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Ma ne è valsa la pena?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda franz il 11/07/2015, 8:39

Grecia, il Parlamento approva il piano Tsipras. Giudizio "positivo" dai creditori internazionali

Tsipras all'assemblea legislativa: "Non sto svendendo il Paese. Misure dolorose e lontane dalle promesse della campagna elettorale, ma è il meglio che si potesse fare". Syriza si divide, buona parte delle opposizioni lo sostiene. Da Bruxelles trapela che le proposte greche sono considerate "base di trattativa" per un salvataggio da 74 miliardi di euro

MILANO - Questa volta il ministro greco delle Finanze, Euclid Tsakalotos, non si presenterà a Bruxelle a mani vuote. Di più: dopo mesi di trattative culminate nel referendum che domenica scorsa ha rigettato le proposte dei creditori internazionali e causato le dimissioni di Yanis Varoufakis, un accordo tra la Grecia e i partner internazionali è davvero possibile. Il piano di riforme del governo greco è stato, infatti, valutato positivamente dai creditori e nella notte ha ottenuto l'approvazione del Parlamento di Atene. Anche se come previsto ha perso per strada una parte della sua maggioranza, il premier Alexis Tsipras può quindi andare a negoziare un accordo che eviti l'uscita della Grecia dall'euro. La parola passa ora all'Eurogruppo, che si riunisce nel pomeriggio, e ai leader Ue, che si incontreranno domani sera a Bruxelles per la riunione decisiva.

Il voto ad Atene. A favore della mozione che dà mandato all'esecutivo per la trattativa sulla base del piano hanno votato 251 deputati su 300, i no sono stati 32, otto le astensioni. Con alcun vistose defezioni di esponenti di Syriza: tutti e otto gli astenuti appartengono al partito del premier, due dei suoi rappresentanti si sono espressi contro e sette non erano in Aula. In totale 17 deputati di Syriza su 149 hanno manifestato il proprio dissenso. E si tratta di pezzi da novanta, come l'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, ufficialmente assente per ragioni famigliari, o il presidente dell'assemblea Zoe Constantopoulou e il ministro dell'Energia e leader dell'ala sinistra del partito Panagiotis Lafazanis, che si sono limitati a rispondere "presente" al momento di voto, di fatto astenendosi. Contro la mozione hanno votato compatti i 13 deputati della destra nazionalista di Anel, che pure fa parte della maggioranza di governo. A favore si sono espressi invece almeno 100 esponenti dell'opposizione: la maggioranza dei centristi filo europei di To Potami (che conta 17 parlamentari) ma anche molti del centrodestra di Nea Dimokratia (76) e del socialista Pasok (13). Un quadro che pone a Tsipras un grave problema politico in vista dell'attuazione dell'eventuale accordo con i creditori.

Il discorso di Tsipras. Le proposte presentate ai creditori sono "lontane" dalle promesse fatte da Syriza in campagna elettorale, ha ammesso Tsipras concedendo qualcosa all'ala radicale del suo partito e a quella parte dell'opinione pubblica che anche stasera è scesa in piazza ad Atene per ribadire il proprio "no" all'austerità. Il piano contiene misure che il governo è stato costretto ad adottare, ma è "il migliore possibile", sicuramente "migliore di quello presentatoci come ultimatum", ha proseguito il premier. E per ricucire lo strappo con i dissidenti di Syriza ha difeso strenuamente il pacchetto di riforme, dopo aver riconosciuto di aver compiuto degli errori nei sei mesi in cui ha condotto la trattativa: "Non ho chiesto un 'no' al referendum per uscire dall'euro ma per rafforzare i negoziati. Ho fatto quanto umanamente possibile in difficili circostanze. Abbiamo raggiunto la soglia limite, da questo momento in poi davanti a noi si estende un campo minato". "Non sto svendendo la Grecia", ha assicurato rimarcando che gli aumenti fiscali e i tagli alla spesa sono senza dubbio dolorosi ma serviranno a far restare il Paese nella zona euro e che "per la prima volta c'è sul tavolo una discussione sostanziale sulla ristrutturazione del debito". Infine ha rivolto un appello a un voto di "responsabilità nazionale" per "mantenere in vita il popolo greco".

