Nucleare sì, ma non in questo modo!

Nucleare, il 7 giugno gli ambientalisti in piazza a Milano
Una vasta alleanza di associazioni, che va dai sindacati alle Acli, manifesterà sabato 7 giugno a Milano per dire no a nuove centrali nucleari e sì all'efficienza energetica e alle rinnovabili. È quanto afferma Legambiente in un comunicato che annuncia la «Marcia per il clima» in programma il 7 giugno e che partirà da piazza San Babila alle ore 15. «La rivoluzione che vogliamo - dichiarano i promotori della manifestazione - ha degli obiettivi precisi: si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni del 20% il consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra».
«L'Italia deve dimostrare di saper partecipare a un nuovo progresso - afferma Legambiente -. Che non è fatto né di fonti fossili, nè tanto meno di nucleare. Le attuali tecnologie non hanno ancora risolto nessuno dei problemi legati al rischio d'incidenti, alla messa in sicurezza delle scorie e allo smantellamento dei vecchi impianti. L'atomo -conclude l'associazione - è una scelta antieconomica e insicura».
Sono proprio le questioni delle fonti alternative e della sicurezza ad infiammare il dibattito. La presidente del Piemonte Mercedes Bresso rilancia le fonti rinnovabili « perchè c'è almeno un 40-50% del nostro consumo energetico che può essere autoprodotto e che quindi ridurrebbe i consumi per famiglie, imprese, senza alcuna uso del nucleare. Fare una centrale nucleare che ha potenza e costi molto elevati per produrre acqua a temperatura di 50-60 gradi non avrebbe senso».
«Il nucleare in questo momento è una strada vecchia, la strada innovativa sono le fonti rinnovabili.Noi crediamo che l'Italia debba impostare un grande programma per la ricerca sul nucleare sicuro, quello di quarta generazione, che ad oggi non c'è, non è un'ipotesi praticabile dal punto di vista tecnologico». Lo ha detto il senatore Roberto della Seta, capogruppo del Pd nella commissione ambiente. «Oggi il nucleare è insicuro perchè presenta problemi di smaltimento delle scorie radioattive e di gestione degli impianti».
Sulla questione delle scorie è intervenuto anche Fabio Callori, sindaco di Caorso, sede di una centrale termonucleare entrata in attività nel 1981 e bloccata nel 1986. «Non si può parlare di un ritorno al nucleare senza mettere la parola fine al nucleare degli anni '70. Dobbiamo ancora individuare il sito di un deposito nazionale o europeo per le scorie e dare il via allo smantellamento, da concludere entro il 2020, degli impianti esistenti, che sono obsoleti e stanno cadendo a pezzi»
Sulla questione delle fonti rinnovabili, interviene dalla XIII Conferenza regionale sull'ambiente promossa dalla Regione Toscana, il premio Nobel 1988 per la fisica Jack Steinberger: «Per evitare la catastrofe - ha detto riferendosi alla fine delle riserve petrolifere e di gas- occorre far diminuire la popolazione mondiale, ridurre i consumi dei Paesi industrializzati, aumentare l'efficienza energetica e rimpiazzare le fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili».
A smentire i tempi per tornare al nucleare promessi da Scajola ieri all’assemblea di Confindustria, cioè cinque anni, ci pensa Claudio Bertoli, direttore del Dipartimento Energia e Trasporti del Cnr. «Se per la posa della prima pietra di nuovi impianti nucleari in Italia si dovrà attendere il 2013, una volta avviati i lavori sono necessari altri quattro anni e più per vedere ripartire veramente la produzione di energia dal nucleare nel nostro paese. E per nuova generazione di impianti si intende la terza e non la quarta ancora mai realizzata. Gli impianti di terza generazione esistono dal 1997».
Pubblicato il: 23.05.08
Modificato il: 24.05.08 alle ore 15.08
Una vasta alleanza di associazioni, che va dai sindacati alle Acli, manifesterà sabato 7 giugno a Milano per dire no a nuove centrali nucleari e sì all'efficienza energetica e alle rinnovabili. È quanto afferma Legambiente in un comunicato che annuncia la «Marcia per il clima» in programma il 7 giugno e che partirà da piazza San Babila alle ore 15. «La rivoluzione che vogliamo - dichiarano i promotori della manifestazione - ha degli obiettivi precisi: si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni del 20% il consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra».
«L'Italia deve dimostrare di saper partecipare a un nuovo progresso - afferma Legambiente -. Che non è fatto né di fonti fossili, nè tanto meno di nucleare. Le attuali tecnologie non hanno ancora risolto nessuno dei problemi legati al rischio d'incidenti, alla messa in sicurezza delle scorie e allo smantellamento dei vecchi impianti. L'atomo -conclude l'associazione - è una scelta antieconomica e insicura».
Sono proprio le questioni delle fonti alternative e della sicurezza ad infiammare il dibattito. La presidente del Piemonte Mercedes Bresso rilancia le fonti rinnovabili « perchè c'è almeno un 40-50% del nostro consumo energetico che può essere autoprodotto e che quindi ridurrebbe i consumi per famiglie, imprese, senza alcuna uso del nucleare. Fare una centrale nucleare che ha potenza e costi molto elevati per produrre acqua a temperatura di 50-60 gradi non avrebbe senso».
«Il nucleare in questo momento è una strada vecchia, la strada innovativa sono le fonti rinnovabili.Noi crediamo che l'Italia debba impostare un grande programma per la ricerca sul nucleare sicuro, quello di quarta generazione, che ad oggi non c'è, non è un'ipotesi praticabile dal punto di vista tecnologico». Lo ha detto il senatore Roberto della Seta, capogruppo del Pd nella commissione ambiente. «Oggi il nucleare è insicuro perchè presenta problemi di smaltimento delle scorie radioattive e di gestione degli impianti».
Sulla questione delle scorie è intervenuto anche Fabio Callori, sindaco di Caorso, sede di una centrale termonucleare entrata in attività nel 1981 e bloccata nel 1986. «Non si può parlare di un ritorno al nucleare senza mettere la parola fine al nucleare degli anni '70. Dobbiamo ancora individuare il sito di un deposito nazionale o europeo per le scorie e dare il via allo smantellamento, da concludere entro il 2020, degli impianti esistenti, che sono obsoleti e stanno cadendo a pezzi»
Sulla questione delle fonti rinnovabili, interviene dalla XIII Conferenza regionale sull'ambiente promossa dalla Regione Toscana, il premio Nobel 1988 per la fisica Jack Steinberger: «Per evitare la catastrofe - ha detto riferendosi alla fine delle riserve petrolifere e di gas- occorre far diminuire la popolazione mondiale, ridurre i consumi dei Paesi industrializzati, aumentare l'efficienza energetica e rimpiazzare le fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili».
A smentire i tempi per tornare al nucleare promessi da Scajola ieri all’assemblea di Confindustria, cioè cinque anni, ci pensa Claudio Bertoli, direttore del Dipartimento Energia e Trasporti del Cnr. «Se per la posa della prima pietra di nuovi impianti nucleari in Italia si dovrà attendere il 2013, una volta avviati i lavori sono necessari altri quattro anni e più per vedere ripartire veramente la produzione di energia dal nucleare nel nostro paese. E per nuova generazione di impianti si intende la terza e non la quarta ancora mai realizzata. Gli impianti di terza generazione esistono dal 1997».
Pubblicato il: 23.05.08
Modificato il: 24.05.08 alle ore 15.08