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I paradossi italiani del caso Sallusti

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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda flaviomob il 30/09/2012, 10:58

Una nostra vecchia conoscenza... almeno, per i vecchi iscritti:

http://www.pierograglia.eu/homepage/per ... dopinione/

di Piero Graglia

Perché la diffamazione non è un reato d’opinione

Sto seguendo a distanza, un poco distrattamente – ma quando mi concentro l’angoscia aumenta – la paradossale discussione sul caso Sallusti e la sua diffamazione a mezzo stampa di altre persone, per la quale diffamazione, oggi, lui rischierebbe la detenzione. Perché angoscia diffusa?
Non certo per il destino di un povero giornalista che ha costruito la sua carriera sulla calunnia e sulla diffamazione metodica, continuata e incredibilmente aggressiva. E neppure per la violazione dei diritti civili comunemente riconosciuti nelle democrazie occidentali: chi offende un’altra persona senza motivo e cerca di rovinarne la reputazione, in pubblico e in privato, è il primo a violare i diritti di quella persona e merita comunque di essere punito e condannato al risarcimento. Se offende un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, come ad esempio un magistrato, inventandosi delle balle sanguinose, lo spauracchio del carcere ha comunque un senso.
Ma il problema non è questo, è il fatto che nel dibattito di questi giorni sta passando il concetto che il “reato d’opinione” è legato all’espressione di un pensiero, di una posizione, di un’opinione appunto, e quindi comprenderebbe anche la diffamazione e la calunnia.
Forse allora conviene tornare ai fondamentali del diritto, che studiano tutti gli studenti di giurisprudenza, e definire cosa è un reato d’opinione.
Prima di tutto, non ha nulla a che fare con l’espressione di un pensiero (opinione), e, soprattutto, la DIFFAMAZIONE NON E’, NON E’ MAI STATA E MAI SARA’ UN REATO D’OPINIONE. Neppure la diffamazione a mezzo stampa.
Il reato d’opinione lo possiamo dividere in quattro categorie: 1) vilipendio, propaganda e apologia con particolare riferimento ai crimini contro lo Stato, i suoi rappresentanti e i suoi simboli; 2) l’apologia di reato; 3) il vilipendio delle religioni ammesse dallo stato; 4) la propaganda razzista e l’incitamento all’odio razziale. Punto.
Tutto il resto: la calunnia, l’ingiuria, la diffamazione, sebbene espressi per mezzo della parola o dello scritto, non hanno nulla a che fare con il reato d’opinione.
Sentire invece in questi giorni tirato in ballo continuamente il reato d’opinione come fattispecie delle sallustiate, colpisce e dà il senso di un dibattito cialtronesco come la sua vittima, sguaiato e fondato, più che su qualche basilare conoscenza di diritto, su luoghi comuni, sentimenti, stati d’animo.
Si può e si deve regolamentare diversamente il ruolo del direttore di ogni testata giornalistica senza doverlo considerare responsabile di tutto quello che viene pubblicato sul suo foglio o dalla emittente, ma mantenendo la responsabilità individuale: resta il fatto che se un giornalista approfitta della sua amplificata visibilità e del suo strumento mediatico per infangare una persona o un gruppo di persone, questo non compie un reato d’opinione, compie un reato contro altre persone.
Vorrei che questo concetto, primordiale, passasse nella testa e nelle parole dei tanti seguaci di John Stuart Mill che oggi lo citano senza conoscerlo, impastandosi la bocca con riferimenti fuori luogo per salvare un personaggio che ha eretto la calunnia a forma di vita.
Senza contare, poi che qui, nella civilissima America che mi ospita per un poco, il reato di “libelling and defamation” è perseguito con severità e, se attuato contro un civil servant, porta comunque all’espulsione dalla professione, al pagamento di pesanti sanzioni pecuniarie e, in casi gravi, anche al carcere…
Questo tuttavia non basta, continuerò a deprimermi nel sentire (leggere) la gente che parla a vanvera di cose che non conosce con finta competenza, avallate da persone che quelle cose le dovrebbero conoscere e fanno invece finta di non saperle.