Dopo il voto, il presidente del Consiglio greco ha manifestato la propria soddisfazione per il fatto di aver ricevuto "un forte mandato per completare i negoziati e ottenere un accordo economicamente attuabile e socialmente equo". Non ha citato i 17 "ribelli" del suo partito, ma ha fatto un riferimento implicito quando ha detto che "la priorità ora è ottenere un risultato positivo dai negoziati. Tutto il resto a suo tempo".

Verso salvataggio da 74 miliardi. Mentre il Parlamento di Atene discuteva il piano da Bruxelles emergeva il giudizio "positivo" dei creditori sulle proposte greche, considerate "una base per la trattativa" in vista di un nuovo piano di salvataggio (il terzo dal 2010) del valore di 74 miliardi di euro, (58 dall'Esm e 16 dal Fondo monetario internazionale), una cifra superiore rispetto ai 53 miliardi e mezzo chiesti dalla Grecia. Un buon viatico in vista della cruciale riunione dell'Eurogruppo che si terrà nel pomeriggio, la speranza di un accordo che eviti l'uscita della Grecia dall'euro. Le tre istituzioni, sempre secondo fonti Ue, sono state "favorevolmente sorprese" dal documento trasmesso nella notte tra giovedì e venerdì da Atene, contenente misure "molto simili a quelle proposte dalla Commissione" europea a fine giugno e bocciate dagli elettori greci nel referendum di domenica scorsa.

Dalla parte di Atene si sono schierati Francia, Italia, Malta, Cipro, gli "amici" della Grecia. Persino il falco, ma mediatore, presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem è soddisfatto dopo aver letto gli impegni del governo di Atene. Ma da Berlino arriva un silenzio assordante, che si spezza solo per frenare gli entusiasmi di chi, come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sperava che un accordo oggi all'Eurogruppo facesse venire meno la necessità del summit Ue di domenica: "Il vertice sarà ancora necessario, anche se si dovesse arrivare a un accordo", ha chiuso il portavoce del governo tedesco.

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... 118831565/


Sembra che le trattative stiano prendendo la strada giusta, ora che Tsipras ammette gli errori (ed il principale si chiama Varoufakis). Tuttavia è atipico prima votare un testo e poi darlo ai negoziatori. La prassi negoziale è inversa: prima si tratta e poi si presenta il frutto della trattativa ai rispettivi organi deliberativi. Qui però per Tsipras era importante, a costo di perdere qualcuno dei suoi, avere l'appoggio vasto del parlamento, quindi anche dell'opposizione. Naturalmente l'accordo arriverà su un testo intermedio; ricordo per esempio che i "creditori" chiedevano un taglio alle spese militari di 400 milioni ed è molto strano che si professa di sinistra invece sostenga le esigenze greche di tagli di soli 100 milioni ora e 200 i prossimi anni.

Il problema spinoso aperto riguarda l'ulteriore haircut (un modo come un altro per non dire default) e che sarebbe il terzo in 5 anni. Visto che FMI e Obama premono tanto, spero che capiscano che ci devono mettere del loro. Sarebbe troppo facile fare i generosi con i soldi degli altri. I creditori privati hanno già subito un taglio del 53.5% nel 2012. Ricordate che nel 2012 c'erano le stesse aspettative di ripresa rosea, con un piano di salvataggio di 130 miliardi ed un prestito immediato di 47 miliardi per permettere ai greci di allora di fare fronte agli impegni. Interessante ed educativo questo articolo di allora, soprattutto l'ultimo capoverso.
http://www.linkiesta.it/la-grecia-ora-e ... oe-fallita
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda franz il 11/07/2015, 8:53

trilogy ha scritto:Si Franz, ma il destinatario del'articolo del Trattato è la BCE e il sistema della banche centrali: Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri.

