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Le "spie" di Maroni

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Le "spie" di Maroni

Messaggioda pianogrande il 04/05/2009, 23:25

Il nostro governo continua ad inventarsi "spie" che denuncino la presenza di clandestini (criminali).
Sono tutti sotterfugi per prendersela con i più deboli e tenerli sotto scacco e senza i diritti più elementari; il tutto a vantaggio dei colpevoli veri.
Tutti fanno finta di non sapere che la vera spia della presenza di clandestini è il datore di lavoro "nero".
Quelli però non si possono toccare (forse perché anche loro votano?).
Vogliamo eliminare l'immigrazione clandestina?
Perseguiamo davvero e non a parole il lavoro nero.
Il risultato sarebbe non l'arresto del flusso migratorio perché il bisogno di mano d'opera rimarrebbe ma una immigrazione di esseri umani con la loro dignità ed i loro diritti.
Ridicolo e disumano andare a fare accordi con Gheddafi perché li fermi sul bagnasciuga.
Il problema non si risolve a Lampedusa o in Libia ma operando su tutto il territorio nazionale.
I datori di lavoro in nero sono i veri colpevoli, sono la radice del problema, del commercio di esseri umani e loro vanno perseguiti.
Non so quale governo o quale partito possa avere questo coraggio.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Le "spie" di Maroni

Messaggioda Stefano'62 il 04/05/2009, 23:45

Hai proprio ragione Piano,
il punto purtroppo è che i partiti sanno benissimo che a troppa gente in realtà della legalità non gliene importa un fico secco;e che invece molto semplicemente non vogliono gli stranieri in giro per le strade,regolari o meno.
Fino a che non cambierà qualcosa nella testa del popolino,oppure fino a che i partiti non si metteranno in testa di pensare a iniziative giuste invece che a iniziative "popolari",le cose resteranno così.

Ciao
Stefano'62
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Re: Le "spie" di Maroni

Messaggioda franz il 05/05/2009, 8:16

pianogrande ha scritto:Perseguiamo davvero e non a parole il lavoro nero.
...
Non so quale governo o quale partito possa avere questo coraggio.

In effetti il lavoro nero coinvolge non solo qualche centinaio di migliaia di clandestini ma quasi 11 milioni di italiani.
Questi sono molti di piu' dei "datori di lavoro" e votano anche loro.
Sarebbe infatti impensabile affermare che poche centinaia di migliaia di clandestini producono il 28% del PIL.

Concretamente, non penserai davvero che tutto questo nero potrebbe emergere a pagare tasse e contributi come gli altri?!
Dove si è provato a farlo (emersione controllata) le ditte arrivate ad un certo punto sono fallite.
Ed i lavoratori hanno perso il lavoro (e sono andati a cercarne altro nero).

Il problema del nero è in gran parte legato ad un eccesso di prelievo contributivo (che è in % fissa e quindi penalizza i piu' poveri). Il nostro prelievo fiscale e contributivo, sommato, va bene per la Svezia o la Germania. Funziona a stento in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia e Toscana, non per la Sicilia, per la Calabria, per la Campania. Il nero è la reazione di milioni di italiani che cercano di arrangiarsi come si puo' e per massimizzare il guadagno del poco lavoro che c'è cercano di non pagare i contributi e le imposte. Ho l'impressione che l'avversione per i clandestini sia piu' che altro una reazione verso concorenti nel lavoro nero nostrano.

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Re: Le "spie" di Maroni

Messaggioda pierodm il 05/05/2009, 10:08

C'è l'avversione. C'è il lavoro nero. C'è la crisi.
Ma non stabilirei nessi causali troppo facili tra i diversi fenomeni.
Io sono convinto che l'avversione sia un fatto innanzi tutto culturale, da analizzare soprattutto sul piano delle opinioni, dei sentimenti, della propaganda di massa: la relazione con il momento socio-economico si verifica in seconda battuta, più come pretesto che come conseguenza.

