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Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda ranvit il 19/01/2017, 12:01

Solo Dio sa cosa c'entra qui la faccenda della redistribuzione....che pure è un problem serissimo.
Ma tant'è, basta dire qualcosa....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda mariok il 19/01/2017, 12:20

La crescita è a rischio in una società disuguale
Lo sviluppo economico è fortemente a rischio in una società disuguale. E questo perché non è affatto detto che i più ricchi siano anche i più meritevoli, motivati e capaci. Se l'uguaglianza delle condizioni di partenza non viene garantita a tutti i cittadini, la conseguenza è che le risorse migliori del sistema-paese possono essere inibite. Ma c' è di più. Le disuguaglianze economiche determinano la nascita di vere e proprie oligarchie di ricchi capaci di influenzare in maniera significativa anche i processi politici e sospendere de facto la democrazia. I politici nazionali non solo fanno orecchie da mercante di fronte a questi problemi, ma anzi mettono in atto politiche che favoriscono proprio l'incremento delle disuguaglianze.

Perché è importante occuparsi delle disuguaglianze
E' il caso dell'Italia, che secondo gli ultimi dati è attualmente uno dei paesi più diseguali e immobili (quando una ricchezza viene rigidamente mantenuta da una generazione all'altra) dell'area euro.
........
John Maynard Keynes ci insegna che non sono i redditi più alti a sostenere i consumi dell'economia reale: sono soprattutto quelli più bassi, perché oltre un certo livello di reddito i ricchi prediligono il risparmio.
http://economia.diariodelweb.it/economi ... 711_386015
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda pianogrande il 19/01/2017, 12:53

ranvit ha scritto:Solo Dio sa cosa c'entra qui la faccenda della redistribuzione....che pure è un problem serissimo.
Ma tant'è, basta dire qualcosa....


Si parla di economia, di mercato e simili.

La distribuzione del reddito infatti e di solito viene tirata in ballo quando si discute della prossima estinzione delle formiche gialle di Sumatra.

Dài Ranvit!

Adesso ti stai scaldando un po' troppo e ....
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda Robyn il 19/01/2017, 13:29

Le classi più povere risparmiano meno e prediligono di più l'acquisto di beni e servizi le classi ricche invece risparmiano di più e non prediligono l'acquisto di beni e servizi.Infatti è vero i politici fanno orecchie di mercante e favoriscono le disuguaglianze compromettendo la crescita.In un'ottica liberale dare un reddito sufficente al lavoratore significa garantire sufficente libertà limitare l'orario di lavoro significa avere per il lavoratore più tempo libero il diritto di sciopero introdotto in epoca vittoriana e abolito dai fascisti serve ad evitare la sopraffazione.Keynes proponeva due cose alternative.La diminizione della tassazione in modo da stimolare gli investimenti privati o spese fatte in deficit.Seguendo però la seconda strada si è accumulato un'immenso debito i cui interessi sono una tassa occulta che si traferisce alle generazioni successive
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda ranvit il 19/01/2017, 13:48

Mi sembra di aver detto che la redistribuzione è un problema serissimo 8-)

Ma che minchia c'entra con i problemi Ue che nascono da Bruxselles (secondo padoan e me)?

D'altronde la redistribuzione dei redditi si puo' fare con un'economia in crescita non durante una stagnazione! 8-)

Ma ammesso e non concesso.....come pensate si debba fare? Parlandone? Togliendo i soldi ai ricchi e darli ai poveri :lol:

Secondo me creando posti di lavoro....poi se ne parla 8-)
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda mariok il 19/01/2017, 15:02

giannini ha scritto:Il neo-premier ha due strade. Limitarsi a soddisfare la richiesta della Commissione, e ritagliare una manovrina da meno dei 3,4 miliardi richiesti, quanto più indolore e irrilevante possibile. Oppure azzardare il vero colpo d'ala, e presentare ad aprile un Documento di economia e finanza finalmente ambizioso, che forza i vincoli europei, ma al servizio di un grande piano di sgravi fiscali sul lavoro e di stimoli "keynesiani" all'innovazione.

Ma di che parla?
E' minimamente credibile che a un anno dalla fine della legislatura, un governo con i giorni contati, che si regge al senato su una maggioranza traballante, possa "azzardare il vero colpo d'ala" e pretendere che i partner europei ci credano?

