritto, non sono mai forti in matematica, ma da accademici di fama ci si aspetterebbe un maggiore approfondimento dei numeri.
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda Robyn il 02/10/2016, 20:06

certo che per chi ha scritto questi numeri la matematica è un'opinione.La maggioranza alla camera non potrà eleggere da sola i giudici della corte costituzionale perche servono i 3/5 dell'assemblea tantomeno al senato e rimane il fatto che è meglio che al senato nessun partito abbia la maggioranza perche si evita che un partito possa fare riforme costituzionali a maggioranza semplice
3/5 x 630=378 mancano 38 deputati
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda flaviomob il 02/10/2016, 20:09

Intanto tre magistrati vengono eletti direttamente da chi ha il premio di maggioranza, magari un partito che rappresenta un quarto degli elettori (considerando gli astenuti); poi comunque rimane uno squilibrio assurdo a favore della maggioranza alla camera mentre il senato diventa quasi irrilevante. Inoltre si apre la strada ad una serie di conflitti di competenze interminabili tra le due camere: chi li dirimerà? Gli stessi magistrati eletti dalla maggioranza e dal presidente?


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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda mariok il 02/10/2016, 20:43

certo che per chi ha scritto questi numeri la matematica è un'opinione.La maggioranza alla camera non potrà eleggere da sola i giudici della corte costituzionale perche servono i 3/5 dell'assemblea... 3/5 x 630=378 mancano 38 deputati

Che casino! I 3/5 di camera + senato servono per eleggere il presidente della repubblica: al mio paese 3/5 di 730 (630 + 100) fa 438: ne mancano 98 su 100 senatori, cioè chi ha la maggioranza alla camera dovrebbe avere tutto il senato :lol:

Quanto ai giudici costituzionali, è vero: alla camera chi prende il premio di maggioranza può eleggere 3 giudici su 15. E dov'è l'attentato alla democrazia?

e rimane il fatto che è meglio che al senato nessun partito abbia la maggioranza perché si evita che un partito possa fare riforme costituzionali a maggioranza semplice

Per le riforme costituzionali "a maggioranza semplice", oltre che alla camera, il partito vincitore del ballottaggio dovrebbe avere la maggioranza assoluta anche al senato cosa pressoché impossibile. E comunque ci sarebbe il referendum confermativo.
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda Robyn il 02/10/2016, 20:53

non mi risulta,ma siamo pazzi?
Prima era che il parlamento in seduta comune(camera +senato)eleggesse i giudici della corte costituzionale prima a maggioranza dei due terzi poi a maggioranza di tre quinti.Adesso è cambiato tre li elegge la camera due il senato ma i quorum sono rimasti gli stessi.Al senato invece le liste delle singole regioni eleggono i senatori in modo proporzionale indipendentemente dai premi regionali e 21 sindaci,ma dal momento che 100 senatori sono pochi questo può produrre effetto maggioritario.Allora una lista anziche averne quattro dovrebbe averne tre,i 21 sindaci distribuiti alle liste minori al terzo al quarto partito
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Re: Chi vuole in realtà le grandi intese?

Messaggioda pianogrande il 03/10/2016, 1:12

diffidente ha scritto:Dunquen, il nuovo Senato non potrà bloccare un progetto di legge, soltanto proporre delle modifiche, e non vrà un vero potere, c'é bisogno di forti contrappesi che la riforma di Renzi,purtroppo, non prevede. per questo io votero' NO , se riusciro' ad andare a votare.


Ma se il senato potesse bloccare un progetto di legge saremmo ancora al bicameralismo e cioè dove starebbe la riforma? :roll:
Fotti il sistema. Studia.
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