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Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbligato

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbligato

Messaggioda gabriele il 15/03/2016, 16:17

Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbligatoria”. Proteste Si-M5s: “Stravolto il referendum”
Ambiente & Veleni

Via libera alla proposta della maggioranza: stralciato dal ddl 5 Stelle l’articolo 6 sulla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato e la decadenza delle forme di gestione. I parlamentari grillini e di Sinistra italiana hanno manifestato con i cartelli davanti a Montecitorio. Proteste anche da chi ricorda che Renzi nel 2011 si schierò con il fronte del sì. Parere contrario del Mise
di F. Q. | 15 marzo 2016

La gestione pubblica del servizio idrico non dovrà più essere obbligatoriamente pubblica, ma solo in “via prioritaria”. E’ stato stralciato dalla proposta di legge M5s l’articolo 6 sulla ripubblicizzazione che avrebbe permesso l’applicazione del referendum del 2011. I deputati grillini e di Si-Sel hanno manifestato con cartelli davanti a Montecitorio: “Stravolto l’esito del referendum: arroganza della maggioranza senza confini. L’acqua non si vende“. La deputata M5s Federica Daga ha annunciato che lei e i colleghi ritireranno la firma dal provvedimento. La capogruppo 5 stelle in Senato Nunzia Catalfo: “Il Pd vuole affossare il volere di 27 milioni di italiani”.

Tra i manifestanti c’è anche chi ricorda che il presidente del Consiglio, ai tempi sindaco di Firenze, nel 2011 aveva annunciato il suo sì al referendum per la gestione pubblica del sistema idrico. “L’obiettivo di votanti e astenuti”, aveva commentato subito dopo il risultato, “adesso deve essere quello di ‘accettare il risultato e ‘non cercare di fare come in passato i giochini per far finta di nulla”. Addirittura Renzi si era spinto fino a proporre che il Comune di Firenze “riacquistasse il 40 per cento della società Publiacqua”.

Approvato emendamento Pd, parere contrario del Mise
La commissione Ambiente alla Camera in mattinata ha dato il via libera all’emendamento Pd, riformulato dal relatore, alla proposta che dispone l’affidamento diretto del servizio idrico “in via prioritaria” in favore “di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per le gestione in house, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale”. L’emendamento, approvato con il voto contrario dei deputati M5s e Si-Sel, è passato nonostante il parere negativo del ministero dello Sviluppo economico. Per il Mise, secondo il testo che l’agenzia Public Policy ha potuto vedere, “il generico utilizzo” della formulazione in via prioritaria non sarebbe “conciliabile con i principi di concorrenza, in quanto non vengono esplicitati i criteri con i quali scegliere l’opzione di affidamento in house o altra tipologia”. Attualmente la legge prevede invece che “l’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche”, sempre in possesso dei requisiti necessari.

La proposta di modifica approvata è la stessa che sancisce che “il servizio idrico integrato è considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività”. L’emendamento – che sostituisce per intero l’articolo 4 della proposta M5s – si richiama espressamente alla direttiva Ue 2014/23 sull’aggiudicazione dei contratti di concessione e sul principio di delega contenuto nella riforma degli appalti approvata di recente, a cui un altro emendamento Pd approvato si richiama.

Polemiche in commissione, M5s: “Stravolto il referendum”. Si: “Arroganza della maggioranza senza confini”
Nel corso dell’esame dell’emendamento c’è stato uno scontro tra il deputato M5s Alessandro Di Battista, che voleva riprendere le votazioni, ed i deputati Pd. Il presidente di turno Tino Iannuzzi ha ricordato che le riprese non sono consentite per regolamento. In particolare Di Battista ha sostenuto che il Partito democratico vorrebbe ribaltare la volontà popolare espressa con il referendum del 2011: “State violentando l’esito del referendum”. Poco prima era intervenuta la responsabile Ambiente del Pd, Chiara Braga, sostenendo la piena adesione dell’emendamento ai principi del referendum.

