Da Repubblica.it di oggi:
Trionfo di folla per il premier lungo i Fori Imperiali. Una ragazza lo convince
a scendere dalla macchina. Poi quaranta minuti di delirio a piedi sotto la pioggia
E la festa della Repubblica diventa la festa di Silvio
Il presidente Napolitano aveva già salutato il pubblico. Chiedono foto e di toccare la mano
I rifiuti a Napoli, una casa, un lavoro. E lui: "Risolverò tutti i problemi"
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - "Presidente, presidente, una foto...". La ragazza con i riccioli, accento delle valli bergamasche, si lancia sulla Thema grigia come un kamikaze, un buco nel servizio di sicurezza, voluto, casuale, chissà, arriva alla portiera, la tocca con le mani. "Presidente, una foto con me, Presidente...". Berlusconi è seduto sul sedile posteriore, aveva già salutato la folla dei Fori Imperiali un attimo prima salendo sul predellino, si era rifugiato all'interno dell'auto per via della pioggia. La ragazza insiste. Dietro di lei, intorno a lei, giovani, bambini, signore. "Silvio, Silvio ...". E come si fa a dire di no. Infatti, non si può.
Il premier scende, sotto l'acqua, appoggia i piedi sui sampietrini e decide che è giusto concedersi a tanto affetto. Sono le 11 e 57 minuti. E la Festa della Repubblica, le festa del Presidente della Repubblica, la parata militare, passa tutto in secondo piano.
Giorgio Napolitano si è appena allontanato sulla Flaminia decappottabile sfidando la pioggia armato di un impermeabile nero, qualche applauso, la mano allungata in segno di saluto. Anche le autorità stanno lasciando la tribuna d'onore rilasciando dichiarazioni distratte. Ma le migliaia arrivati ai Fori vogliono solo lui, Berlusconi. Lo cercano, lo chiamano, alzando telefonini e telecamere e neonati. E la Festa della Repubblica diventa la Festa di Berlusconi.
Sarà perché la parata è stata un po' sottotono rispetto agli anni passati, più breve, meno tecnologica, una decina di mezzi pesanti in tutto e neppure un aereo o un elicottero, esclusi i caccia della pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori. Sarà perché i tagli alla spesa pubblica si sono fatti sentire vistosamente, e perché nella Tribuna autorità sono rimaste vuote almeno una decina di seggiole segno di assenze importanti, da Veltroni a Di Pietro passando per la Lega che non ha schierato neppure uno dei suoi ministri.
Ha provveduto il premier ha ridare colore e vivacità ad una mattinata altrimenti grigia e uggiosa, a cominciare dal meteo. Qualche assaggio di entusiasmo lo aveva già dato durante la parata: Berlusconi si è spellato le mani, ha sorriso marciato e incitato al passaggio dei reparti più significativi, dai medaglieri alle compagnie delle missioni internazionali. Quasi più partecipe lui di un poco marziale ministro della Difesa Ignazio La Russa in abito blu un poco stazzonato e di un Presidente della Camera Gianfranco Fini finalmente partecipe delle celebrazioni del 2 giugno (era assente il giorno prima al ricevimento al Quirinale).
Insomma, quasi che non potesse finire così, in modo fugace e frettoloso, quando la ragazza arriva al finestrino della macchina del premier, il Cavaliere scende dall'auto e fa segno alla scorta - a dir la verità disperata - di voler procedere a piedi tra quel muro umano che solo lui era in grado di fendere al suo passaggio. Letteralmente un muro di persone che con ombrelli e carrozzine era disposto a tutto pur di vederlo e toccarlo. Il premier impiega quaranta minuti per fare quattrocento metri. Quello che va in scena è il puro trionfo della persona, senza se e senza ma, senza pretese e senza dubbi.
Più che parlare Berlusconi si fa toccare e fotografare, sorride una volta verso il lato destro e una volta verso quello sinistro. "Presidente, mi raccomando, ci pensi lei" dice una signora. "Io voglio solo una casa" dice una bella ragazza con i capelli raccolti nella coda. "Presidente, la sicurezza, è importante" incalza un signore con abito gessato. "Silvio, Silvio..." urla un ragazzino armato di videocamera issato sulle spalle del babbo. E Berlusconi lo prende in braccio. "Presidente, un lavoro per mio figlio..." e regala una stretta di mano. "Ci proverò, ci proverò a risolvere tutti i problemi..." promette.
E' il Presidente del Consiglio, non un calciatore né un divo di Hollywood. "Silvio santo subito" scandisce un gruppo di giovani. "Un presidente, solo un presidente" ritma un altro gruppo a mo' di curva da stadio. La folla si muove a gruppi per inseguire il passaggio del suo eroe. E si placa solo quando lo ha toccato, ha ricevuto un sorriso, una promessa, un sogno. E se Berlusconi non ce la facesse a risolvere i problemi? "No, ce la farà, lui ce la farà" replica convinto un signore. "Una foto, una foto" chiedono due ragazze giovani e in assoluto delirio. "Hai visto? Ti ha sorriso, domani lo puoi anche raccontare alla maestra a scuola" spiega la mamma al figlioletto che avrà 7-8 anni. "Presidente, i rifiuti, Napoli..." supplica una donna con accento napoletano. "Questo è sicuro, verrò a Napoli tutte le settimane" rassicura.
Arrivato in piazza Venezia il premier risale sul predellino dell'auto, saluta a 360 gradi e entra in macchina. Destinazione palazzo Grazioli, trecento metri più in là. In via del Plebiscito, sotto casa, la scena si ripete, cori, grida, delirio, pioggia, ombrelli, spinte, non importa. "Sono emozionato, questa folla mi spinge se possibile, a lavorare ancora di più" dice il premier. Di lune di miele Berlusconi ne ha avute tante. Ai bagni di folla ci è abituato, sono il suo alimento. Quella di oggi ha impressionato anche chi lo segue ormai da quattordici anni.
(2 giugno 2008)