Quanto poi al "grande piano di sgravi fiscali sul lavoro e di stimoli "keynesiani" all'innovazione" pensiamo che sia roba da una finanziaria?

Come è pensabile un piano del genere senza affrontare una serie di nodi storici, come, solo a titolo di esempio:

1) Una legge finalmente seria, dopo i timidi tentativi fatti finora, sulla concorrenza;
2) La riforma delle professioni e l'eliminazione degli ordini professionali;
3) Una serie di liberalizzazioni che vanno dalle farmacie alle assicurazioni, alle utilities e municipalizzate varie;
4) Una riforma fiscale profonda (non i soliti pannicelli caldi elettoralistici) che sposti il peso dal lavoro e dall'impresa alle rendite ed alle immobilizzazioni;
5) Una revisione completa delle concessioni pubbliche, dai servizi comunali alle autostrade, che elimini privilegi e rendite di posizione;
6) Fallita l'ambiziosa "riforma" renziana, mettere mano almeno ad alcuni interventi mirati, come la modifica dei regolamenti parlamentari che impedisca il proliferare dei gruppi, introduca la sfiducia costruttiva, stabilisca tempi certi per l'approvazione delle leggi; oltre alcuni interventi minimali sulla costituzione, come l'eliminazione del CNEL e delle province;
6) Riduzione drastica, almeno del 50%, dei comuni;
7) Una gestione rigorosa e controllata degli investimenti, eliminando le migliaia di rivoli inutili e clientelari (esempio tra i tanti: il recente stanziamento di 17 milioni per "l'innovazione nelle libere professioni" da parte della Regione Campania)

per non parlare di una vera riforma della PA e di una legge elettorale che assicuri la durata dei governi per un'intera legislatura e li sottragga ai ricatti delle minoranze.

E tutto questo, ed altro, dovrebbe farlo l'attuale governo in un anno?

L'unica è andare ad elezioni (ma questo giannini e soci non lo vogliono per cercare di logorare ancora di più Renzi) e chi ha idee e programmi solidi e credibili si metta in gioco anche se ciò significa sfidare l'Unione europea.

Ma dare una delega in bianco restituendo "la sovranità monetaria" a scatola chiusa ad una classe politica incapace ed inconcludente, per quanto mi riguarda non se ne parla proprio.
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda ranvit il 19/01/2017, 16:00

Ma queste cose, con cui sono sostanzialmente d'accordo, le doveva fare Renzi! E per questo sono incazzato con Renzi!

Il problema è che in Italia con Governi che si tengono appena in piedi è veramente difficile. Si fosse proceduto con la riforma elettorale tipo Italicum: ballottaggio e quindi Governo decisamente piu' forte (fosse anche il M5S) forse si sarebbe potuto pretenderlo! Ma sappiamo come è finita!

Non resta che chiedere a Bruxselles di darci tempo (una cinquantina d'anni? :lol: ) per metterci in regola o lasciare l'eurozona :D
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda mariok il 19/01/2017, 21:36

Gentiloni dovrebbe aprire il tavolo della discussione su quale futuro per l’euro e per l’area della moneta comune.
Mi sembra irrealistico che questo governo abbia la sufficiente autorevolezza.

Per il resto concordo su tutto. Il problema però rimane sempre lo stesso. Chi ha la capacità e la credibilità per portare avanti un discorso tanto difficile e ambizioso?


Zingales: «Padoan teme la tenuta dell'Italia nell'euro»

di Nando Santonastaso
Le parole del ministro Padoan a Davos non lo hanno sorpreso. Anzi. «Ha perfettamente ragione», dice Luigi Zingales, economista, docente presso la University of Chicago Booth School of Business. E spiega: «Quello che ha detto a proposito della mancanza di una visione dell’Europa lo avevo già sostenuto in un libro del 2014. È vero, bisogna avere una nuova visione dell’Europa anche perché ormai ci sono molte contraddizioni che stanno esplodendo ed è possibile che l’idea che ha guidato l’Europa si stia dissolvendo. Padoan teme, ancora una volta a ragione, che l’Italia non ce la faccia a restare in Europa».