Compreso. La banca centrale o quelle nazionali non possono. I governi possono fare invece quello che vogliono, con i nostri soldi, of course. Se l'Italia ad esempio decide di condonare tutto o parte del suo credito, puo' farlo. Sarebbe interessante pero' un referendum. Ogni cittadino italiano infatti mi pare sia creditore di circa 1000 euro verso la grecia. Chi ha dati piu' precisi li riferisca, pls. Ma che dire se invece l'olanda e/o la germania non volessero? Qui si dimostra che l'Europa non esiste. Esiste il meccanismo europeo di stabilità ma ... ha già dato. Si muove sulla base di regole molto severe e le decisioni sono prese con un meccanismo di voto non su base capitaria (una nazione, un voto) ma sulla base del contributo economico al fondo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanism ... ilit%C3%A0
Come si vede la germania da sola vale piu' di 1/4 dei voti. Ci sono poi paesi che appoggiano al germania ed altri che pur non appoggiandola hanno tutto l'interesse (per motivi interni) a non far dilagare esempi come quello greco. Non è quindi detto che il MES arrivi a decidere di condonare/ristrutturare quella parte di debito che la grecia ha con il fondo.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mariok il 11/07/2015, 8:54

CVD

Dopo aver illuso gli elettori, la sinistra, le poche volte in cui riesce ad andare al governo, o passa la mano o è costretta a fare le stesse "turpi" cose rinfacciate al nemico.

Naturalmente "si spacca" (è un classico) e non è capace di andare avanti.

La cosa mi fa ovviamente piacere per la Grecia, ma è innegabile che Tsipras con il referendum ha preso per la seconda volta i suoi elettori per i fondelli.

Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i nostri tifosi locali per "un'altra Europa" inneggianti al loro eroe greco. Ma naturalmente tacciono.

Tra un po' cominceranno a esaltarsi con Podemos: avanti un altro! :lol:
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda trilogy il 11/07/2015, 9:34

franz ha scritto:... Si muove sulla base di regole molto severe e le decisioni sono prese con un meccanismo di voto non su base capitaria (una nazione, un voto) ma sulla base del contributo economico al fondo.[..]

Come si vede la germania da sola vale piu' di 1/4 dei voti. Ci sono poi paesi che appoggiano al germania ed altri che pur non appoggiandola hanno tutto l'interesse (per motivi interni) a non far dilagare esempi come quello greco. Non è quindi detto che il MES arrivi a decidere di condonare/ristrutturare quella parte di debito che la grecia ha con il fondo.[..]


Si il MES si muove su regole di finanziamento e decisionali molto severe, anche perchè l'impegno degli Stati è molto pesante, per l'Italia 125 miliardi. Ci deve essere un piano di rientro credibile, e per alcuni paesi le decisioni devono passare per l'approvazione dei parlamenti nazionali. Il fondo ha una pagina apposita dedicata agli sviluppi del negoziato con la Grecia.

link: http://www.efsf.europa.eu/about/operati ... greece.htm
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda flaviomob il 11/07/2015, 13:24

Ognuno vede, o si illude, quanto più gli fa comodo vedere (o non vedere).

Se Renzi proponesse un referendum sull'operato del proprio governo, andrebbe a casa in tre secondi. Non è cattivo, ma non è capace (cit.).


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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mauri il 11/07/2015, 14:06

si è valsa
ciao mauri

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... a/1865060/
Ma c’è un altro principio, oltre alla democrazia rappresentativa, che giustifica quanto Tsipras sta facendo. Si chiama etica della responsabilità, e dice questo: meglio sporcarsi le mani per ottenere il meno peggio, che non sporcarsele e portare il proprio paese al disastro.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mariok il 11/07/2015, 14:30

D'accordissimo sull'etica "dello sporcarsi le mani", ma se si fa il contrario di quanto promesso in campagna elettorale o, peggio, di quanto dichiarato in una consultazione referendaria, allora si chiama truffa.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda flaviomob il 11/07/2015, 14:38

Ma i tedeschi non si ricordano proprio quando, in ginocchio e divisi, dopo aver devastato l'Europa e infiammato il mondo intero, dopo uno sterminio abominevole da loro stessi perpetrato, gli stessi paesi da loro attaccati e danneggiati hanno condonato il debito tedesco, hanno permesso loro di ripartire dopo che avevano commesso errori e nefandezze - col nazismo! - di ordine di grandezza imparagonabile a quanto rimproverano alla Grecia di oggi (che probabilmente senza la crisi dei subprime e le sue conseguenze non sarebbe in queste condizioni), hanno persino permesso a mezza Berlino di sopravvivere alle propaggini della dittatura sovietica con il ponte aereo? Io rimango allibito: questi non hanno proprio il senso della storia e della misura. Io mi rifiuterò di comprare qualsiasi cosa venga dalla Germania d'ora in poi!