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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 30/09/2012, 11:46

Il muro di gomma della casta giornalistica più che degnamente rappresentata dall'ordine dei giornalisti assorbe tutto.
Assorbe anche le considerazioni più ovvie.
Tutto questo mi fa pensare che l'ordine dei giornalisti lascia che i suoi membri coltivino l'ignoranza.
Che brutta cosa!
Aggiungo che anche il grande moralizzatore Travaglio, in questa bruttissima storia, ci ha fatto la sua bella figura.
Perfino il Quirinale.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda franz il 30/09/2012, 11:51

flaviomob, citando Graglia ha scritto:...e, soprattutto, la DIFFAMAZIONE NON E’, NON E’ MAI STATA E MAI SARA’ UN REATO D’OPINIONE. Neppure la diffamazione a mezzo stampa.
Il reato d’opinione lo possiamo dividere in quattro categorie: 1) vilipendio, propaganda e apologia con particolare riferimento ai crimini contro lo Stato, i suoi rappresentanti e i suoi simboli; 2) l’apologia di reato; 3) il vilipendio delle religioni ammesse dallo stato; 4) la propaganda razzista e l’incitamento all’odio razziale. Punto.
Tutto il resto: la calunnia, l’ingiuria, la diffamazione, sebbene espressi per mezzo della parola o dello scritto, non hanno nulla a che fare con il reato d’opinione.

Concetto che avevo espresso in un precedente intervento e quindi non ho alcun problema ad essere completamente d'accordo. Per informazione, Piero è iscritto al forum. Non so se si legge e sicuramente non interviene, ma si è iscritto alcuni mesi fa. Non sapevo tuttavia che fosse diventato, temporamente, "Amerikano".
Speriamo sia di buon auspicio, come per tanti altri professori oltreoceano, che oggi si impegnano per "fermare il declino". ;)
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda flaviomob il 13/10/2012, 22:16



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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 17/10/2012, 7:56

"Questi politici cialtroni sono ipocriti e codardi"

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC2-1

Parola dell'eroico Sallusti, martire della nobiltà d'animo, del coraggio e della limpidezza.

Questa legge sulla diffamazione sta diventando una legge ad personam?
Secondo Sallusti sì.

Visto come ne parla la stampa, direi non solo secondo lui.

In attesa della legge Sallusti, le persone normali continuano la loro lotta quotidiana contro le diminuzioni delle tasse che era meglio quando erano più alte.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 22/10/2012, 1:02

I giornalisti veri intanto hanno questi problemi.

http://www.articolo21.org/Articolo21.html

Il sito di articolo 21 messo fuori uso appena iniziata la raccolta di firme per la legge "anti Gabbanelli".
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda Iafran il 22/10/2012, 9:19

pianogrande ha scritto:I giornalisti veri intanto hanno questi problemi.

http://www.articolo21.org/Articolo21.html

Il sito di articolo 21 messo fuori uso appena iniziata la raccolta di firme per la legge "anti Gabbanelli".

"Elementare Watson!" ... se i "giornalisti leccapiedi" ricevono una larga solidarietà quando sono condannati per la pubblicazione di notizie false, i giornalisti veri devono essere tacitati da "lor signori parlamentari" che vedono nipoti di rais in ogni ragazza marocchina.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 22/10/2012, 9:27

Eccolo il motivo per cui i reati di diffamazione e calunnia sono diventati "reati di opinione".
Per poter gridare alla difesa del giornalista mettendolo a tacere.

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1

Parlo naturalmente dei giornalisti veri e non dei prestanome.
Per poter proporre questa legge hanno fatto diventare eroe chi eroe non è.
Così, per difendere l'eroe attaccano i giornalisti che osano fare giornalismo.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 25/10/2012, 13:32

I contributi pubblici solo ai giornali buoni.

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-3

Non è giusto!
Propongo che venga stilata una classifica con criteri ben precisi ed i contributi vengano dati in proporzione alla conformità di quanto scritto su un giornale alla volontà del potente di turno.
Non è difficile pagare i giornali sulla base della qualità di quanto scrivono.
Basta farli annusare da una apposita commissione.
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Re: I paradossi italiani del caso Sallusti

Messaggioda pianogrande il 14/11/2012, 9:58

Tra politici e giornalisti non so chi siano i maggiori colpevoli di questa indecenza.

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HRER1-1

Confermato il carcere per il reato di diffamazione, su emendamento di lega ed API (Rutelli ometto da poco e fallito di professione ha infilato un'altra perla) e voto segreto.
Sono sempre stato convinto che il reato di diffamazione non sia un reato di opinione ma il carcere è veramente troppo e lo vedo come un atto terroristico nei confronti del giornalismo vero (quello che dà fastidio ai potenti).
Dopo le uscite dell'UDC sulla legge elettorale, ecco il genio politico Rutelli apparirci in tutto il suo splendore.
Meno male che ce lo siamo tolto dai piedi.
Bersani rifletti.
Abbiamo proprio bisogno di contaminarci con quella brutta gente?
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