da pianogrande il 30/10/2015, 12:05
E quale è la dose giusta?
Da quello che capisco, non si dovrebbe parlare di carne cancerogena ma di trattamenti che la rendono tale.
Solo come esempio, dei nitriti nelle carni rosse si parlava già negli anni settanta e che provocassero il camcro del colon trasformandosi in nitrosammine si sapeva già da allora.
Non è certo salando la carne che la si rende nociva ma affumicandola sì perché il fumo è una miniera di idrocarburi.
La cottura alla brace crea altri idrocarburi (vero e proprio catrame).
Additivi chimici come conservanti etc. possono essere molto nocivi e ci fermiamo sugli antibiotici e gli ormoni che non fanno bene a nessuno.
Insomma, è difficile che una mucca che abbia pascolato nel prato di montagna e bevuto acqua di quelle quote e la cui carne venga consumata fresca o solo salata o essiccata o entrambe e cotta non sulla graticola o direttamente sulla brace possa provocare tumori.
Anche il terrorismo sui grassi (parlo delle esagerazioni talebane) ultimamente sta rientrando.
Altra cosa è il consumo di risorse per ottenere la carne o il fatto ideologico di non voler uccidere gli animali.
Ve lo dice un vegetariano.
L'attenzione ai trattamenti, agli additivi etc. vale per tutto il cibo.
Non è semplicemente diventando vegetariani che si risolve il problema della nocività.
La lotta è ben più dura.
Fotti il sistema. Studia.