Mutando le mutande, in piccolo ciò vale anche per i "moralisti" fantaeconomici italiani.


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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda pianogrande il 11/07/2015, 16:33

Mah!
Paragonare la ricostruzione della Germania massacrata da Hitler (comunque e va ricordato con un appoggio popolare, almeno iniziale, non indifferente) con le pensioni baby e gli stipendifici e le esenzioni fiscali(*) greci mi sembra una concessione troppo generosa.

Anche noi abbiamo contribuito con la dittatura Mussolini-Savoia alle nefandezze della Germania.
Eppure abbiamo usufruito a piene mani del piano Marshall e l'etichetta "dono del popolo americano" dice qualcosa anche a me.

Cerchiamo di conservare il senso delle proporzioni.

(*) l'evasione a quei livelli si chiama esenzione.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ma ne è valsa la pena?

Messaggioda mariok il 11/07/2015, 17:46

Eurogruppo valuta piano Atene: manca fiducia. Gelo da Berlino: "Proposte poco credibili"

Si riuniscono i ministri finanziari: per i tecnici saranno necessari ulteriori aggiustamenti. Durissimo Schaeuble: "Promesse non bastano". Decisione finale al Consiglio europeo. Sul tavolo resta il nodo del debito

di GIULIANO BALESTRERI e MICHELA SCACCHIOLI

MILANO - "Proposte poco credibili. Diremo ai colleghi greci che non hanno fatto nulla per rafforzare la fiducia". Berlino gela così il piano da 12 miliardi presentato da Atene all'ex Troika. Che per i tecnici è, sì, "una buona base di partenza", ma non sarà sufficiente a sbloccare il terzo giro di aiuti internazionali da 74 miliardi di euro per evitare il fallimento della Grecia e il rilancio del Paese. Insomma, serviranno "misure supplementari" per raggiungere gli obiettivi di bilancio, ma soprattutto serviranno maggiori riforme rispetto a quelle promesse dal premier Alexis Tsipras. La Frankfurt Allgemeine Sonntagszeitung raffredda con queste parole gli ottimisti che speravano in un rapido accordo durante l'Eurogruppo iniziato oggi pomeriggio a Bruxelles, come annunciato su Twitter dal ministro delle Finanze finlandese, Alexander Stubb.

Peggio, il fatto che il piano Tsipras abbia ottenuto il via libera del Parlamento greco con i voti dell'opposizione e spaccando la maggioranza di governo preoccupa molti governi: "Difficile portare avanti le riforme senza un ampio consenso" ha detto il ministro dell'economia irlandese Michel Noonan. Con ogni probabilità, l'incontro non basterà a raggiungere un'intesa: il destino di Atene verrà rimandato alla riunione di domani del Consiglio europeo. "Siamo qui per fare molti progressi" ha detto il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.

Questione di fiducia. A pochi minuti dall'inizio della riunione dei ministri finanziari, è il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem a dire che "sarà un incontro abbastanza difficile, ancora non ci siamo, ci sono molte critiche alle proposte greche sulla sostanza e un grosso problema di fiducia". Il Governo greco, dunque, deve "mostrare grande impegno per ricostruire la fiducia".

Il ruolo della Germania. Il nodo delle trattative riguarda la ristrutturazione del debito complessivo per la quale è necessario un accordo politico che passerà per la volontà dei capi di governo dopo che i ministri delle Finanze avranno fatto le loro valutazioni tecniche. A rompere il silenzio ufficiale della Germania (che per ore si è limitata a dire "l'esito delle trattative è aperto a ogni risultato") è il ministro dell'Economia Wolfgang Schaeuble: "Il negoziato - ha detto - è estremamente difficile" perché le nuove proposte greche presentano "lacune finanziarie. Le promesse non bastano. Sappiamo che un taglio del debito pubblico non è possibile secondo i Trattati". Schaeuble ha spiegato che "il problema prima di tutto è che la situazione, che alla fine dello scorso anno, nonostante tutto lo scetticismo, era incoraggiante, è stata distrutta in modo inconcepibile negli ultimi mesi". In questo senso "non sarà assolutamente sufficiente" se Atene ripropone riforme già presentate in precedenza, ha insistito il ministro tedesco, notando che gli indicatori economici della Grecia "sono terribilmente negativi". Intanto, la stampa tedesca spiega che il nuovo programma non dovrà essere basato solo sulle "azioni prioritarie" presentate da Atene ma dovrà anche "contenere" indicatori strutturali e quantitativi "per il futuro". La sensazione è che sul futuro di Atene sia stia giocando un'importante partita politica in Germania: da un lato proprio il falco Schaeuble cha avrebbe definito il piano greco "uno scherzo", dall'altro la cancelliera Angela Merkel che lavora per mantenere la Grecia nell'euro.

