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Berlusconi e il parlamento

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Berlusconi e il parlamento

Messaggioda Robyn il 21/05/2009, 19:52

Il parlamento può sfiduciare berlusconi,anche perche il paese non può andare avanti con questo qua deve guardare avanti .Mettere Fini al suo posto,anche dal momento che gli elettori di Fini non riconoscono berlusconi.In Inghilterra Blair è stato sfiduciato e al suo posto adesso c'è Brown.L'iniziativa di riforma delle istituzioni spetta al parlamento .Il parlamento è l 'unico leggittimato ad autoriformarsi e il governo non ha nessun potere.Poi con 100 parlamentari avverrebbe che ogni parlamentare avrebbe un potere enorme nel ricattare la sua maggioranza Ciao Robyn
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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda Robyn il 22/05/2009, 20:12

Sicuramente il numero dei parlamentari và ridotto,ma non a 100 per la camera e 50 per il senato.Un equilibrio giusto e sicuramente 460,230 oppure 400,200.Evidentemente Berlusconi con 100 deputati punta a fare il gioco delle lobbyes.Il numero dei parlamentari và ridotto soprattutto perche con circoscrizioni piu ampie,se andiamo con il sistema proporzionale,e piu difficile il controllo del voto.Si potrebbe anche andare sui 300,150,ma il premio di maggioranza dovrebbe essere del 60% e cioe 180 deputati su 300 dal momento che la camera dei deputati sarebbe l unica a legiferare,poiche il senato verrebbe trasformato in camera delle regioni .Se osserviamo il numero dei parlamentari esistente negli altri paesi europei come Francia,Spagna,Germania e inghilterra,nessuno di questi ha una camera di 100 deputati.Tutti questi paesi si discostano di poco dall Italia.La riduzione e pero solo una tappa,poiche,dopo, l indennità parlamentare dev essere equagliata a quella esistenti negli altri paesi europei e se non sbaglio intorno agli 8000,10000 euro Ciao Robyn
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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda pianogrande il 22/05/2009, 22:31

Sono anch'io favorevole alla riduzione dei "costi della politica" in generale.
Teniamo però presente che un numero troppo piccolo di parlamentari faciliterebbe anche la possibilità di "comprarli".
Anche questo aspetto va tenuto presente.
Un Mastella ed un Dini su 100 cominciano a rendere il tutto poco affidabile.
Una maggioranza di tre o quattro elementi è, insomma, roba da brividi.
Una riduzione del numero dovrebbe, quindi, comportare anche una profonda modifica di come deve essere composta la maggioranza (probabilmente una nuova legge elettorale).
Fotti il sistema. Studia.
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D'Alema,Finocchiaro,

Messaggioda Robyn il 23/05/2009, 7:00

Inutile prendersela con D'Alema,Finocchiaro etc ,le frasi dette sul parlamento rimangono e sono gravi.Il leader del Pdl è Fini.Bisogna spostare le telecamere su Fini e non più su Berlusconi.Gia da domani Berlusconi non venga più
Ciao Robyn
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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda franz il 23/05/2009, 8:24

100 sono sicuramente troppo pochi per la Camera ma andrebbro bene per il senato (per esempio un senatore per provincia).
La Camera potrebbe avere tra i 300 ed i 350 deputati.

Per quanto riguarda le dinamiche della maggioranza e l'entità numerica della stessa, bisognerebbe per prima cosa rendere incompatibili le cariche nel legislativo e nell'esecutivo. Se eletti ministri o sottosegretari, la carica parlamentare deve decadere. In questo modo l'assenza di un ministro non compromette la maggioranza.

Inoltre ritengo che se arrivassimo alla elezione diretta del potere esecutivo (ma qui bisogna cambiare la Costituzione) allora non sarebbe piu' cosi' imperativa avere la maggioranza nelle camere, perché non sarebbero piu' le camere a dare e togliere la fiducia ma sarebbe direttamente l'elettorato. Anzi in questo modo potremmo tornare a camere elette su base proporzionale pura, senza premi di maggioranza e senza soglie percentuali di accesso.

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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda ranvit il 23/05/2009, 10:26

Totalmente d'accordo con Franz : 100 senatori - 300 deputati - incompatibilità tra esecutivo e legislativo. Elezione separata e diretta dei due poteri.

Vittorio
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Istituzioni umiliate

Messaggioda franz il 23/05/2009, 14:01

di NADIA URBINATI

Cento deputati piacciono più di seicento al nostro presidente del Consiglio. Non c'è da stupirsi, perché corromperli o assoldarli o semplicemente metterli d'accordo con i suoi propri interessi sarebbe certamente meno costoso e più semplice. La relazione tra assemblee numerose e sicurezza della libertà l'avevano ben capita gli ateniesi di 2.500 anni fa, i quali proprio per evitare le scorciatoie nel nome della celerità di decisione istituirono giurie popolari numerosissime. Il loro intento principale era quello di impedire che nessun cittadino potente potesse condizionare le decisioni a suo piacimento.

pensavano che nessuno disponesse di tanti soldi quanti ne sarebbero stati necessari per corrompere seicento giudici (tanti erano i giudici che siedevano nelle loro giurie). E qui siamo di nuovo: il capo dell'esecutivo, abituato a comandare sottoposti e stipendiati, non ama né tollera assemblee larghe di rappresentanti che sono chiamati a rendere conto a nessun individuo o gruppo di individui ma solo alla nazione, la quale non è un padrone ma la fonte della loro autorità.