Polemiche anche dai vendoliani. “L’arroganza della maggioranza è senza confini“, hanno commentato i deputati di Sinistra Italiana lasciando la commissione. “Hanno stravolto a colpi di emendamenti la legge SI-M5S che avrebbe finalmente allineato la normativa italiana a quanto deciso dai cittadini con il referendum sull’acqua pubblica. Non si può subire inerti questo atteggiamento offensivo non solo per chi ha firmato e difeso questa legge ma, soprattutto, di milioni di elettori che hanno votato al referendum. Per questo abbiamo deciso di abbandonare i lavori della Commissione e di ritirare le nostre firme dal disegno di legge in discussione”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03 ... m/2548044/
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda gabriele il 15/03/2016, 16:22

Referendum acqua pubblica, un emendamento Pd toglie l'obbligo di gestione pubblica. Scontro con M5s e SI
L'Huffington post | Di Redazione

Pubblicato: 15/03/2016 14:49 CET

Scontro alla Camera sulla proposta di legge che a cinque anni di distanza dovrebbe recepire le indicazioni del referendum sull'acqua pubblica. La commissione ambiente ha approvato, col parere favorevole di relatore e governo, l'emendamento del Pd alla proposta di legge che prevede la soppressione dell'articolo 6 del testo che definiva il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e ne disponeva l`affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico. La norma vietava l`acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato.

M5s e Sinistra italiana hanno lasciato i lavori della commissione per protesta e ritirato le proprie firme dalla proposta di legge: "Hanno fatto carta straccia di un testo che era arrivato in parlamento con 400mila firme nel 2007 e carta straccia del risultato referendario del 2011", ha denunciato la deputata pentastellata Federica Daga protestando davanti a Montecitorio con altri componenti della commissione e con i comitati per l'acqua pubblica. "Usciamo dalla commissione dopo la votazione della soppressione dell'articolo 6, il cuore della legge, e dopo che sono state abrogate altre parti fondamentali del testo. Se la votassero da soli, ritiriamo le firme".

Il capogruppo di Sinistra italiana in commissione, Filiberto Zaratti, ha ricordato che "il programma italia bene comune con cui sel e pd si sono candidati alleati nel 2013 prevedeva che non si si sarebbe tornati alla privatizzazione. Quanto accaduto in commissione è una vergogna: si torna indietro rispetto alla volontà di 26 milioni di italiani e agli impegni precisi presi davanti agli elettori. Facciamo un appello a tutti i deputati eletti con quel programma affinché tornino indietro e non votino il testo in aula".

"Questa legge - ha concluso Serena Pellegrino di Sinistra Italiana - non sarà più la nostra legge: l'avevano firmata 200 e più parlamentari. Da domani sarà solo del Pd".

http://www.huffingtonpost.it/2016/03/15 ... _ref=italy
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda pianogrande il 15/03/2016, 19:43

In tutto questo discorso, quello che più è interessante è questa storia della concorrenza.
Primo aspetto: se una società pubblica è competitiva (nell'ambito di una precisa regolamentazione e non tenendo le tariffe basse perché finanziata da Pantalone) ben venga anche la società pubblica (anche se io sono per il privato per altri principi).

In fondo la domanda di base è semplice.
Come fanno le società (pubbliche o private) a farsi concorrenza?
Io, singolo cittadino, posso scegliermi la società che mi fornisce l'acqua come succede con l'elettricità e il gas?
Se no, è un monopolio.

E infatti lo è.
Questo manualetto per consumatori lo definisce senza tanti fronzoli "monopolio naturale" e riguarda l'area geografica in cui ci troviamo.

http://images.to.camcom.it/f/Consumator ... 252009.pdf

Quindi, pubblico o privato che sia, ci becchiamo il monopolio naturale e paghiamo senza possibilità di discussione.

Il vero scoglio è la regolamentazione per evitare abusi da monopolio.

