da Iafran il 06/10/2013, 23:16
Da più parti, forse facendo proprie le volontà del Ministro degli interni italiano, si propone il conferimento del Premio Nobel per la Pace agli abitanti di Lampedusa.
Forse, dovrebbe spettare più allo Stato italiano riconoscere ufficialmente ed adeguatamente l'abnegazione e l'accoglienza dei suoi cittadini (come hanno fatto tempo fa gli abitanti dell'Isola del Giglio con la Costa Concordia) verso quei naufraghi, che hanno appurato, giovedì scorso, sulla propria pelle il ritardo dei soccorsi o un'organizzazione dei soccorsi carente (nonostante il Frontex o i radar) da parte di coloro che dovevano tenere sotto controllo lo spazio nazionale in un'area delicata, qual è il Canale di Sicilia.
Forse, si invoca questo riconoscimento internazionale per far passare in secondo ordine o far dimenticare i morti e i dispersi del naufragio nei pressi dell'Isola dei Conigli e per soprassedere sulle proprie responsabilità?
Non è stata la tragedia di Lampedusa, è stata la tragedia di 363 profughi eritrei e somali ...
In queste occasioni (in cui bisogna dare il meglio nazionale nell'organizzare la prevenzione e l'emergenza ed in cui è direttamente coinvolto il Ministero degli Interni dell'Italia) si invoca la presenza dell'Europa (come dopo il terremoto dell'Aquila, quando si è spostata la sede del G8), in tante altre (come nell'analisi dei conti economici) ci si indigna perché l'UE interferisce ... in cose di importanza comunitaria!
Intanto, "il Fatto Quotidiano" di stamani nell'articolo "Capitaneria sotto accusa e superstiti clandestini" ci informa che un generale in congedo, Vittorio Scarpa, ha denunciato alla procura militare di Napoli "ipotizzando una sorta di omissione di soccorso da parte dei mezzi militari".
Quando vogliamo dimostrare al mondo intero di non essere un popolo di "bamboccioni" (che vota o fa ciò che vuole un pluri-condannato) e di essere cittadini di uno Stato che si organizza per rispondere a sfide nuove e sempre più severe?