Ma per il capo dell'esecutivo le assemblee larghe sono pletoriche e poi dannose agli interessi di chi decide - ovvero del suo esecutivo.

La logica del capo della maggioranza non è democratica ma è esattamente opposta a quella dei saggi democratici. Le assemblee deliberative devono essere non troppo piccole né troppo grandi, pensavano i Padri fondatori della democrazia americana. Se troppo piccole non possono più svolgere la loro funzione rappresentativa degli interessi più numerosi e diversi e inoltre possono facilmente dar luogo a unanimismi pericolosi o a "cabale" di fazioni. Se troppo grandi non possono svolgere efficacemente la funzione deliberativa, allungando i tempi di decisione e impedendo maggioranze stabili.

Ma in nessun caso una manciata di rappresentanti è una cosa buona per la democrazia. La politica non va per nulla d'accordo con la semplificazione, una qualità degli apparati burocratici e di chi è chiamato a eseguire ordini e applicare pedissequamente regole che non fa; non è una qualità dei rappresentanti e dei cittadini che contribuiscono a determinare le scelte politiche con la loro diversa e complessa partecipazione. Semplificazione è una qualità per la "governance" ma non per il "government" - la prima è organizzazione di funzioni che mirano a risolvere problemi specifici; ma il secondo è azione politica che solleva problemi, crea agende di discussione e di proposte, mobilita idee e interessi, e infine decide facendo leggi che tutti, non solo chi siede in Parlamento e non solo chi è parte della maggioranza, deve ubbidire.

L'Italia si trova vicinissima a una svolta anti-democratica. L'attacco al Parlamento è un attacco alla divisione dei poteri e per affermare la centralità, anzi, il dominio di un potere sopra tutti: quello dell'esecutivo, che non ama eseguire o dover rendere conto e vuole fare quel che vuol fare senza impedimenti; che vuole fare tutto, legiferare e eseguire e, magari, anche determinare la giustizia. Semplificazione è l'equivalente di potere incontrastato.
Nel 1924, Gaetano Mosca, un conservatore di tutto rispetto, tenne un discorso memorabile nel Parlamento del Regno. Lui, che aveva sviluppato la teoria forse più corrosiva della democrazia sostenendo, con il soccorso della storia, che quale che sia la forma di governo, tutti i governi hanno come scopo evidente quello di formare e selezionare la classe politica. Che siano le guerre o le elezioni dipende dal tipo di organizzazione sociale, dalle forme di espansione e arricchimento, forme che possono essere violente e dirette oppure pacifiche e per vie di commercio.

Nella moderna società di mercato, sosteneva Mosca, l'elezione e l'opinione sono forme più funzionali alla selezione della classe dirigente. Ebbene, questo critico dell'ideologia democratica e parlamentaristica, alla vigilia della fine delle libertà politiche e del parlamentarismo liberale, si schierò in Parlamento in difesa di quella istituzione, di quella forma democratica di selezione della classe politica e di governo. Non luogo in cui si perdeva tempo a chiacchierare o un "bivacco" come Benito Mussolini lo chiamava, ma istituzione di controllo e di monitoraggio senza la quale nessun cittadino poteva più sentirsi sicuro. Tra i conservatori di oggi, tra i moderati (se ancora ce ne sono) chi avrà la stessa saggezza o lo stesso coraggio del conservatore liberale Mosca? La difesa del sistema parlamentare non è una questione che interessa o deve interessare solo l'opposizione. Tutti, tutti indistintamente dovrebbero comprendere il rischio che una società corre quando chi è stato eletto per governare con il sostegno del Parlamento cerca di governare con la connivenza di una assemblea amica.

(23 maggio 2009)
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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda ranvit il 23/05/2009, 19:09

Da repubblica.it :

Il premier insiste sull'iniziativa popolare per ridurre il numero di deputati
e senatori: "Avrà la firma di milioni di cittadini, voglio vedere se la bocciano"
Berlusconi: "Sulle Camere penso a ddl
Riforme? Opposizione non necessaria"

ROMA - Silvio Berlusconi pensa "veramente" ad una proposta di legge di iniziativa popolare da far firmare "a milioni e milioni di cittadini" in appoggio alla sua riforma del Parlamento con la riduzione al massimo di 300 deputati e 150 senatori: "Voglio vedere - ha detto - se non l'approvano". E sulle riforme dice: "Per farle l'opposizione non è necessaria". Dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni al meeting di Confindustria, dove il premier ha parlato di "Parlamento pletorico" e di "numero di deputati da ridurre", e dopo le dure risposte alle critiche del Pd, oggi il nuovo affondo. Ma il Cavaliere torna a parlare anche di giustizia, del caso Mills e di elezioni europee.