Visto che ne sento (e ne vedo) di tutti i colori, questa regolamentazione o non c'è o non funziona.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda Robyn il 15/03/2016, 19:53

da quando l'acqua è stata privatizzata il servizio è scadente e molto più costoso di prima,questo perche è un monopolio naturale dove non c'è la concorrenza,non è come per le compagnie aeree perche se un'aereo fà un prezzo troppo alto ce ne posso mettere a fianco un'altro mentre per l'acqua no.I profitti che si fanno con l'acqua sono tutti a discapito della domanda interna di beni e servizi perche per pagare l'utenza dell'acqua per consumi normali oggi ci vuole un capitale.Altra cosa è la manutenzione dei tubi che può essere affidata ai privati
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda Robyn il 15/03/2016, 21:21

pianogrande in tutti i casi parlare di acqua pubblica in Italia non è ammesso perche è considerato comunismo come ad esempio camminare sul marciapiede sinistro è comunismo non bisogna farsi accorgersi di essere contrari perche i liberisti potrebbero accorgersi a tacciare di comunismo psssss acqua in bocca
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda Robyn il 16/03/2016, 0:12

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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda franz il 16/03/2016, 8:21

Il punto di vista di un liberale (Zingales)


Se l'acqua va ai privati
Dove l'amministrazione è inefficiente e corrotta il monopolio pubblico risulta il male minore

La privatizzazione dell'acqua (o più propriamente delle concessioni per i servizi idrici) è uno di quei temi che suscita reazioni viscerali. A destra viene vista come una battaglia contro le inefficienze statali per garantire migliore qualità e prezzi minori. A sinistra come una svendita del bene più prezioso per consegnarlo "agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le banche". Come spesso accade la verità sta nel mezzo.

Vent'anni di ricerca empirica sugli effetti delle privatizzazioni hanno dimostrato che il trasferimento del controllo in mani private nella stragrande maggioranza dei casi aumenta l'efficienza di un'impresa. Le imprese private producono più output a meno costo. Quanto all'accusa di trasformare la fornitura di acqua potabile in un business, è una colpa solo agli occhi di una sinistra veteromarxista che vede nel profitto un capo di imputazione. Nella tradizione liberale il fine di lucro è la migliore garanzia che un prodotto sia offerto al miglior prezzo. Come diceva Adam Smith, il padre dell'economia, se mangiamo pane fresco la mattina non è per la benevolenza del panettiere, ma per il suo desiderio di guadagno. È la mano invisibile del mercato che trasforma l'interesse individuale nel benessere collettivo.

Ma allora ha ragione la destra a celebrare il decreto Ronchi che privatizza le forniture idriche? Non totalmente. Innanzitutto, la ricerca empirica suggerisce che i benefici inerenti alla privatizzazione si manifestano solo quando la proprietà di un'impresa viene totalmente trasferita in mani private: le partnership tra pubblico e privato auspicate dal governo non sembrano migliorare l'efficienza rispetto alle società totalmente pubbliche. Il motivo è che uno dei maggiori benefici della gestione privata è quello di liberarsi dalle interferenze politiche nelle decisioni aziendali. Le assunzioni, per esempio, vengono fatte in base ai criteri di competenza e non in base all'affiliazione politica.

Quando pubblico e privato convivono, però, è difficile eliminare le pratiche clientelari. In secondo luogo, l'evidenza empirica è meno chiara su quali siano gli effetti delle privatizzazioni sui prezzi. Se in un regime di concorrenza questo non è un problema, la questione è più delicata quando si tratta di un monopolio naturale, come la fornitura di acqua potabile.

Una delle inefficienze delle società pubbliche è che non sfruttano interamente il loro potere di mercato. Ma questa inefficienza si trasforma in un beneficio per la collettività. Un monopolista efficiente tende ad imporre prezzi molto al di sopra del costo di produzione, con un doppio danno sociale: non solo il produttore si arricchisce a spese dei consumatori, ma anche costringe potenziali consumatori, disposti a pagare di più del costo di produzione, a rinunciare al prodotto. Nonostante quest'ultimo risultato possa essere visto come positivo dai gruppi verdi, perché tende a conservare le risorse idriche, non incontra il consenso della maggior parte dei cittadini, che finisce per pagare molto di più per l'acqua.