Ieri pomeriggio stavo in fila in farmacia, sulla salita verso Serrone.
Davanti a me due individui, sgraziati e rumorosi.
Due uomini che sembravano usciti da un quadro di verismo fiammingo, atticciati, nodosi, biondicci, con il naso aguzzo e gli occhi piccoli in continuo movimento sospettoso e furtivo.
Uno di questi, arrivato al banco, in risposta a non so quale discorso della farmacista, se ne esce con l'esclamazione: " Ce metterei la benzina, a lo mare, pe' daie er foco a tutti, un bel focaraccio co lo lanciafiamme, possin'ammazzalli 'sti delinquenti, ché non se rimanneno a casa loro..."
Qui, in campagna, la concorrenza sul lavoro non è un problema, e nemmeno esiste uno speciale problema di sicurezza causato dagl'immigrati.
E poi era evidente che quelle invettive erano solo un modo di affermare una "personalità sociale" nel piccolo teatrino domestico della farmacia, di darsi insomma un contegno che si presuppone condiviso.

Io ci vedo il riflesso di una propaganda, di un'opinione che si è fatta diffusa a prescindere da cause specifiche che non siano una sostanziale psico-labilità, l'ignoranza e una propensione latente verso la violenza - e una proiezione del desiderio di una "mano forte" sul piano repressivo, che si dirige istintivamente contro chiunque abbia le caratteristiche del "diverso" come capro espiatorio.
In questo senso, se l'appiglio dialettico a portata di mano è il "lavoro", viene usato il lavoro, se è la sicurezza, viene usata la sicurezza: in certe menti il rapporto tra ciò che si dice e ciò che realmente si pensa è piuttosto elastico, dato che a questo livello spesso si pensa ciò che si dice invece che dire ciò che si pensa, e si dice ciò che l'ascolto dei telegiornali inculca nella mente o che si ritiene fonte di "popolarità".
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Re: Le "spie" di Maroni

Messaggioda pianogrande il 05/05/2009, 16:04

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Perseguiamo davvero e non a parole il lavoro nero.
...
Non so quale governo o quale partito possa avere questo coraggio.


In effetti il lavoro nero coinvolge non solo qualche centinaio di migliaia di clandestini ma quasi 11 milioni di italiani.
Questi sono molti di piu' dei "datori di lavoro" e votano anche loro.
Sarebbe infatti impensabile affermare che poche centinaia di migliaia di clandestini producono il 28% del PIL.

Concretamente, non penserai davvero che tutto questo nero potrebbe emergere a pagare tasse e contributi come gli altri?!
Dove si è provato a farlo (emersione controllata) le ditte arrivate ad un certo punto sono fallite.
Ed i lavoratori hanno perso il lavoro (e sono andati a cercarne altro nero).

Il problema del nero è in gran parte legato ad un eccesso di prelievo contributivo (che è in % fissa e quindi penalizza i piu' poveri). Il nostro prelievo fiscale e contributivo, sommato, va bene per la Svezia o la Germania. Funziona a stento in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia e Toscana, non per la Sicilia, per la Calabria, per la Campania. Il nero è la reazione di milioni di italiani che cercano di arrangiarsi come si puo' e per massimizzare il guadagno del poco lavoro che c'è cercano di non pagare i contributi e le imposte. Ho l'impressione che l'avversione per i clandestini sia piu' che altro una reazione verso concorenti nel lavoro nero nostrano.

Franz


Una concorrenza sleale nei confronti degli onesti (il prelievo sarebbe inferiore se tutti pagassero).
Una fonte di atti criminali (infortuni occultati, riduzione in schiavitù, .......).
Riguarda 11 milioni di italiani? Uno stato nello stato.
Non facciamo niente per non far fallire le ditte?
Date le dimensioni del fenomeno, io direi che sarebbe il caso di creare un ministero ad hoc.
Cominciamo a metterci le mani su questa faccenda. Usiamo le molle, le pinze, i guanti bianchi. Usiamo la fantasia, l'intelligenza la delicatezza che il caso richiede; ma cominciamo a metterci le mani.
Gli inviti a "convivere", per quanto dettati da saggezza e ragionevolezza, non si sa mai dove possano portare.
Fotti il sistema. Studia.
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