I falchi. Tra i più scettici ci sono gli olandesi: "Il piano è debole in alcune aree, cominceremo i negoziati quando tutte le condizioni saranno riempite, ma c'è seria preoccupazione sull'attuazione visto che i greci stanno proponendo qualcosa che una settimana fa era stata rigettata al referendum" ha detto il viceministro delle finanze olandese Eric Wiebes. Il vicepresidente della Commissione Ue, Vladis Dombrovskis, riconosce i "chiari progressi" greci, ma sottolinea "perplessità e dubbi" che permangono da parte di vari paesi.

Le colombe. In particolare i falchi vorrebbero un "chiaro intendimento comune su contenuti e tempi degli obblighi" con il governo greco sulle proposte presentate "per avere una base chiara su cui possa essere concordato un programma Esm". A mediare tre le parti ci sono le colombe, con i francesi in prima linea: il ministro delle Finanze, Michel Sapin, sta aiutando la delegazione greca ad apportare alcune correzioni al testo definitivo, mentre il Commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, dice: "Il piano di Atene è un gesto significativo". A questo punto è ipotizzabile che si arrivi a uno sblocco dei fondi necessari per rimborsare i debiti in scadenza con il Fmi e la Bce (il prossimo 20 luglio) e si valutino per gradi i risultati raggiunti dalla Grecia.

http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... 118860580/

Germania contro raddoppio scadenze prestiti a 60 anni
La Germania si oppone all'ipotesi di raddoppiare da 30 a 60 anni le scadenze dei prestiti di aiuto erogati alla grecia. Lo riporta Dow Jones, citando fonti europee mentre a Bruxelles si sta svolgendo un cruciale Eurogruppo dei ministri delle Finanze. Sul tavolo, la richiesta di un nuovo aiuti da parte dei greci, accompagnato da una serie di proposte su misure di risanamento e riforme ma anche, nodo chiave, da una richiesta di alleggerimento del debito.

da m.scacchioli 17.44

Spagna: "Fiducioso accordo ma sarà peggiore precedente"
Il premier spagnolo Mariano Rajoy si è detto oggi fiducioso che un accordo possa essere raggiunto con Atene - "ce lo auguriamo tutti di cuore" - ma ha avvertito che per la Grecia "sarà peggiore del precedente. Non compenserà il tempo perso e non riparerà il danno causato", ha aggiunto, citato da Efe, nell'intervento conclusivo della conferenza politica organizzata dal Partido Popular in vista delle legislative di fine anno.
da m.scacchioli 17.02

Ministro Austria: "Atene garantisca attuazione riforme"
La Grecia deve garantire che attuerà le riforme promesse nella richiesta di attivazione di un nuovo piano di aiuti. Lo ha detto il ministro austriaco delle Finanze, Joerg Schelling, arrivando alla riunione dell'Eurogruppo. "La parte più importante che dobbiamo negoziare sono le garanzie che la Grecia deve offrire sull'effettiva attuazione delle cose che ha promesso. Per cinque annui abbiamo visto arrivare le liste di misure, che poi non sono mai state realizzate"

da m.scacchioli 16.41

Squinzi su Grecia: "Tanto casino per tornare a punto di partenza"
"In Grecia, come avevo previsto, alla fine si troverà una composizione. Rimane la considerazione se serviva fare tutto questo casino per tornare al punto di partenza". Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, a margine di un forum Italo-Giapponese in corso al Teatro della Terra, a Expo, risponde a chi gli chiede delle recenti evoluzioni della crisi greca.
da m.scacchioli 16.35
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