Questo è il motivo per cui in tutti i paesi sviluppati la privatizzazione dei monopoli naturali è preceduta dalla creazione di un'autorità di regolamentazione finalizzata alla protezione degli interessi dei consumatori. Invece di affidarsi all'inefficienza della proprietà pubblica, che tiene i prezzi relativamente bassi per incapacità di sfruttare il potere di mercato, in questi paesi il consumatore si affida all'integrità dell'amministrazione pubblica, che protegge i suoi interessi con tetti sui prezzi e requisiti minimi di qualità.

In paesi in cui l'amministrazione pubblica è efficiente e non corrotta, i monopoli privati regolati funzionano meglio dei monopoli pubblici: la proprietà privata aumenta l'efficienza, mentre il regolatore limita i prezzi. Laddove l'amministrazione pubblica è inefficiente e corrotta, invece, i monopoli privati regolati tendono ad avere prezzi troppo elevati, ridistribuendo risorse dai consumatori ai produttori. In questi paesi il male minore è il monopolio pubblico: la sua inefficienza impedisce alle imprese di sfruttare interamente il loro potere monopolistico, mantenendo i prezzi più bassi che in un regime di monopolio privato, anche se più elevati che in un regime di monopolio regolato efficientemente.

Di fronte a questa alternativa, possiamo forse dire che il nostro paese ha un'amministrazione pubblica sufficientemente efficiente e non corrotta da meritarsi la privatizzazione di un monopolio naturale come la distribuzione dell'acqua?

http://espresso.repubblica.it/opinioni/ ... ti-1.17019
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda gabriele il 16/03/2016, 9:01

franz ha scritto:Il punto di vista di un liberale (Zingales)


Se l'acqua va ai privati
Dove l'amministrazione è inefficiente e corrotta il monopolio pubblico risulta il male minore

La privatizzazione dell'acqua (o più propriamente delle concessioni per i servizi idrici) è uno di quei temi che suscita reazioni viscerali. A destra viene vista come una battaglia contro le inefficienze statali per garantire migliore qualità e prezzi minori. A sinistra come una svendita del bene più prezioso per consegnarlo "agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le banche". Come spesso accade la verità sta nel mezzo.

Vent'anni di ricerca empirica sugli effetti delle privatizzazioni hanno dimostrato che il trasferimento del controllo in mani private nella stragrande maggioranza dei casi aumenta l'efficienza di un'impresa. Le imprese private producono più output a meno costo. Quanto all'accusa di trasformare la fornitura di acqua potabile in un business, è una colpa solo agli occhi di una sinistra veteromarxista che vede nel profitto un capo di imputazione. Nella tradizione liberale il fine di lucro è la migliore garanzia che un prodotto sia offerto al miglior prezzo. Come diceva Adam Smith, il padre dell'economia, se mangiamo pane fresco la mattina non è per la benevolenza del panettiere, ma per il suo desiderio di guadagno. È la mano invisibile del mercato che trasforma l'interesse individuale nel benessere collettivo.

Ma allora ha ragione la destra a celebrare il decreto Ronchi che privatizza le forniture idriche? Non totalmente. Innanzitutto, la ricerca empirica suggerisce che i benefici inerenti alla privatizzazione si manifestano solo quando la proprietà di un'impresa viene totalmente trasferita in mani private: le partnership tra pubblico e privato auspicate dal governo non sembrano migliorare l'efficienza rispetto alle società totalmente pubbliche. Il motivo è che uno dei maggiori benefici della gestione privata è quello di liberarsi dalle interferenze politiche nelle decisioni aziendali. Le assunzioni, per esempio, vengono fatte in base ai criteri di competenza e non in base all'affiliazione politica.

Quando pubblico e privato convivono, però, è difficile eliminare le pratiche clientelari. In secondo luogo, l'evidenza empirica è meno chiara su quali siano gli effetti delle privatizzazioni sui prezzi. Se in un regime di concorrenza questo non è un problema, la questione è più delicata quando si tratta di un monopolio naturale, come la fornitura di acqua potabile.

