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Hanno inciso sul debito pubblico per 24 miliardi di euro e avevano un valore di mercato negativo di 31,8 miliardi. Così afferma Morya Longo (Il Sole 24 Ore 15 dicembre 2017): «I derivati sono serviti per anni per “aggiustare” di qualche zero virgola (quando era consentito dalla legge europea) il rapporto tra deficit e Pil. Ora ne paghiamo il conto con un aggravio sullo stesso deficit. Che costringe il Paese a misure fiscali più austere di quanto sarebbe necessario senza derivati. A spese dei cittadini. Delle imprese. Dell’economia».