Vuol dire che bisogna prendere decisioni drastiche in tempi anche brevi?
«Voglio dire che non ci sono molte alternative: o bisogna cambiare radicalmente alcune delle istituzioni che sostengono la moneta comune o dobbiamo trovare un percorso di separazione consensuale».
Italia fuori dall’euro?
«È una possibilità, certo. Sarebbe ottimale che fosse la Germania ad uscire ma è difficile costringerla. L’alternativa positiva che ho cercato di descrivere nel mio ultimo libro, “Europa o no” è dare vita finalmente ad un sistema in cui esista una fiscalità comune che aiuti i Paesi nei momenti di crisi e una vera Unione bancaria che oggi c’è solo a metà».
C’entrano per caso in questo ragionamento la spinta della Brexit e l’annuncio di Trump per un ripristino del protezionismo americano?
«Non so fino che punto i piani di Trump si tradurranno in un vero protezionismo. Lo dirà solo il tempo. Oggi possiamo solo constatare che la Brexit non ha avuto conseguenze disastrose e immediate: ha aumentato invece la domanda di uscita dall’Unione europea. La posizione di Trump favorisce questa possibilità perché non interverrà come aveva fatto Obama per evitare l’uscita della Grecia o dell’Italia dall’euro».
Sembra di capire che per lei l’Ue ha i giorni contati...
«Come capita per i matrimoni che non funzionano, bisogna ammettere la verità: o si cerca di salvarlo o si arriva al divorzio consensuale, non c’è nulla di peggio di una coppia infelice. L’Italia è in una situazione molto grave: abbiamo buttato via tre anni di grandi opportunità perché c’erano tassi di interesse molto bassi, il petrolio costava pochissimo, l’economia mondiale era in crescita. Oggi ci troviamo con un debito più alto di tre anni fa e una percentuale di crescita che bisogna apprezzare solo con il bilancino del farmacista. Oltre tutto la prospettiva è destinata a peggiorare, con il prezzo del greggio in risalita e i prodromi di una recessione dell’economia globale. Se oggi a stento sopravviviamo, figuriamoci dopo».
Cosa dovrebbe fare allora il governo Gentiloni?
«Gentiloni dovrebbe aprire il tavolo della discussione su quale futuro per l’euro e per l’area della moneta comune. Non ci può essere più una prospettiva come quella attuale con una parte dell’Europa che cresce e un’altra no».
Ma la rigidità dei tedeschi non è il problema numero uno per la tenuta dell’Ue?
«Non credo. Guardi che il problema del deficit e del debito italiani è un problema serio. Non possiamo continuare a indebitarci perché prima o poi il mercato si renderà conto che non possiamo pagare interessi così elevati e le regole europee ce lo ricordano puntualmente. Io direi invece che il problema maggiore riguarda altre mancate scelte. La colpa della Germania non è di imporci questo limite ma di non volere un’Unione bancaria completa e una forma di redistribuzione fiscale come un sussidio per la disoccupazione. Noi, di sicuro, dobbiamo ammettere che abbiamo sottovalutato la gravità della crisi bancaria degli ultimi 14-15 mesi. Se sia stata colpa solo nostra o anche della Germania, francamente lo lascio decidere agli altri. La verità che siamo di fronte ad un risultato assai negativo del quale forse non ci rendiamo ancora conto pienamente».
Giovedì 19 Gennaio 2017, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 00:00
http://www.ilmattino.it/economia/nando_ ... 32406.html
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda pianogrande il 20/01/2017, 0:15

Ma "una discussione" su quale tipo di paese debba essere l'Italia non la apre nessuno?

L'Euro e l'Europa ci stanno tenendo in piedi altro che balle!

Siamo un paese di cialtroni e vogliamo riformare l'Euro.

Quando non c'era l'Euro cosa abbiamo fatto di diverso da quello che facciamo adesso?

E' l'Italia che va riformata ma il problema più grosso è che dovrebbero riformarla gli italiani.

Allora?

Forse la discussione più seria sarebbe quella su come buttare fuori gli italiani dall'Italia solo che le accuse di disfattismo sarebbero inevitabili.
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Re: Padoan a Davos, problemi Ue nascono a Bruxelles

Messaggioda Robyn il 21/01/2017, 0:37

Le parole di Tersa May sono uno spartacque anche se non ha le idee chiare sulla Brexit.Quando dice che il mercato da solo non può regolare e che senza stimoli crea vaste aree geografiche depresse e di disagio sociale significa che da un lato si separa dalla finanza per avvicinarsi di più agli elettori britannici dall'all'altro l'abbandono del liberismo classico.La Brexit però rimane una grande illusione e ci vorra tempo prima che i britannici tornino sui loro passi.Il paradiso fiscale?ma per piacere
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