Una delle inefficienze delle società pubbliche è che non sfruttano interamente il loro potere di mercato. Ma questa inefficienza si trasforma in un beneficio per la collettività. Un monopolista efficiente tende ad imporre prezzi molto al di sopra del costo di produzione, con un doppio danno sociale: non solo il produttore si arricchisce a spese dei consumatori, ma anche costringe potenziali consumatori, disposti a pagare di più del costo di produzione, a rinunciare al prodotto. Nonostante quest'ultimo risultato possa essere visto come positivo dai gruppi verdi, perché tende a conservare le risorse idriche, non incontra il consenso della maggior parte dei cittadini, che finisce per pagare molto di più per l'acqua.

Questo è il motivo per cui in tutti i paesi sviluppati la privatizzazione dei monopoli naturali è preceduta dalla creazione di un'autorità di regolamentazione finalizzata alla protezione degli interessi dei consumatori. Invece di affidarsi all'inefficienza della proprietà pubblica, che tiene i prezzi relativamente bassi per incapacità di sfruttare il potere di mercato, in questi paesi il consumatore si affida all'integrità dell'amministrazione pubblica, che protegge i suoi interessi con tetti sui prezzi e requisiti minimi di qualità.

In paesi in cui l'amministrazione pubblica è efficiente e non corrotta, i monopoli privati regolati funzionano meglio dei monopoli pubblici: la proprietà privata aumenta l'efficienza, mentre il regolatore limita i prezzi. Laddove l'amministrazione pubblica è inefficiente e corrotta, invece, i monopoli privati regolati tendono ad avere prezzi troppo elevati, ridistribuendo risorse dai consumatori ai produttori. In questi paesi il male minore è il monopolio pubblico: la sua inefficienza impedisce alle imprese di sfruttare interamente il loro potere monopolistico, mantenendo i prezzi più bassi che in un regime di monopolio privato, anche se più elevati che in un regime di monopolio regolato efficientemente.

Di fronte a questa alternativa, possiamo forse dire che il nostro paese ha un'amministrazione pubblica sufficientemente efficiente e non corrotta da meritarsi la privatizzazione di un monopolio naturale come la distribuzione dell'acqua?

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In questo caso (e altri) i "privati" intervengono esclusivamente per gestire la risorsa. Gli investimenti li mette in campo il pubblico. Allora qui si parla del solito gioco di imprenditori con le pezze al c..o, amici degli amici (altolocati, ovviamente), che hanno solo che da guadagnarci.

Il rischio di impresa, dov'è?

Se vuoi gestire la risorsa, devi anche investire. Rischiare il tuo capitale e, se sei bravo, ricavarne un profitto.
Son buoni tutti a gestire la risorsa idrica con i soldi della ATO, cioè della collettività.
Un po' come per le autostrade...

Se diamo al privato il lavoro del pubblico, allora non lamentiamoci più dei tanti soldi spesi in consulenze da parte degli enti pubblici, veri e propri sprechi. Se invece si vuole valorizzare il pubblico, lo si metta al lavoro e lo si controlli.
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda mariok il 16/03/2016, 9:05

Mi sembra che la questione oggi non sia quella, ormai stantia, della presunta efficienza delle aziende private e della inefficienza (più che presunta) di quelle pubbliche.

Sappiamo bene come la pensa Zingales (che faccio fatica a definire liberale) e quelli come lui.

Il problema, a questo punto, è: si può accettare che le forze politiche facciano come gli pare, infischiandosene della volontà espressa attraverso un referendum?

Penso che di questo dovrebbero preoccuparsi dei veri liberali, se mai ce ne fossero in questo paese.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Acqua, ok a emendamento Pd: “Gestione pubblica non obbli

Messaggioda gabriele il 16/03/2016, 9:21

mariok ha scritto:Il problema, a questo punto, è: si può accettare che le forze politiche facciano come gli pare, infischiandosene della volontà espressa attraverso un referendum?


Cosa prospetti? Un rivoluzione?
una rivoluzione in Italia!?

Come al solito il popolo italiano non solo lo accetterà ma se ne lamenterà pure
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