"Le mie dichiarazioni travisate". In un'intervista all'emittente radiofonica 'Rtl 102.5', il premier prima di tutto ha ribadito di essere stato travisato nelle sue dichiarazioni sul Parlamento. "C'è la registrazione televisiva e la registrazione radiofonica... Ho detto soltanto una cosa: ho detto che il Parlamento italiano è pletorico. I 630 deputati sono troppi e a causa di questo e in base ai regolamenti attuali per fare una legge ci vogliono 20 mesi, perchè la legge deve passare dalla Commissione all'Aula e poi alla Commissione del Senato e ancora all'Aula e poi deve tornare indietro se qualcosa è stato cambiato... E allora ho detto che non si può pretendere di essere uno stato moderno andando avanti così. Questo è ciò che ho detto".

"Milioni di elettori pronti a firmare la legge". Poi torna ad insistere: "Sto veramente pensando ad un disegno di legge di iniziativa popolare - ha aggiunto Berlusconi - per diminuire, che so, a 300 il numero dei deputati e a 150 il numero dei senatori". Proposta che le Camere non potrebbero che recepire, dice il Cavaliere: "Voglio vedere il Parlamento non votare positivamente, non approvare una legge che fosse presentata col sostegno di milioni e milioni di elettori!".

Giustizia, entro un anno separazione ordini. Nell'intervista il Cavaliere affronta anche il tema giustizia. "Ho garantito più volte che non mi ritirerò dalla politica se non quando sarà diventata legge dello Stato la separazione degli ordini" tra "il giudice che giudica e l'avvocato che accusa", dice ai microfoni di Rtl. C'è un progetto, aggiunge. "Lo stiamo preparando e immagino sarà fatto nel prossimo anno".

Caso Mills, boomerang per la sinistra. Quanto al caso Mills, ribadisce che "sarà ancora una volta un boomerang che rafforzerà la mia parte politica e indebolirà la sinistra e i suoi giudici".

Elezioni europee. Infine, l'appuntamento elettorale per le Europee del mese prossimo. "I sondaggi ci danno al 45% e io ho indicato come obiettivo al nostro congresso nazionale il 51% come il risultato da attingere del nostro partito nei prossimi anni", dice il presidente del Consiglio. E se gli italiani, aggiunge, non disperderanno il loro voto sulle piccole formazioni o sulla sinistra, "il nostro gruppo parlamentare avrà la possibilità di essere determinante in Europa".

All'Europa, continua Berlusconi, bisogna dare un "drizzone", sottolineando come non esista una politica europea unitaria a livello internazionale o di energia o di ambiente. Quello che serve, ribadisce, è un presidente del Consiglio europeo "che non duri in carica solo sei mesi".

(23 maggio 2009)

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Bene per l'iniziativa popolare....è l'unico modo per cambiare veramente, togliendo dalle mani di questi parlamentari la questione.
Anche alla luce dei numeri ipotizzati : 300 deputati e 150 senatori.

Il Pd farebbe bene ad accodarsi....

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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda Robyn il 23/05/2009, 19:12

Berlusconi e un po confuso.Da 100 e passato a 300 deputati nel giro di 24 ore.Và bene la proposta del leader del Pdl Fini di 460,230.Bisogna stare nella media Europea Ciao Robyn
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Re: Berlusconi e il parlamento

Messaggioda Robyn il 23/05/2009, 21:10

Mah,riguardo l'incompatibilità ho i miei dubbi.Se si è parlamentari si può essere anche membri del governo.Infatti qualora il primo ministro deciderebbe di destituire un ministro questo tornerebbe semplicemente a fare il parlamentare.Questo è per evitare arbitri,del tipo ti faccio dimettere da parlamentare ,ti faccio fare il ministro e poi ti revoco l 'incarico e non fai neanche più il parlamentare(in inghilterra i membri del governo sono tutti parlamentari,e anche non parlamentari).L'incompatibilità dovrebbe riguardare le indennità.Se si è nel governo si riceve l'indennità di ministro ma non si riceve quella di parlamentare anche se si rimane parlamentari.Se si è parlamentare si riceve solo quella di parlamentare.Le incompatibilità dovrebbero riguardare anche le amministazioni locali.Non si può essere sindaco e presidente di provincia e parlamentare regionale e nazionale allo stesso tempo,ma una sola cosa.Naturalmente anche nelle amministrazioni locali ,comune regione etc non si può eccedere nel numero di consiglieri o parlamentari regionali.Pochi sono pochi troppi sono troppi.C'è bisogno di un'equilibrio,perche la democrazia non ubbidisce a logiche di mercato.Per quel che riguarda il sistema elettorale nazionale da sempre sono per il collegio uninominale ma la tendenza è un'altra.Per quel che riguarda le indenntà troppo è troppo ma poco è pure poco perche un parlamentare si espone ed ha una responsabilità Ciao Robyn
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