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Sequestrati a Repubblica i verbali di Riina

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Sequestrati a Repubblica i verbali di Riina

Messaggioda franz il 02/10/2011, 10:13

Sequestrati a Repubblica i verbali di Riina
I giudici li oscurano sul nostro sito


I materiali erano stati pubblicati questa mattina e sono rimasti in linea almeno dieci ore. Ma i magistrati di Caltanissetta parlano di un provvedimento "preventivo" per evitarne la diffusione. In realtà, sono ancora online su centinaia di siti. Indagati i giornalisti Attilio Bolzoni e Lirio Abbate

ROMA - Sequestro "preventivo" (dodici ore dopo la loro pubblicazione sul web) per i verbali dei due interrogatori di Totò Riina (luglio 2009 e luglio 2010) pubblicati (per ampi stralci) questa mattina dal nostro giornale in versione cartacea e, contemporaneamente, in versione integrale, su Repubblica.it nella sezione "RE Le inchieste". La decisione è stata presa dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta che ha emanato un "decreto di sequestro preventivo" e ha indagato i giornalisti Attilio Bolzoni (Repubblica) e Lirio Abbate (L'Espresso) per violazione del segreto istruttorio in concorso con "pubblici ufficiali da individuare". Il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e il suo aggiunto Domenico Gozzo hanno ordinato a due ufficiali di Polizia giudiziaria (che un paio d'ore fa si sono presentati nella sede del Gruppo Espresso in via Cristoforo Colombo a Roma) di provvedere a "estrarre e copiare su supporto informatico le pagine oggetto di seqestro". Si tratta di nove file tra i quali ci sono effettivamente i verbali degli interrogatori, ma anche una serie di articoli a firma di Bolzoni e Abbate, una innocente ricostruzione della vita e della carriera criminale di Riina e una galleria di foto del "Capo dei capi".

Un provvedimento clamoroso per l'informazione italiana su internet. Assolutamente particolare per l'importanza del media, per il carattere "preventivo" e per il tipo di reato ipotizzato cioé la violazione del segreto istruttorio. E anche, apparentemente, privo di risultati pratici. A quest'ora, infatti, i verbali sono stati letti da almeno due milioni di utenti unici molti dei quali li hanno scaricati e ricopiati su altri siti e blog. Il risultato è che la lettura dei verbali è ancora possibile su centinaia di pagine web. Il decreto di sequestro recita: "Si deve evidenziare come la misura appaia necessaria per impedire l'aggravamento e la protrazione delle coseguenze del reato. In tal caso, le conseguenze sono ravvisabili in un aumento esponenziale della diffusione della conoscenza delle notizie riservate e segrete contenute nella documentazione pubblicata su internet". Ma la "diffusione" inevitabilmente continuerà e sarà praticamente impossibile fermarla.

Ma cosa contenevano i verbali dell'interrogatorio di Riina? Il boss di Cosa Nostra aveva chiesto di essere sentito in due diverse riprese. A novembre, il capomafia da 17 anni all'ergastolo in regime di isolamento, farà ottantuno anni. Nonostante i malanni dell’età - due infarti, l’ipertrofia prostatica, una cirrosi da epatite C - e il perenne isolamento, a sentirlo parlare sembra quello che era prima. Un capo. Forse il tempo non passa mai per lo "zio Totò". Vive fuori dal mondo e si sente al centro del mondo. E’ sepolto dal 1993 in un buco (una cella lunga tre metri e larga centottanta centimetri), si mostra duro e puro però sotto sotto nasconde qualche fragilità. Cedimenti mai, non è il tipo. Solo piccole debolezze. E’ sempre lui ma – da quello che si legge nei verbali – si può capire che un po’ gli si è sciolta la lingua. Dopo un’ esistenza di ostinato silenzio Salvatore Riina concede e si concede. Allude, ammicca, annuncia, nega, conferma, rettifica, pontifica su tutto e tutti. Difficile supporre che si tratti di strategia difensiva con i tredici ergastoli che ha da scontare, è più probabile che voglia levarsi qualche sassolino dalla scarpa. E mandare messaggi ad amici e nemici.

Dalle sue parole – racchiuse in due verbali di interrogatorio top secret dei magistrati di Caltanissetta – affiora anche un autoritratto inedito del boss di Corleone. Con Totò Riina che racconta Totò Riina chiacchierando di stragi e di pubblici ministeri, di vecchi compari, di paesani suoi, di generali, spie, di senatori e di pentiti. Colloqui e sproloqui di alta mafiosità. Nel suo stile e in un molto approssimativo italiano, a modo suo Salvatore Riina si confessa per la prima volta.

Ce l’ ha con quel furbacchione di Massimo Ciancimino "che vi usa per recuperare i soldi perduti di suo padre". E’ risentito con il procuratore Gian Carlo Caselli "che non mi ha mai chiesto se ho baciato o no Andreotti". Ricorda Paolo Borsellino ed esorta ad indagare sulla scomparsa della sua agenda rossa. Ironizza su un Bernardo Provenzano "troppo scrittore" per quella mania dei pizzini ritrovati nei covi di mezza Sicilia. Chiede conto e ragione della chiaroveggenza dell’ allora ministro degli Interni Nicola Mancino sulla sua cattura. E poi parla e straparla. Di trattative e papelli, di traditori veri e presunti, della "tiratura morale" di Luciano Violante, della sua condizione carceraria - "Non mi pozzo fare neanche un bidè pei telecamere 24 ore su 24" - e naturalmente di sé: "Aio 80 anni e si hanno una volta sola. A 80 anni c’è morte. Gli anni sono gli anni". Però come vedete non sono proprio abbattuto.. penso che tirerò ancora un altro po’".

Il pensiero di quello che ancora oggi viene indicato come il capo dei capi della Cosa Nostra siciliana è dentro un centinaio di pagine (settantatré nell’ interrogatorio del 24 luglio 2009 e trentatré nell’ interrogatorio del 1 luglio 2010) che di fatto – se si esclude un breve e brusco incontro del 22 aprile 1996 fra lui e il procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna – rappresentano le uniche testimonianze ufficiali di Totò Riina dal giorno del suo arresto avvenuto nel gennaio del 1993. L’interrogatorio del luglio 2009 l’ ha voluto proprio lui, quando ha chiesto di presentarsi davanti al procuratore capo Sergio Lari "per fare dichiarazioni spontanee". Insomma, dopo tanto tempo abbiamo scoperto che lo "zio Totò" non è muto.

30 settembre 2011
www.repubblica.it

Domanda: ma se erano verbali segreti (o secretati) perché pubblicarli?
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